mercoledì 23 dicembre 2009

La corsa all'url shortener

I tempi e la comunicazione sul web diventano sempre più veloci e sintetici, ed ecco che allora i players più importanti della rete cercano nuove soluzioni per stare dietro ai nuovi tempi e ai nuovi spazi degli utenti. Si chiama url shortener ed è un servizio che permette di avere degli url più brevi per una pagina web in modo da poterla comunicare e condividere più facilmente. Google, Facebook e Youtube hanno lanciato già un proprio servizio di url shortener. Quello di Google, che si chiama goo.gl, si trova nella sua Toolbar e nel servizio Feedburner RSS e il suo uso è strettamente legato all'uso di questi altri servizi Google, una soluzione che probabilmente mira ad evitare che terze parti ottengano liberamente url sintetizzati per poi utilizzarli nei propri servizi. L'url shortener di Facebook, fb.me, è per ora disponibile su piattaforma mobile e non restringe solo i links condivisi, ma anche gli username, per abbreviare e semplificare le varie attività da profilo in rete. E poi c'è l'url shortener, appena nato, di Youtube, youtu.be, riservato ai video della piattaforma. Quest'ultimo permette di accorciare l'url di un video mantenendo l'ID assegnato a quel video e, oltre a ridurre la lunghezza dei link dei video, apre agli sviluppatori prospettive interessanti, come la possibilità di mostrare anteprime o tracciare la circolazione in rete di un video. Oltre a questi 3 giganti del web, esistono anche altri siti che offrono il servizio di url shortener, come TinyURL e Bit.ly. L'url shortener pare quindi destinato a diventare uno dei nuovi protagonisti della rete, sia su web che su mobile, in quanto permette di comunicare links con meno caratteri, rientrando più facilmente nelle limitazioni di caratteri che alcuni social network impongono quando si compongono dei messaggi da condividere, e sembra anche che garantisca maggiore stabilità e sicurezza nella navigazione, proteggendo gli utenti da malware e phishing.

mercoledì 16 dicembre 2009

Una carta dei diritti di Internet scritta da tutti gli utenti della rete?

La proposta è di quelle forti. Scrivere, con il contributo di tutti gli utenti internet, una carta dei diritti di Internet. A proporre questa sfida è stato Christian Engström, rappresentante nel Parlamento Europeo del Piratpartiet, il Partito Pirata, entrato nel consesso politico europeo grazie alle ultime elezioni europee in Svezia. L'idea di una carta dei diritti di Internet, che pare abbia il pieno appoggio dei partito europeo dei Verdi, nasce dalle idee e dall'esperienza di Engström sulla rete e probabilmente anche dai continui tentativi, in diversi paesi europei, di regolare l'uso della rete, tra l'altro con modalità e approcci diversi da paese a paese. E allora perché, in pieno spirito europeo, non elaborare un documento unico europeo che possa valere per tutti i cittadini europei della rete e che ripari la rete dai tentativi di controllo e di manipolazione? Innovativo in questa proposta è il modo con cui il PiratPartiet e il partito dei Verdi vogliono arrivare al documento finale: attraverso il contributo di tutti gli utenti internet che vogliono partecipare, in modo che la scrittura della carta dei diritti di Internet non sia elaborato da pochi esperti racchiusi in una stanza, ma sia frutto di un'opera collettiva, aperta e trasparente. Per aiutare gli utenti a iniziare a dare il proprio contributo Engström ha lanciato due primi argomenti di discussione. Il primo riguarda il che cosa dovrebbe essere inserito in questa carta, ossia quali dovrebbero essere i principi fondamentali su cui il documento dovrebbe vertere. Di questi principi Engström ne suggerisce 3. Uno che ribadisca il rispetto della Convenzione Europea sui Diritti dell'Uomo, soprattutto nell'articolo 8, quello sulla privacy, e nell'articolo 10, quello sulla libera informazione; un secondo che iimponga agli operatori della rete di fornire una connettività trasparente e non discriminatoria, senza distinzione di contenuti, siti e piattaforme, secondo il cosidetto principio di neutralità della rete; il terzo principio proposto da Engström è quello del mere conduit, per non far ricadere sui providers la responsabilità di eventuali azioni illecite perpetrate dagli utenti. Il secondo argomento di discussione lanciato da Engström sul suo blog è l'individuazione di documenti già esistenti che potrebbero entrare nella nuova carta dei diritti di Internet, tra cui lui propone la Convenzione Europea sui Diritti dell'Uomo e i principi della Net Neutrality proposti dalla FCC (Federal Communications Commission). L'intera proposta di Engström è consultabile per intero sul suo blog, dove si può anche iniziare a dare il proprio contributo.

mercoledì 9 dicembre 2009

Più tempo e più soldi sui social networks in USA

Secondo una recente ricerca di Nielsen, il 17% del tempo che gli utenti americani passano su Internet, lo passano sui social networks. Si tratta di un dato che, anche se apparantemente può sembrare ancora basso, rappresenta un + 300% anno su anno, cioé rispetto alla parcentuale di tempo dedicata dagli utenti internet ai social network l'anno scorso. Sembra che questo dato faccia emergere anche un iniziale cambiamento nelle abitudini navigazionali degli utenti, in quanto adesso alcuni utenti che prima iniziavano la loro navigazione sui motori di ricerca o sui grandi portali, ora la iniziano sui siti social quando vogliono trovare qualche informazione o qualche contenuto online. Parallelamente all'aumento del tempo passato sui siti social, si riscontra su questi siti anche un aumento degli investimenti in pubblicità. Nielsen stima una crescita del 119% anno su anno, che coincide anche con un raddoppio della percentuale di investimenti che i social networks si prendono sul fatturato totale della pubblicità online, percentuale che passa dal 7% al 15%. Gli aumenti più significativi di investimento sui social networks sono stati registrati nei settori dell'intrattenimento e del travel.

mercoledì 2 dicembre 2009

eBay vende il 70% di Skype

eBay e Skype hanno raggiunto l'accordo per la cessione, da parte del sito di aste online, del 70% delle quote del software VoIP più famoso al mondo. Gli acquirenti saranno un gruppo di fondi di investimenti composto dalla società Joltid ltd, di proprietà dei 2 fondatori del software, Niklas Zennstrom e Janus Friis, dal gruppo di investimenti Silver Lake, dall'ufficio di investimenti delle pensioni del Canada e da Andreesen Horowitz. In questo modo coloro che avevano fondato e diffuso in tutto il mondo Skype ritornano azionisti della loro creatura per il 14% del suo valore totale. Skype oggi vale 2,75 miliardi di euro, e, secondo quanto dicono i fondatori, viene scaricato nel mondo da 6 utenti ogni secondo. eBay, che incasserà per la vendita 1,34 miliardi di euro, rimarrà con una quota del 30% di Skype. L'accordo ha posto fine al conflitto giuridico che era sorto nei mesi scorsi tra eBay e la Joltid ltd, che accusava il sito di aste online di aver violato gli accordi di licenza.

mercoledì 25 novembre 2009

Google Chrome OS, il nuovo sistema operativo di Google

Google ha lanciato ufficialmente il suo nuovo sistema operativo: Google Chrome OS. Si tratta di un sistema operativo open source, che Google promette essere molto leggero, veloce e sicuro, con un'interfaccia semplice e essenziale, in perfetto stile Google. Google Chrome OS è compatibile con processori x86 e ARM ed è basato su kernel Linux. I due principici base che hanno guidato lo sviluppo di questo nuovo prodotto Google sembrano essere la velocità di accesso alle informazioni, la possibilità di accedere ad esse da qualsiasi posto e il suo essere basato sul web. L'intenzione è infatti quella di offrire agli utenti un sistema operativo che si avvia in pochi secondi e che permette di accedere a tutte le applicazioni via web senza preoccuparsi di installare programmi o di fare file di back up. Sul nuovo sistema operativo targato Google funzioneranno tutte le applicazioni basate sul web, che si assicura saranno compatibili con i browser standard su Windows, Mac e Linux. Il web sarà la piattaforma di sviluppo anche per gli sviluppatori. Uno degli elementi che suscita i maggiori dubbi e i maggiori interrogativi è il fatto che Google Chrome OS girerà sul alcuni netbook appositi che dovranno essere acquistati dagli utenti, anche se l'intenzione è poi di permettere di usare il nuovo sistema operativo su computer di qualsiasi tipo e di qualsiasi dimensione. Google sta già lavorando con diversi produttori per rendere disponibili i nuovi netbook entro la fine del 2010. Per ulteriori informazioni su Google Chrome OS, è possibile leggere quanto è stato scritto sul nuovo prodotto sul blog ufficiale di Google.

mercoledì 18 novembre 2009

I siti di News Corporation escono da Google?

La News Corporation, colosso editoriale capitanato da Robert Murdoch, ha annunciato, per bocca del suo Chief Digital Officer Jonathan Miller, che nei prossimi mesi toglierà le pagine di tutti i propri siti dal database di Google e non permetterà più al motore di ricerca di Mountain View di indicizzare le nuove pagine dei suoi siti. Questo significa che tra qualche mese le pagine di siti come quello del Wall Street Journal, del New York Post, del The Times o del Daily Telegraph potrebbero non essere più raggiungibili da Google. Per i siti della News Corporation questo comporterebbe una perdita di circa il 25% del traffico attuale, che è la percentuale di visite che essi oggi ricevono da Google. Ma in cambio la News Corporation è sicura in questo modo di provocare perdite di visitatori e di market share anche a Google, forse a vantaggio di Bing, che pare pronta ad accogliere in esclusiva tutti quegli editori stanchi di offrire gratuitamente attraverso Google tutte il loro lavoro editoriale. Bing, secondo alcune indiscrezioni, starebbe pensando di portare avanti la ricerca su un nuovo standard che dovrebbe sostituire quella del classico robot txt, e chiamata Automated Content Access Protocol (ACAP). Questo nuovo protocollo potrebbe permettere ad autori ed editori di decidere e imporre condizioni e termini d'uso a motori di ricerca e ad altri eventuali aggregatori di news online. Ad esso paiono interessati anche molti editori europei, convinti di dover trovare un altro modello di business rispetto a quello della fruizione gratuita delle news online in cambio di pubblicità, modello che per ora sembra non funzionare e non soddisfare gli editori. Se veramente News Corporation renderà operativa questa sua decisione e se sarà seguita anche da altri editori, statunitensi e europei, si potrebbe assistere, per la prima volta dopo mesi e mesi, a un momento di difficoltà da parte del colosso di Mountain View.

mercoledì 11 novembre 2009

Accordo LinkedIn-Twitter per un'integrazione delle due piattaforme

Twitter e LinkedIn hanno deciso di unire le loro forze sul mercato in forte crescita dei social networks. Il cuore dell'accordo consiste nel dare agli utenti la possibilità di comunicare contemporaneamente su entrambe le piattaforme. Quando gli utenti aggiorneranno il loro profilo su LinkedIn, questo aggiornamento potrà comparire anche su Twitter e quando essi posteranno dei tweets su Twitter, questi ultimi potranno essere mandati anche ai contatti di LinkedIn. Qui è possibile avere maggiori delucidazioni su come attuare questa integrazione lato user sulle due piattaforme. Il fine dell'accordo è quello di unire le potenzialità delle due piattaforme di social networks per ampliare le capacità comunicative degli utenti e per permettere loro un uso più semplificato e più facile ad entrambe. In questo modo gli utenti potranno raggiungere in modo più veloce e immediato una platea più ampia di interlocutori, andando ad unire contatti più personali a contatti più business. E' un'opzione che può piacere ad alcuni e che sicuramente aumenta il potere di gestione della propria comunicazione online degli utenti, anche se non si può escludere che alcuni forse preferiranno ancora tenere distinti questi loro due mondi.

mercoledì 4 novembre 2009

Google Sidewiki, liberi commenti in libero web

Google ha da poco lanciato una nuova funzionalità all'interno della sua toolbar: Sidewiki. Si tratta della possibilità, per tutti gli utenti che hanno installato sul proprio pc la toolbar di Google, di aggiungere commenti, considerazioni e opinioni personali a qualsiasi pagina web che essi visitino e, nel contempo, vedere i commenti scritti da tutti gli altri utenti che hanno usufruito della stessa funzione sulla stessa pagina web. Come funziona? All'interno della toolbar di Google, c'è un'iconcina con la classica "nuvoletta da fumetto", cliccando su quell'icona, nella parte sinistra della pagina web che si sta visitando, compare una colonna con un box dove scrivere quello che si ha intenzione di dire su quella pagina, e con tutti gli altri commenti postati da altri utenti. In questo modo, tutti quelli che hanno la toolbar di Google possono condividere le proprie opinioni, in real time e senza nessun filtro, su una determinata pagina web con tutti gli altri utenti che usano la stessa funzione. Si tratta quindi di una funzione che dà ulteriore potere agli utenti "consumatori" delle pagine web, di criticarle, incensarle o semplicemente di intervenire sul contenuto pubblicato, e toglie ulteriori margini di controllo da parte degli editori del sito, siano essi editori veri e propri, siano esse aziende o altre istituzioni, che non avranno alcun modo di controllare questi commenti visibili a tutti gli utenti che usano la toolbar di Google. Qui è possibile leggere di più sulle caratteristiche di Google Sidewiki.

mercoledì 28 ottobre 2009

Il Personal Democracy Forum arriva in Europa

Si terrà per la prima in Europa, a Barcellona, il 20 e 21 novembre prossimi, il Personal Democracy Forum, uno dei più importanti convegni a livello mondiale sul rapporto tra nuove tecnologie e politiche. Leaders politici, intellettuali, attivisti e esperti di nuove tecnologie, discuterrano per due giorni sulle potenzialità che Internet e le nuove tecnologie e i nuovi ambienti di comunicazione offrono per trasformare la politica e la partecipazione dei cittadini alla cosa pubblica. I nuovi media infatti hanno la potenzialità di aumentare la partecipazione politica dei cittadini, anche dal basso e al di fuori dei tradizionali schemi dettati dai partiti politici presenti nei vari paesi, possono rendere la politica più trasparente e più partecipativa e rendere le democrazie più autentiche ed effettive. Il Forum si tiene già da 6 anni in USA, ma quest'anno per la prima volta sbarca anche nel Vecchio Continente, per portare il suo contributo di idee e prassi innovative anche ai paesi europei. Al Forum si parlerà di politica partecipativa, di governi collaborativi, di e-governemt trasparente, di social media e di nuove modalità di comunicazione tra leaders politici e elettori. Per chi volesse avere ulteriori informazioni sul Personal Democracy Forum o eventualmente anche partecipare, questo è il sito dell'evento.

mercoledì 21 ottobre 2009

Yahoo, un aumento di profitti che costa 2.000 posti di lavoro in meno?

Nel terzo trimestre di quest'anno Yahoo ha visto calare il suo fatturato di circa il 12%, per arrivare a 1,58 miliardi di dollari, ma i suoi profitti sono più che raddoppiati rispetto all'anno scorso, passando da 54 a 186 milioni di dollari. Come è possibile? Forse per il taglio di 2.000 posti di lavoro che l'azienda di Sunnyvale ha eseguito l'anno scorso? Probabile, dato che di mezzo c'è anche un investimento di 100 milioni di dollari per la campagna pubblicitaria mondiale fatta in occasione del lancio del suo nuovo portale il mese scorso. Nella strategia di Yahoo, volta a recuperare traffico e investitori pubblicitari, di cui alcuni fermi per la crisi e altri in fuga verso Google e verso i nuovi siti emergenti, sembra esserci anche una maggiore apertura alle applicazioni di terze parti potenzialmente concorrenti, come Facebook e Hotmail. Ma la via del taglio dei costi sembra essere quella più seguita nel quartiere generale di Sunnyvale. Rimane da vedere se questa fiammata di profitti proseguirà, anche dopo l'accordo con Microsoft per unire le forze in funzione anti-Google, che per il momento, sul lato del mercato delle ricerche, non sembra abbia portato grandi conquiste.

mercoledì 14 ottobre 2009

News dal mercato delle ricerche online in U.S.A.

Arrivano interessanti novità da una ricerca basata su un campione di 10 milioni di utenti internet nordamericani, realizzata da Experian Hitwise. Innanzitutto sembra crescere il divario tra Google e tutti gli altri motori di ricerca nell'utilizzo della rete in U.S.A., dal momento che a settembre 2009 su Google sono state effettuate il 71,08% di tutte le ricerche fatte online, mentre su Yahoo Search, su Bing e su Ask.com sono state fatte rispettivamente il 16,38%, l'8,96% e il 2,56%. Questi dati sembrano ridimensionare la sfida lanciata a Google da Bing e dall'alleanza Microsoft-Yahoo in chiave anti-Google. Anzi, da agosto a settembre di quest'anno, le ricerche su Google in U.S.A. sono aumentate dell'1%, mentre quelle su Yahoo Search e Bing sono diminuite rispettivamente del 3% e del 5%. Altri dati interessanti che ci fornisce questa ricerca sono quelli relativi alle modalità di ricerca. Nonostante le ricerche condotte con una sola parola chiave siano ancora la maggioranza relativa con il 24,21% delle ricerche totali, crescono le ricerche con keywords con 5 o più parole. Le quote di ricerche per numero di parole chiave contenute nelle keywords sono le seguenti: 1 parola 24,21%, 2 parole 23,71%, 3 parole 20,74%, 4 parole 13,78%, 5 parole 7,90%, 6 parole 4,23%, 7 parole 2,27%, 8 o più parole 3,16%. Infine nella ricerca Experian Hitwise sono riportate le percentuali di traffico provenienti dai motori di ricerca sui siti dei diversi settori. I 3 settori in cui i motori di ricerca generano le quote più significative di traffico sono il settore medico, con il 43, 45% del traffico proveniente dai motori di ricerca, il settore travel, con il 38,38%, e i siti di video online, con il 35,36%. Qui è possibile vedere tutti i risultati della ricerca di Experian Hitwise.

mercoledì 7 ottobre 2009

Cresce nel mondo l'uso di cellulari e internet, ma sempre con le solite diseguaglianze

Secondo i dati dell'ultima ricerca ITU (International Telecommunication Union) alla fine del 2009 vi saranno nel mondo 4,6 miliardi di abbonati alla telefonia mobile, mentre più del 25% della popolazione mondiale sarà connesso a Internet. Tra questi ultimi circa 500 milioni, un numero tripli rispetto a quello del 2004, navigheranno con la banda larga. Il primo paese per utenti connessi a banda larga è diventato la Cina, che ha superato gli USA. Molto sorprendente il dato degli abbonati alla banda larga mobile, circa 600 milioni. Nonostante tutti questi numeri siano in crescita e denotino una penetrazione sempre crescente delle tecnologie di comunicazione nella popolazione mondiale, rimangono purtroppo ancora forti i divari tra le varie regioni del mondo. Basti pensare che, solo per fare un esempio, mentre in Europa sono abbonati alla banda larga mobile 200 utenti su mille abitanti, in Africa il rapporto è solo di 1 a mille. Inoltre in Africa i costi delle nuove tecnologie sono molto più alti rispetto al resto del mondo. Insomma, anche nei paesi in via di sviluppo cresce l'uso delle tecnologie comunicative più avanzate, ma il cosidetto digital divide sembra non ridursi, segno che forse, oltre per la crescita e la diffusione delle tecnologie, si dovrebbe anche incominciare a fare qualcosa di concreto per una loro equa distribuzione.

mercoledì 30 settembre 2009

A luglio 2009 113 miliardi di ricerche online nel mondo

ComScore ha recentemente reso noti i risultati di un'indagine sulle ricerche che sono state effettuate su Internet nel luglio di quest'anno, confrontando i dati emersi con quelli relativi al luglio del 2008. Dalla ricerca emerge che nel mese di luglio 2009 in tutto il mondo sono state fatte 113.685.000.000 ricerche online. Rispetto al luglio dell'anno precedente questo numero rappresenta una crescita del 41%. Di queste ricerche ben il 67,4% sono state condotte sui siti di Google, mentre quelle condotte sul network di Yahoo sono state il 7,8%. Al terzo posto, per numero di ricerche, si classifica il motore di ricerca cinese Baidu, con una percentuale di ricerche sul totale mondiale pari al 7%. Solo quarto il motore di ricerca Microsoft, con il 2,9% mondiale. A seguire gli altri. Tra i primi 3 motori di ricerca, Google è anche quello che ha fatto registrare la crescita annuale più significativa, con un +58%, rispetto al +2% di Yahoo e al +8% di Baidu. Andando a vedere poi la distribuzione delle ricerche a livello geografico, risulta che il maggior numero di ricerche sono state effettuate in Europa, con una percentuale sul totale pari a 32,1%, seguita dall'area Asia - Pacifico (includente la Cina) con il 30,8%, dal Nord America con il 22,1%, dall'America Latina con il 9,3%, e dall'area Africa - Medio Oriente, con il 5,8%.

mercoledì 23 settembre 2009

MyMemory di Translated, nuovo servizio di traduzioni online

Si può definire uno dei più grossi archivi digitali di traduzioni al mondo. Si chiama MyMemory ed è una piattaforma realizzata da Translated, un Translation Service Provider con decine di migliaia di traduttori professionisti in più di 100 paesi diversi. Attualmente MyMemory ha più di 200 milioni di frasi tradotte in una quarantina di lingue diverse, frasi che loro chiamano segmenti, ma ha l'obiettivo di arrivare a 300 milioni già per la fine di quest'anno. Il numero dei contributi ricevuti nell'archivio è visibile e si aggiorna in real time di continuo sull'homepage del sito. Ma come funziona MyMemory? Pesca dal web tutti quei contenuti multilingua, già tradotti quindi, che però non sono ancora strutturati, ne estrae i segmenti (una o più parole) e li classifica in base alla fonte, al soggetto e alla qualità. Questo permette a MyMemory di offrire ai traduttori non solo traduzioni di singole parole o frasi, ma anche suggerimenti e concordanze a partire dalle loro richieste di traduzione. L'accesso al servizio via web è gratuito, ciascuno può esprimere il proprio voto sulle traduzioni e dare il proprio contributo a migliorare queste ultime se ritenute scadenti. In questo modo, oltre che grazie all'ausilio dei traduttori professionisti di Translated, c'è un controllo continuo della qualità delle traduzioni. Inoltre MyMemory consente anche di creare memorie ad hoc per lavori specifici, caricando i file e scaricando una memoria su misura apribile con un CAT tool. Provando a fare qualche traduzione il servizio sembra effettivamente funzionare in modo interessante. Il progetto è ambizioso, ma intanto è apprezzabile il tentativo di organizzare le traduzioni presenti sul web per rispondere in modo più preciso alle esigenze di chi deve tradurre, e l'intenzione di mettere le tecnologie NLP (Natural Language Processing) a servizio di una piattaforma libera, partecipativa e gratuita, con alla base l'idea della condivisione della conoscenza e della sua formazione, in questo caso applicata al mondo delle lingue.

mercoledì 16 settembre 2009

Fast Flip, nuova veste Google per le news online

Google ha lanciato la versione beta di Fast Flip, un modo nuovo di fruizione delle news online, con cui gli utenti potranno quasi letteralmente sfogliare i giornali online con modalità di lettura simili a quelle tradizionali su carta stampata. Infatti, invece che in una sequenza di titoli e abstract provenienti da diversi giornali secondo un ordine stabilito da Google, con Fast Flip, gli utenti internet, sempre all'interno delle pagine di Google News, potranno visualizzare le pagine web relative ai singoli giornali e sfogliarle con una navigazione sequenziale, come se le pagine web fossero pagine di carta. I giornali sono divisi per argomenti e possono essere visualizzati secondo vari criteri, tra cui quello cronologico e quello del numero di visualizzazioni ottenute. Questo nuovo servizio di Google sembra essere anche una mossa con cui Google tende la mano agli editori e ai giornali, molti dei quali non vedono di buon occhio il servizio di Google News come è attualmente, in quanto lo vedono come concorrenziale alle proprie pagine web. Con Fast Flip invece, da quello che si dice a Mountain View, gli editori potranno inserire pubblicità all'interno delle proprio pagine visualizzate con Fast Flip, condividendo con Google i ricavi pubblicitari ottenuti. Fast Flip all'inizio sarà disponibile solo nella versione statunitense di Google News, dove compariranno alcuni giornali con cui Google ha già raggiunto l'accordo, come il The New York Times e il Washington Post. Poi, come sempre, se l'esperimento in terra madre andrà bene, allora sarà esteso a tutto il mondo. Qui è possibile provare la versione beta di Fast Flip.

mercoledì 9 settembre 2009

Pubblicità online gennaio-luglio 2009 in Italia in crescita sul 2008

L'Osservatorio FCP-Assointernet ha pubblicato i dati relativi al fatturato della pubblicità online in Italia per i primi 7 mesi dell'anno, da gennaio a luglio 2009. Ebbene, in questi 7 mesi, il 2009 si è mostrato comunque migliore del 2008, nonostante la crisi. La pubblicità online ha infatti fatto registrare un incremento del proprio fatturato pari al 7% rispetto agli stessi mesi del 2008. A trainare questa crescita, modesta se paragonata alle crescite degli anni precedenti, ma significativa se contestualizzata nel momento di grande crisi, è la pubblicità sui motori di ricerca, che è cresciuta del 15%. Le altre soluzioni pubblicitarie invece hanno fatto registrare un calo: i banner dell'1% e l'affiliation marketing del 4%. Se si guardano i dati mensili, rapportati ai rispettivi mesi del 2008, si può notare anche come luglio sia stato il mese peggiore per i banner, con un -14% rispetto all'anno precedente, e anche come la search engine advertising abbia fatto registrare in alcuni mesi tassi di crescita superiori al 20%, come nel caso di aprile, maggio e giugno, rispettivamente con crescite del 21%, 26% e 29%.

mercoledì 2 settembre 2009

Pubblicità online in Europa: segnali di ripresa?

Secondo i dati dell'ultimo Rapporto annuale di AdEx sugli investimenti in pubblicità online in Europa, redatto da Screen Digest, l'advertising online a livello europeo continuerà a crescere anche nel 2009, anche se solo di un 2,4%, mentre nel 2010 è prevista una crescita del 6,5%. Si tratta di percentuali più basse del 20% di crescita fatto registrare nel 2008 sul 2007, ma comunque denotano segnali di ripresa dopo il rallentamento di quest'anno dovuto alla crisi. Il rapporto, che si basa sugli investimenti effettivi avvenuti in 19 dei 27 paesi membri dell'Unione, i 19 che aderiscono ad AdEx, mostra come, nonostante il forte rallentamento generale, vi siano alcuni paesi che stiano facendo registrare un 'incremento della spesa in online advertising a doppia cifra, come nel caso dell'Italia, per cui si prevede una crescita nel 2009 del 10.5%. Tra i vari formati di adv online, i search paid links sono quelli che a fine 2009 faranno registrare la crescita più significativa, con un +8%, e rappresenteranno quasi la metà, il 46% per la precisione, del mercato pubblicitario online in Europa. Per i banner si prevede crescita quasi zero, mentre per il mobile advertising è stimata una crescita anche nel 2009, anche grazie alle opportunità che il mobile offre a livello di location-based advertising e di social networking, e a nuovi format sviluppati espressamente per il mobile come le applicazioni sponsorizzate, scaricabili gratuitamente, per iPhone o altri smartphone, che permettono ai brand di entrare in contatto con gli utenti con modalità impattanti e piacevoli.

mercoledì 26 agosto 2009

Un eye tracking study sulla pubblicità nei social network

L'agenzia Oneupweb ha condotto recentemente un eye tracking study sui principali siti di social network, come Facebook, Twitter e YouTube per verificare se gli utenti che si trovano su questi siti guardano gli annunci pubblicitari a pagamento presenti sulle loro pagine, in particolar modo sulle pagine che restituiscono i risultati di una ricerca effettuata all'interno del social network. Il risultato parla a favore delle inserzioni pubblicitarie, in quanto emerge che circa il 65% degli utenti che formavano il campione della ricerca guardavano gli annunci pubblicitari entro i i primi 10 secondi dalla visualizzazione della pagina dei risultati della ricerca. Gli annunci pubblicitari spesso venivano visti prima del terzo o quarto contenuto "organico" restituito dalla ricerca effettuata sul social network, con una durata di visualizzazione simile. Sembra quindi che sui social network il confine tra contenuto naturale e annunci sponsorizzati, stando ai risultati di questa ricerca, siano più sfumati rispetto, per esempio, alle pagine dei motori di ricerca, dove si assiste invece a una predilizione dell'occhio dell'utente per i risultati organici piuttosto che per gli annunci pubblicitari a pagamento. Tuttavia molti pareri nel settore contrastano con i risultati di questo studio, e sostengono che la presenza di annunci pubblicitari classici sui social network non attiri il click dell'utente.

mercoledì 5 agosto 2009

Microsoft e Yahoo insieme contro Google

Dopo anni di trattative, proposte, passi indietro e controproposte, ecco arrivato l'accordo tra Microsoft e Yahoo per tentare di combattere il predominio di Google nel campo dei motori di ricerca e della pubblicità online legata alla ricerca. Il secondo e il terzo player nel settore dei motori di ricerca si uniscono, mettono insieme il 19,6% di market share di Yahoo e l'8,4% di market share di Microsoft per andare all'inseguimento del 65% di market share di Google (dati ComScore). L'accordo, che dovrebbe avere il suo compimento nel 2010, prevede di unire l'utilizzo della tecnologia Microsoft di Bing, il nuovo motore di ricerca dell'azienda di Redmond, alla maggiore capacità di Yahoo di attrarre clienti nell'online advertising, attraverso i suoi servizi e il suo maggiore market share. Un risultato dell'intesa, che comunque dovrà aspettare il giudizio definitivo delle autorità statunitensi dell'antitrust, dovrebbe essere anche un'accellerazione nel campo degli investimenti e dello sviluppo in internet, cosi come si dovrebbe diversificare ulteriormente la scelta per gli utenti internet, oggi guidati nella navigazione in rete dal monopolio di Google. L'accordo firmato non interesserà gli altri servizi delle due aziende, come email e instant messaging, per cui esse rimarranno completamente autonome e separate.

mercoledì 29 luglio 2009

Italiani e privacy su internet. Una fotografia

Come si comportano gli utenti internet italiani in rapporto alla loro privacy sul web? Una ricerca per tentare di fotografare il rapporto tra utenti e privacy in Italia è stata commissionata da MagNews. Nello studio sono stati trattati diversi temi legati al tracciamento dei dati personali, allo spamming, alla richiesta di dati in cambio di servizi e alla effettiva conoscenza dell'informativa sulla privacy. A proposito dello spamming, gli utenti intervistati dichiarano di essere toccati da questo fenomeno nella loro quasi totalità (97%). Quando gli utenti ricevono messaggi spamming, il 60% di essi li ignora, mentre circa il 12% apre comunque le email individuate o seganalate come spamming, spinti dalla curiosità per il contenuto della email. Quando agli utenti viene chiesto di compilare un form con dei dati personali per fruire di un certo servizio, questo non sembra essere percepito male dagli internauti italiani, purchè non vengano chiesti dati relativi al proprio patrimonio economico. In merito poi al tema dell'accettare di essere tracciati o "schedati" per ricevere poi comunicazioni pubblicitarie "su misura",inerenti ai propri gusti, il 37% circa del campione intervistato si dichiara non d'accordo con questo scambio, mentre solo il 9% dichiara di essere completamente favorevole ad esso. Per chi volesse approfondire il contenuto dell'indagine Privacy e Permission Marketing online – Rapporto Italia 2009 può trovarla sul sito di MagNews.

mercoledì 22 luglio 2009

Pubblicità online, ancora crescita per il 2009?

Secondo una stima di ZenithOptimedia relativa alle previsioni di fatturato dell'online advertising mondiale per il 2009, nonostante la crisi che si sta facendo sentire un po' in tutto il mondo, gli investimenti in pubblicità online cresceranno anche quest'anno di un 10% circa rispetto al 2008. Secondo queste previzioni lo spending in online advertising dovrebbe cosi, a livello mondiale, andare a rappresentare il 15% circa del totale degli investimenti pubblicitari mondiali. Una crescita del 10% è inferiore a quelle avute negli anni scorsi, ma è tuttavia una crescita, e, grazie a questo ritmo positivo, la pubblicità online erode quote alle altre forme di advertising, che forse risentono maggiormente della crisi mondiale. La maggiore misurabilità, la maggiore flessibilità, e, spesso, la maggiore efficacia della pubblicità online rispetto agli altri canali pubblicitari, determinano questa crescita della quota di investimenti dedicati alla pubblicità online. Si tratta pur sempre di stime, magari pià rosee rispetto ad altre, per esempio a quella di Screen Digest relativa al mercato statunitense, però sono sempre dati incoraggianti per chi opera nel settore. Se si vanno a vedere le voci di investimento dell'online advertising contenute nella ricerca di ZenithOptimedia, si può notare come, secondo queste stime, a trainare la crescita del 2009 sono e saranno soprattutto i search sponsored links, con una crescita del 20% rispetto all'anno precedente, mentre formati più tradizionali di online advertising, come i banner, faranno registrare una crescita molto più piccola, intorno al 2-3%.

mercoledì 15 luglio 2009

Sono russi gli utenti più social

Stando a una speciale classifica che mostra l'utilizzo dei siti di social network in tutto il mondo, stilata all'interno di un'indagine effettuata da comScore e basata sui dati di maggio 2009, sarebbero gli internauti russi i più assidui frequentatori di social network. Essi infatti sono al primo posto sia se si tiene conto del tempo speso sui siti di social network da ogni utente, sia se si considera il parametro delle pagine viste sui siti di social network per ogni utente. Rispettivamente 6,6 ore al mese per utente e 1.307 pagine al mese per utente. Numeri alti, se si considera che la media mondiale è stata calcolata in 3,7 ore mensili per utente e 525 pagine mensili per utente. Dietro la Russia, Brasile e Canada, mentre l'Italia si trova nelle ultime posizioni con 3,2 ore per utente al mese e 399 pagine per utente al mese. Guardando ai dati macro, sui circa 1,1 miliardi di utenti internet al mondo, considerando solo quelli al di sopra dei 15 anni, ben 734,2 milioni hanno fatto visita a un sito di social network almeno una volta al mese. Una cifra che corrisponde a circa il 65% degli internauti.

mercoledì 8 luglio 2009

Bing, decollo in rete per volare sul mobile?

Da qualche mese in rete circa 1 miliardo di internauti effettua ricerche utilizzando un nuovo motore di ricerca. Il suo nome è Bing, ed è il nuovo motore di ricerca che Microsoft ha lanciato per cercare di erodere fette di mercato nel campo della pubblicità online, in cui la search paid advertising registra i trend di crescita più interessanti. Secondo i dati di ComScore, il nuovo motore di ricerca effettivamente, da aprile a giugno, è riuscito a far salire la quota totale delle ricerche USA fatte con Microsoft, dall'8,2% al 12,1%, una percentuale sempre distante dal 65% delle ricerche effettuate con Google, ma comunque un piccolo segno incoraggiante per l'azienda di Redmond. Chissà quanto di questo piccolo successo è stato dovuto al nuovo nome, svincolato dagli altri brand noti della casa madre. Ma il futuro di Bing sembra già orientato molto verso il mobile. Secondo Scott Howe, responsabile Advertising di Microsoft, il budget per la mobile advertising tra 5 anni costituirà il 5-10% del fatturato totale del mercato pubblicitario. Sempre tra 5 anni, secondo un recente report della Ineum Consulting, la pubblicità mobile varrà 28 miliardi, dopo una cavalcata trionfale a tasso annuale di crescita intorno al 45%. Questa crescita, secondo gli esperti, sarà graduale, legata alla diffusione degli smartphone e significativa soprattutto nei paesi in via di sviluppo, dove si usano più cellulari che computer. Come sempre, anzi più di sempre, in tempi di crisi, sono previsioni da prendere con molte molle.

mercoledì 1 luglio 2009

Estensioni di dominio personalizzabili dall'anno prossimo

A sentirla cosi potrebbe sembrare una di quelle novità foriere di grandissimi cambiamenti, ma poi basta andare a vedere i costi, e la notizia viene subito ridimensionata. Si parla della novità annunciata dall'Icann, la società che gestisce l'assegnazione dei domini, secondo cui dall'anno prossimo si potranno acquistare anche domini con estensioni personalizzate e non più predefinite, come lo sono oggi le estensioni .com, .org, .net e altre ancora. Si potranno pertanto avere dei domini che finiscono con il nome di un'azienda, di un settore merceologico, di un prodotto, di una città, di una regione, e cosi via. Novità che sembra preludere a un incremento infinito ai domini esistenti in rete. A ridimensionare però l'impatto di questa novità, e quindi l'incremento dei domini, sarà il costo, a oggi fissato a 185.000 dollari. Il timore che una moltiplicazione all'infinito dei domini possa ripresentare, amplificato, il problema della brand protection e il giro di affari della compravendita di domini simili a quelli dei brand più noti, sembra non ci debba essere, in quanto Icann ha annunciato che sarà proprio impossibile acquistare domini contenenti parole simili a brand, aziende o prodotti famosi. Nel caso ci siano diversi enti, per esempio una città e un'azienda, in competizione per un'estensione personalizzata, si prevede che sarà un'asta al rialzo a decidere. Tutto a favore dell'Icann, che, dopo aver speso 10 milioni di dollari per questa operazione, beneficierà degli alti costi di acquisto di questi domini, dato che si prende una percentuale sulla vendita di ogni dominio, indipendentemente dal fornitore nazionale particolare.

mercoledì 24 giugno 2009

Come usano internet gli eurodeputati?

L'agenzia di PR e comunicazione Fleishman-Hillard ha condotto un'inchiesta su 110 europarlamentari rappresentanti di 26 paesi membri dell'Unione Europea per cercare di capire come i deputati seduti nel parlamento europeo utilizzano la rete e le nuove tecnologie digitali. I dati emersi dimostrano che, a parte l'utilizzo dei motori di ricerca per trovare informazioni su questioni legislative (che interessa il 93% degli eurodeputati), e a parte l'uso di un proprio sito internet per comunicare con i cittadini europei (uso che viene fatto dal 75% dei parlamentari europei), per il resto i rappresentanti parlamentari del popolo europeo non usano molti degli strumenti più innovativi di comunicazione che la rete offre. Infatti più di un terzo degli intervistati non usa e non ha intenzione di usare in un prossimo futuro, piattaforme di social networks e di video sharing, e non ha un blog personale. Il blog personale per comunicare con i cittadini europei viene usato frequentemente solo dal 24% degli eurodeputati. Ma anche uno strumento non più giovane come la newsletter, utile per tenere informati i cittadini su attività e comportamenti dell'europarlamentare, viene usato solo da circa la metà dei deputati europei. Un altro dato interessante è che il 62% degli europarlamentari non conosce Twitter e non ha nessuna intenzione di utilizzarlo in futuro. Ancora, solo il 33% degli europarlamentari sostiene che la pubblicità online sia efficace nei confronti degli elettori, contro un 57% che ha più fiducia nella pubblicità tv. La ricerca indica anche che comunque l'uso della rete e dei suoi strumenti e ambienti comunicativi sta crescendo, e che ciò rappresenta un'enorme potenzialità per la trasparenza e la conoscenza dei lavori del parlamento europeo. Qui è possibile avere altri dettagli sui risultati della ricerca.

mercoledì 17 giugno 2009

Hackmeeting a Milano, per una diversa e nuova cultura digitale

Si terrà a Milano dal 19 al 21 giugno l'Hackmeeting, una serie di incontri e momenti di scambio sulle varie forme di open economy e open knowledge, dedicato a tutti coloro che credono che la rete apra nuove opportunità di formazione e condivisione della conoscenza e di organizzazione economica e sociale. L'incontro, che si ripete a Milano dopo 10 anni dalla sua ultima edizione meneghina, prevede anche alcuni giorni di warm up, con incontri nei poli universitari della città dedicati al p2p, ai tentativi di controllo della rete, al fenomeno della paura sociale che spinge verso un sempre più soffocante controllo della libera espressione in rete, e ad altri temi ancora. Durante l'Hackmeeting non si parlerà solo di open economy applicata al file sharing e al p2p, ma anche di nuove esperienze che essa genera in altri ambiti, come quello dell'open design e dell'open modeling o come quello dell'ecohacking, un modello di vita economica e sociale ecologico e basato sullo scambio orizzontale di beni. L'Hackmeeting è un evento autogestito e oltre ai momenti di dibattito e scambio culturale, ci saranno anche momenti di festa, di musica e di gioco. Per chi fosse interessato a partecipare, su questo sito è possibile consultare il programma completo dell'evento.

mercoledì 10 giugno 2009

Un partito per difendere la libertà della rete nel parlamento europeo

Per la prima volta nel Parlamento europeo, ma è una novità assoluta politica in generale, siederà un parlamentare candidatosi appositamente per difendere la libertà della rete, il filesharing, e per promuovere un ripensamento del concetto di copyright ai tempi di Internet. Il suo partito si chiama PiratPartiet, il Partito Pirata, e il suo leader è Rick Falkvinge. In campagna elettorale hanno promesso di ridurre la durata del copyright sul diritto d'autore, di abolire il sistema dei brevetti e di combattere contro la repressione del filesharing e ogni tentativo di controllo della rete, di cui c'erano state delle avvisaglie preoccupanti in Svezia, con una condanna a un anno di prigione per 4 responsabili di un sito svedese di scambi di file multimediali. E alle elezioni europee gli svedesi hanno premiato questa lotta per la libertà della rete, dando più del 7% di preferenze al nuovo PiratPartiet, quantità di voti sufficienti per far andare in Parlamento Europeo uno dei candidati del partito. Ora tutti gli europei che hanno a cuore la libertà della rete e credono in una conoscenza libera e condivisa aiutata da Internet, hanno un loro rappresentante al Parlamento europeo. Alla domanda sul perché di un cosi grande successo pare che il leader del PiratPartiet abbia risposto dicendo che gli svedesi si sono cosi ribellati alla nuova legge che in quel paese consente ai titolari dei diritti d'autore di individuare e tracciare gli indirizzi IP dei presunti responsabili del download illegale.

mercoledì 3 giugno 2009

Google Wave, la nuova piattaforma nel cantiere di Google

Google ha incominciato a parlare del suo nuovo servizio Google Wave, che si propone di offrire agli utenti un ambiente web in cui vengono unite molte delle funzionalità messe via via a disposizione da Google per la comunicazione online: l'email, l'instant messaging, il social network, e la possibilità di creare documenti condivisi e gruppi online con cui portare avanti un processo di conoscenza collaborativa. Già in Gmail vi sono molte di queste funzioni, ma Google Wave promette di essere la nuova piattaforma web della società di Mountain View più completa. In Google Wave infatti gli utenti potranno scambiarsi email, documenti, mappe, link e creare gruppi di discussione per interagire con chiunque. Viene introdotto poi il concept di wave. L'utente potrà creare un wave aggiungendo i suoi contatti, permettendo loro di arricchire il contenuto del wave, replicare agli interventi altrui, modificare e aggiungere testo, foto e gadget e altro ancora. I nuovi elementi di questa piattaforma si chiameranno wave, wavelet, blip, tutti elementi in continua evoluzione e cambiamento grazie alla loro condivisione. Due novità interessanti di Google Wave promettono di essere i gadget, simili a quelli che si possono già inserire nella propria pagine di iGoogle, e i robot, entità autosufficienti che potranno fornire al gruppo informazioni in maniera automatica. Si tratta quindi di un vero e proprio desktop condiviso con al suo centro la comunicazione istantanea con gli altri utenti. Il tutto, come nella tradizione di Google, è basato su un codice open source, che permetterà agli sviluppatori di creare nuovi elementi da aggiungere nel proprio ambiente Wave. Per iniziare a capire meglio cosa sarà l'ultima innovativa applicazione di Google, qui è possibile vedere un video di presentazione e acquisire altre informazioni, mentre il servizio, da ciò che fa sapere Google, sarà disponibile agli utenti a partire dalla fine del 2009.

mercoledì 27 maggio 2009

Gli internauti europei non conoscono il 99,9 per cento del web.

Microsoft ha recentemente commissionato un'indagine sul consumo di Internet in Europa alla società SurveyShack. Dai dati che emergono dalla ricerca forse il più interessante, e quello che fa riflettere di più, è relativo alla nostra conoscenza di Internet. L'indagine infatti afferma che ben il 99,9% dello spazio Internet è sconosciuto agli internauti europei. Ossia quasi tutte le pagine e i documenti presenti nel web non vengono mai visti dagli utenti in Europa. Ciascun internauta del Vecchio Continente infatti visita, in ogni sessione di navigazione, al massimo 6 siti internet, e il 74% degli intervistati ha affermato che per ogni 10 siti cui accedono, quelli che visitano per la prima volta sono solo 3. Questo dato sulla scarsissima conoscenza di quello che c'è in rete, riflette effettivamente i dati presenti nelle ricerche sull'uso dei motori di ricerca, sempre più punto di partenza delle sessioni di navigazioni. Secondo queste ultime ricerche infatti, spesso gli utenti si fermano alla prima, o al massimo alle prime 3 pagine del motore di ricerca quando cercano qualcosa e quindi, spesso, su centinaia di migliaia, o addirittura su milioni di pagine web, essi guardano e "scoprono" solo qualche o qualche decina di siti. Si potrebbe dire: Internet, questo grande sconosciuto. E anche il fenomeno dei social network non sembra aiuti gli utenti a conoscere di più la rete. Forse usando di meno i motori di ricerca e navigando la rete con lo spirito dei vecchi esploratori, saremmo in grado di conoscere di più ciò che ci offre Internet e coglierne e sfruttarne meglio le potenzialità, soprattutto di conoscenza.

mercoledì 20 maggio 2009

Rischi di censura in rete

E' recente la notizia che il Senato della Repubblica italiana ha approvato l'altro giorno un emendamento che consente al Ministero degli Interni di obbligare i providers a oscurare siti o blog nel caso in cui in essi si possano leggere, ascoltare o vedere dichiarazioni e testi che possono essere legati a reati d'opinione, apologia di reato o istigazioni a delinquere. Nel caso venga confermata questa norma, si rischia in rete una forte diminuzione di libertà e di democraticità. Infatti nessuno potrebbe più criticare una legge fatta dal governo e approvata dalle camere senza rischiare l'accusa di apologia di reato. Nessuno potrebbe più difendere cittadini che magari vengono "trattati male" dal potere esecutivo. Nessuno potrebbe più fare obiezione di coscienza. Inoltre, con questo provvedimento, si rischia di chiudere interi siti enormi e molto frequentati come youtube anche solo se, su milioni di contenuti web, ce ne fosse anche solo uno che contenesse uno dei tre reati perseguibili. Il dubbio che questo emendamento, tra l'altro tristemente votato da un senatore che dovrebbe svolgere un ruolo d'opposizione, voglia ridurre drasticamente i margini di libertà per gli utenti internet italiani sono grandissimi. Vigilati, utenti, vigilate.

mercoledì 13 maggio 2009

Battuta d'arresto anche per la pubblicità online in US nel 2009?

Screen Digest, una società di analisi che effettua diversi studi e reports sui mercati dei vari media, ha rivisto al ribasso le sue stime relative all'andamento della pubblicità online sul mercato statunistense per il 2009. Ciò che ha spinto la società a ritoccare le previsioni precedentemente fatte, è stata la forte caduta degli investimenti in online advertising registrata nell'ultimo trimestre del 2008. Infatti, mentre nei primi 9 mesi del 2008 il fatturato americano nel web marketing è aumentato del 15%, negli ultimi 3 mesi dell'anno scorso s'è avuto un aumento di solo il 2,6%, segnalando una chiara inversione di tendenza. Per questo motivo Screen Digest ha rifatto i conti e ha previsto per il 2009 un calo del 4,8% dello spending totale di online marketing in US, e una situazione abbastanza stazionaria per il 2010, con un lievissimo incremento del fatturato intorno allo 0,4%. Questo significa che, secondo le nuove stime di Screen Digest, tra il 2008 e il 2009 ci potrebbe essere un calo di 15 punti negli investimenti in online marketing, da un +10% del 2008 a un -4,8% del 2009. L'unica categoria di prodotto pubblicitario che si salverebbe da questo calo sarebbe l'online video advertising, che continua a crescere nonostante tutto, mentre diminuirebbero sia l'online display advertising sia il search marketing.

mercoledì 6 maggio 2009

In US si scommette sui video online nella pubblicità interattiva

Secondo un recente sondaggio condotto da BrightRoll, nelle agenzie di pubblicità interattiva americane si riscontra un forte orientamento a scommettere sui video online. Infatti l'87% dei dirigenti di agenzia che hanno risposto alle domande formulate nell'indagine dichiara di aver aumentato per il 2009 la quota di budget di online advertising destinata ai video online, e il 71% di loro considera l'online video advertising come una forma di pubblicità complementare a quella televisiva. Inoltre la maggior parte delle agenzie interpellate sostiene che il cpm dell'online video advertising sia arrivato ormai a livelli abbordabili e probabilmente è destinato a scendere ulteriormente, cosa che dovrebbe favorire la diffusione di questo strumento pubblicitario. Ma nell'indagine di BrightRoll non mancano anche le perplessità e le critiche che le agenzie muovono a questa nuova forma di online advertising. In particolare si sottolineano la difficoltà a tracciare in modo accurato e preciso l'efficacia dei video pubblicitari online, cosi come invece avviene per l'altra pubblicità online in generale, e un livello di targhettizzazione inferiore a quello concesso dagli altri formati di online advertising.

giovedì 30 aprile 2009

In Italia tante email, ma che efficacia?

Secondo l'ultimo E-mail Marketing Consumer Report 2009, commissionato da ContactLab, in Italia ogni giorno vengono ricevute 420 milioni di email, circa 7 per ogni italiano. Considerando il fatto che vanno esclusi bambini e persone che non navigano, si sale a circa 20 messaggi a testa per gli internauti italiani: cifre piuttosto significative. In questo numero s'è già cercato di togliere le email considerate spam e quelle spedite in automatico dalle piattaforme di molti siti web quando si interagisce in vario modo con essi. Le caselle di posta elettronica recensite in questo report sono 51 milioni, hotmail e libero quelle più numerose. Dalla ricerca di ContactLab anche numeri interessanti sulla percentuale di utenti che consultano l'email da dispositivi mobili, il 18% del totale degli utenti, circa 4 milioni di persone, e sul numero di newsletters medio cui ci si iscrive, circa 6 a testa, anche se è tutta da verificare la reale attività degli utenti su queste newsletters. Tornando al numero delle email scambiate quotidianamente, nel giro di un anno esso è aumentato del 20% in Italia. Un particolare sulla differenza tra uomini e donne: secondo la ricerca ContactLab, le donne comunicano più con l'email, ogni giorno ricevono il 20% in più di email e sono iscritte a più newsletters.

giovedì 23 aprile 2009

Provare virtualmente gli oggetti prima di acquistarli online

Ray-Ban lancia una nuova soluzione per cercare di superare la paura degli utenti che gli oggetti acquistati online non vadano bene. Si chiama Ray-Ban Virtual Mirror ed è un software, scaricabile dal sito Ray-Ban, che, servendosi di una webcam e della tecnologia 3D, consente agli utenti che stanno consultando online gli occhiali della nota marca, di provarli virtualmente e di vedere cosi come gli stanno addosso una volta indossati. In questo modo gli utenti possono fare la stessa esperienza di acquisto, o quasi, che solitamente si fa nei negozi. Questa soluzione, che è da considerarsi un passo sperimentale di cui ancora misurare la reale portata, potrebbe comunque essere una bella trovata, e soprattutto potrebbe favorire un ulteriore sviluppo dell'e-commerce nel nostro paese. Infatti il commercio elettronico italiano è costituito solo per il 30% dalla compravendita di prodotti, e per ben il 70% dalla compravendita di servizi. Dato opposto a quello relativo al commercio off line, dove si spende l'80% in prodotti e il 20% in servizi. Tenendo conto che solo un terzo degli italiani che acquisiscono informazioni su Internet per fare degli acquisti, poi procedono con l'acquisto online, la soluzione di Ray-Ban potrebbe contribuire ad aumentare questa percentuale, andando ad incidere su uno dei 3 fattori che frenano l'ecommerce in Italia, ossia l'intangibilità dei prodotti. Per gli altri 2 fattori frenanti, i costi di spedizioni e la scarsa fiducia nei metodi di pagamento, probabilmente c'è ancora molto da fare.

giovedì 16 aprile 2009

L'e-commerce in Italia cresce anche in tempi di crisi

Crescite annue a 2 cifre continuano a caratterizzare l'andamento dell'e-commerce in Italia. Secondo l'indagine "E-commerce in Italia 2009: un'opportunità nella crisi" della Casaleggio Associati, nel 2008 il fatturato dell'e-commerce italiano è aumentato rispetto all'anno precedente del 30,7%, e dovrebbe aumentare più o meno con lo stesso tasso di crescita anche nel 2009. Il fatturato italiano delle vendite online è stato nel 2008 di 6,4 miliardi di euro, pari al 2,5% del fatturato dell'ecommerce in tutta Europa, che si è attestato intorno ai 252 miliardi di euro. I settori che hanno trainato la crescita dell'e-commerce in Italia sono stati principalmente quelli del turismo, che rappresenta circa il 50% dell'intero mercato, il tempo libero e l'elettronica di consumo, mentre per il 2009 si prevede un ottimo andamento anche per i settori della moda e della casa e arredamento. Altro dato interessante della ricerca della Casaleggio Associati è quello relativo alla percentuale che l'e-commerce in Italia rappresenta rispetto alle vendite totali al cliente finale, che nel 2008 è stata pari al 0,67%, in crescita rispetto allo 0,49% del 2007.

mercoledì 1 aprile 2009

Cresce l'uso dei social network in Italia

Secondo un recente rapporto di Nielsen sull'uso dei social network nel mondo che mette a confronto i dati di dicembre 2008 con quelli di dicembre 2007, l'Italia in un anno ha visto passare dal 63% al 73% la quota di internauti che frequentano i social network con una crescita annua di circa il 10%. Con questo incremento l'Italia a fine 2008 si è piazzata al 3° posto nella particolare classifica che misura quanti utenti di quelli che usano regolarmente internet fruiscono dei social network. Prima dell'Italia solo Brasile e Spagna, mentre la percentuale italiana di "utenti da community" risulta essere superiore alla media mondiale, 73% contro 67%. Anche se si va a guardare la percentuale di tempo passato sui social network sul totale del tempo speso online, l'Italia si piazza al 3° posto con una percentuale del 15,4%, in crescita del 113% rispetto al 7,2% del 2007. Prima dell'Italia, nella classifica del tempo speso sui social network, solo Brasile e UK. Anche in questo caso gli utenti italiani passano più tempo nelle community rispetto agli internauti degli altri paesi, se si considera che la media mondiale della percentuale del tempo speso sui social network rispetto a quello totale passato online è del 9,3%. Per quanto riguarda i social network più frequentati, in Italia Facebook è al primo posto, come capita del resto in quasi tutti gli altri paesi, seguito da MySpace e Netlog. Il 44% degli internauti italiani nel dicembre 2008 s'è connesso almeno una volta a Facebook.

mercoledì 25 marzo 2009

Più SEO che paid search advertising in US nei prossimi anni

eMarketer ha da poco pubblicato il suo Search Marketing Trends, report che fotografa l'andamento degli investimenti in search marketing sul mercato statunitense. La ricerca suggerisce dati interessanti sullo split di budget allocato sulle diverse azioni di search marketing che le aziende possono mettere in atto e il loro trend di crescita per i prossimi 5 anni. La stima complessiva riguardante il search marketing indica una crescita del fatturato di questo settore del web marketing pari al 15,3% per il 2009, mentre nel 2013 sarà dell'11,9%. Ma se si vanno a confrontare i trends di investimenti delle 2 macroaree che costituiscono il search marketing, la paid search advertising da una parte, e il SEO dall'altra, si nota che, sempre secondo i dati di eMarketer, gli investimenti in SEO aumenteranno di più di quelli nella paid search advertising, e questo in ciascuno dei prossimi 5 anni. Nel 2009 infatti, mentre per la paid search advertising si prevede un incremento del 14,9%, per il SEO si prevede una crescita del 17,7%. Per il 2013 a paid search advertising e SEO vengono attribuite crescite rispettivamente del 10,4% e del 20,3%. Quindi in prospettiva il Search Marketing Trends di eMarketer ci dice non solo che nei prossimi anni si investirà più in SEO che in paid search advertising, ma che il divario tra i due investimenti andrà a crescere a favore del SEO. Nonostante le previsioni, soprattutto se fatte sul medio-lungo periodo, siano sempre da prendere con le molle, i dati comunicati da eMarketer sembrano in linea con altre due tendenze importanti che sembrano attualmente in atto online, quella della crescente importanza dei contenuti di qualità per i motori di ricerca e per il posizionamento dei siti nei loro indici, e quello del crescente uso dei motori di ricerca per trovare, in tempo di crisi economica, il migliore rapporto qualità-prezzo secondo le esigenze specifiche degli utenti, o, in molti casi, i prezzi più bassi di un determinato prodotto. Per entrambe queste tendenze un buon lavoro di SEO può risultare molto importante.

mercoledì 18 marzo 2009

Cresce la fruizione dei contenuti generati dagli utenti

Secondo una recente ricerca di Nielsen Online, la fruizione dei contenuti online generati dagli utenti l'anno scorso ha registrato una crescita significativa in molti paesi. Se infatti si confrontano i dati del consumo online del cosidetto user generated content di dicembre 2008 con quelli di dicembre 2007, si nota che, per esempio in Italia, tale consumo è aumentato del 9,9%. Ma anche in altri paesi europei si notano crescite importanti, come per esempio in Gran Bretagna, che ha fatto registrare un + 10,3%, in Spagna dove c'è stata una crescita del 9,9%, o in Germania, dove la crescita è stata del 12,5%. In numeri assoluti, gi utenti online che fruiscono di contenuti generati da altri utenti sono 16,1 milioni in Italia, 25,6 milioni in Gran Bretagna, 20,2 milioni in Germania, 22,6 milioni in Francia e 17,4 milioni in Spagna. Questi i dati che Nielsen Online ha rilevato con il suo nuovo servizio di monitoraggio BuzzMetrics. Dati che testimoniano non solo il crescente interesse verso l'user generated content rispetto al contenuto messo a disposizione dai produttori di contenuto più tradizionali, ma anche probabilmente lo sviluppo di quei social network che sono spesso campo di coltura dell'user generated content e che, per le loro dinamiche specifiche, favoriscono il consumo del contenuto realizzato dagli utenti.

mercoledì 11 marzo 2009

A gennaio 2009 pubblicità online in Italia in crescita rispetto gennaio 2008

Secondo gli ultimi dati dell'Osservatorio Fcp-Assointernet, gli investimenti in pubblicità online in Italia di gennaio 2009 sono cresciuti del 2% rispetto a quelli sostenuti nel nostro paese nello stesso mese dell'anno scorso. Il fatturato totale registrato nel mercato italiano della pubblicità online è di poco superiore ai 40 milioni di euro. Di questi, più della metà, circa 25 milioni di euro, sono stati spesi in attività di search marketing. Circa 12 milioni di euro sono stati investiti nella display advertising, mentre poco meno di 3 milioni di euro sono andati per l'affiliate marketing. Il canale che ha determinato la crescita complessiva della pubblicità online in Italia è stato quello dei motori di ricerca, mentre sia i banner che l'affiliazione hanno subito un calo, seppur leggero. Infatti la pubblicità sui motori di ricerca a gennaio 2009 è aumentata del 5% rispetto a gennaio 2008, mentre la pubblicità in formato banner è diminuita del 2% e quella legata all'affiliazione ha registrato un calo del 6%. Sembra quindi che anche in questo mese di profonda crisi per l'economia globale, Interner e il web marketing stiano tenendo, e per il momento continuano il trend positivo che ha caratterizzato anche tutto il 2008.

mercoledì 4 marzo 2009

Politica e web: la Camera dei Deputati su YouTube

E' di pochi giorni la notizia che anche la Camera dei Deputati italiana è sbarcata su YouTube con un proprio canale. In pompa magna, con tanto di servizi ai telegiornali, è stato presentato il video-discorso di apertura del canale dell'attuale Presidente della Camera. Ma andando su YouTube si scopre che questo nuovo canale per seguire la politica italiana, visibile a questa pagina, in realtà, nonostante sia in ogni caso una novità degna di nota, ha alcune pecche che fanno riflettere. Innanzitutto ci si aspetterebbe che su un canale che si pone come obiettivo quello di far conoscere meglio ai cittadini quanto succede alla Camera, ci sia un diretta non-stop di tutte le sedute in corso, cosa che mi sembra manchi, e non solo video preconfezionati su cosa è la Camera e video-discorsi di uomini che già si sentono parlare anche troppo in televisione. Se un utente vuole seguire la diretta dei lavori parlamentari deve andare ancora sul sito istituzionale della Camera. Si deve però anche dire che forse la decisione di non pubblicare qui la diretta dei lavori parlamentari della Camera può essere legata a importanti motivazioni sia di carattere tecnico che di policy relativa alla privacy del contenuto trasmesso e degli utenti fruitori dei video. In secondo luogo è preoccupante che, almeno per il momento, non si possano postare commenti ai video; questo è un aspetto che potrebbe far sorgere il sospetto che si tratta di un'operazione di immagine, piuttosto che di un'azione sostanziale per riavvicinare veramente il Palazzo ai cittadini italiani. Da ultimo, l'iniziativa sembra essere ancora molto gestita dall'alto, mentre forse ciò di cui gli italiani hanno più bisogno oggi non è tanto di sapere di più, ma di contare di più.

mercoledì 25 febbraio 2009

Alla sera la pubblicità online funziona meglio?

Si, o almeno questa sembrerebbe essere la risposta di una ricerca condotta da Lightspeed Research per conto di Iab. L'indagine, intitolata Receptivity of the Online Audience, sembra trarre come conclusione il fatto che dopo le 18 gli utenti online sarebbero più recettivi nei confronti della pubblicità digitale. Le domande poste agli utenti intervistati vertevano sia sul quando che sul come essi siano sollecitati dalle pubblicità presenti in rete. E la grande maggioranza degli utenti, indipendentemente dalla loro età, sembra accorgersi di più della pubblicità sui siti negli orari serali, dopo le 18, e interagire di più con essa proprio in quelle ore serali. Questo vale poi soprattutto per gli utenti compresi tra i 25 e i 54 anni. Per i giovani dai 18 ai 24 anni e per gli over 55 anche il pomeriggio, dalle 14 alle 18, sembra essere una fascia oraria in cui recepiscono bene i messaggi pubblicitari presenti nei siti che navigano. Per quanto riguarda invece la tipologia di advertising che gli utenti prediligono, o meglio, che reputano meno fastidiosa, la cosa più importante per gli internauti sembra essere il loro desiderio di non essere interrotti dalla pubblicità mentre stanno facendo un'attività piacevole. Il livello di gradimento della pubblicità poi cresce se la si incontra nel bel mezzo di un processo di acquisto o di scelta finalizzata a un acquisto.

mercoledì 18 febbraio 2009

Facebook conserva per sempre dati e contenuti degli utenti

Dopo numerose polemiche intorno alla poca attenzione che Facebook avrebbe per la privacy degli utenti iscritti alla propria piattaforma, arriva l'ennesima notizia che conferma l'uso leggero e disinvolto che il social network farebbe dei dati e dei contenuti delle persone che hanno su di esso un proprio account. Si tratta di una modifica alle condizioni di utilizzo del servizio che prevede la conservazione perpetua, irrevocabile e trasferibile di tutti i dati e i contenuti postati dagli utenti iscritti a Facebook, quindi anche dopo un'eventuale cancellazione del loro account. Per molti in questo modo Facebook viola il diritto d'autore degli utenti internet, considera come propri dati e contenuti degli utenti che hanno voluto utilizzare la piattaforma di social network anche solo per un periodo temporaneo, e si autolegittima a sfruttare contenuti prodotti dagli utenti internet vita natural durante. Facebook si difende dalle critiche partite dai suoi stessi utilizzatori dicendo che questa licenza di conservazione perpetua dei dati degli utenti serve solo per garantire agli amici degli utenti che se ne sono andati da Facebook di poter continuare a fruire dei contenuti degli amici "venuti meno", ma sono ormai in molti a dubitare della buona fede del fondatore e dei gestori del social network.

mercoledì 11 febbraio 2009

Pubblicità online in crescita anche nel 2008 in Italia

Sono stati pubblicati dall'Osservatorio Fcp-Assointernet i dati di fatturato del mercato dell'online advertising italiano relativi al mese di dicembre 2008 e dell'intero anno appena passato. Se si confrontano i dati annuali del 2008 sul 2007 la pubblicità online è cresciuta del 14%. Tra le tipologie di advertising che hanno registrato la maggiore crescita vi sono i banners, che sono cresciuti del 20%, mentre in difficoltà l'email marketing, cresciuto solo dello 0,3%, e l'sms marketing, in calo del 4%. Colpisce il dato relativo alla keyword advertising, dato in calo del 12%. Si deve però precisare che mentre i dati del 2007 si riferivano a fatturati lordi, quelli del 2008 si riferiscono a fatturati netti. Se si procede ad un confronto tra dati mensili, si registra un aumento dell'1% del giro d'affari dell'online advertising di dicembre 2008 su dicembre 2007, mentre dicembre 2008 su novembre 2008 ha registrato un incremento degli investimenti dell'11%. Tra i confronti mensili dei vari strumenti di online advertising, emerge un trend negativo per l'email marketing e per gli sms, mentre i banners sembrano non sentire il passare del tempo e restano lo strumento principe della pubblicità online in Italia.

mercoledì 4 febbraio 2009

Superato il miliardo di utenti internet nel mondo

Cresce costantemente il numero di persone nel mondo che utilizzano il web. Secondo una recente ricerca di ComScore, questo numero ha superato il miliardo. Più precisamente sarebbero 1.007.730.000 gli utenti online nel mondo a oggi. Se si va a splittare questo dato per paese, al primo posto nella speciale classifica del numero di utenti internet, sta la Cina, con più di 180 milioni di navigatori, che corrisponde all'incirca al 18% del totale degli utenti web mondiali. Al secondo posto gli USA con più di 163 milioni di utenti, al terzo il Giappone con circa 60 milioni di utenti, seguito poi da Germania, con circa 37 milioni, e Regno Unito, con più di 36 milioni. L'Italia si piazza al 12° posto con quasi 21 milioni. Se si guardano invece i dati agglomerati per macroaree mondiali, allora l'Asia ospita la più alta percentuale di utenti internet del mondo con il 41% del totale, mentre al secondo posto si trova l'Europa con il 28%, seguita da Nord America, con il 18%, America Latina con il 7%, e Medio Oriente ed Africa con 5%.

mercoledì 28 gennaio 2009

Con Google Gears Gmail utilizzabile anche off line

Google sta intensificando i propri sforzi per cercare di rendere usabili le proprie applicazioni web sul desktop degli utenti anche quando essi non sono collegati a internet. L'utility che permette questo, per diverse applicazioni di Google, si chiama Google Gears. Una delle ultime novità, gradita soprattutto agli utenti di Gmail, è la possibilità di lavorare sulla propria casella di posta elettronica di gmail anche off line, cosa che fino a poco tempo fa era impossibile. Con Google Gears è infatti possibile consultare la propria casella di posta anche senza connessione a internet, preparare le bozze delle email da spedire, effettuare una ricerca tra le email ricevute e spedite, archiviare e catalogare le email conservate, e altre azioni ancora. Tutte queste azioni fatte sul proprio pc, poi vengono compiute automaticamente anche sul server dove risiedono effettivamente tutte le email non appena ci si collega alla rete. Si tratta di un servizio ancora in fase di test e disponibile per ora solo per gli utenti interneti di USA e UK, mentre per i paesi europei bisognerà aspettare un po'. Anche quest'ultimo passo della strategia di Google va nella direzione tracciata già da tempo dalla società di Mountain View, e cioé quella di sostituire gradualmente i software tradizionali con applicazioni nate sul web ma gestibili anche off line. Qui è possibile raccogliere fin da subito informazioni utili su Google Gears.

mercoledì 21 gennaio 2009

I lettori di blog negli USA

Secondo una ricerca di BuzzLogic e JupiterResearch uscita nei mesi scorsi, i lettori di blog sul mercato statunitense sarebbero cresciuti del 300% negli ultimi 4 anni. Essi sarebbero ormai la metà di tutti gli internauti statunitensi. Quelli che leggono almeno un blog almeno una volta al giorno sono il 6% di tutti gli utenti internet, mentre un altro 6% leggerebbe i blog una volta alla settimana. Questo per quanto riguarda il consumo di blog. Ma lo studio rivela anche dati interessanti sull'importanza dell'uso dei blog per le abitudini di consumo degli utenti. Infatti emerge che i blog avrebbero un'influenza sulle decisioni di acquisto dei lettori addirittura maggiore rispetto a quella esercitata dai social network. Circa un quarto degli intervistati ha infatti dichiarato di avere molta fiducia in quanto letto su un blog, rispetto a un 19% di fiducia registrato nei social network. Questo potere dei blog nell'orientare le decisioni di acquisto degli utenti varia a seconda della categoria merceologica. Le 3 categorie per cui i blog sono ritenuti più importanti come fonti di informazioni utili per i propri acquisti sono l'hitech, l'intrattenimento e i viaggi. Ovviamente al di là di questi dati qualitativi, ritengo che la variabile più importante perché si esprima appieno il potenziale informativo dei blog rimanga la qualità, l'autorevolezza e la serietà del blogger.

mercoledì 14 gennaio 2009

Più trasparenza, soprattutto online, e uso delle mappe tra i trends più cult del 2009?

Il sito Trendwatching.com, che si occupa delle tendenze che caratterizzano i comportamenti dei consumatori sul mercato, ha pubblicato una lista di trends che, a detta di questo sito, caratterizzeranno le relazioni tra aziende e consumatori nel 2009. Tra questi anche 2 che sono particolarmente attinenti e vicini al mondo web: un rapporto sempre più trasparente tra consumatori e azienda e l'utilizzo delle mappe, non solo per orientarsi su un territorio geografico, ma anche per comunicare e aprire davanti a sé nuovi orizzonti. Per quanto riguarda il primo punto, il trend individuato per quest'anno dovrebbe portare le aziende ad essere sempre più trasparenti nella comunicazione verso gli utenti e ad accettare i feedback negativi che da essi possono arrivare, soprattutto sul web. Tanto è vero che si parla di social network che permettono alle aziende di rispondere direttamente a commenti negativi postati dagli utenti. Per quanto riguarda invece l'uso delle mappe, il crescente successo di Google Maps e di tante altre applicazioni per consultare le mappe sia sul web che sul cellulare starebbe già a dimostrare l'attualità di questa tendenza. Gli altri trends individuati da Trendwatching.com come focali per il 2009 sono: aggiunta ai prodotti di accessori utili a target molto specifici di utenti, una concezione del lusso in mano ai consumatori e non in mano alle aziende, la tendenza a fare prodotti sempre più ecologici, la tendenza ad ottimizzare le proprie azioni di marketing, anche a causa della crisi.