mercoledì 29 dicembre 2010

Uso di internet e banda larga in crescita nelle famiglie italiane

Secondo l'ultima indagine Istat sull'uso delle tecnologie da parte delle famiglie italiane, il nostro paese cresce nell'utilizzo di internet e della banda larga. La penetrazione di internet nelle famiglie del nostro paese ha raggiunto il 52,4% rispetto al 47,3% del 2009, mentre l'uso della banda larga ha fatto registrato un aumento del 24%, arrivando a quota 49%. Nonostante questa maggiore diffusione di internet e della banda larga nelle famiglie italiane, il nostro paese rimane indietro rispetto ai principali paesi europei, collocandosi solo al ventesimo posto in Europa. Delle famiglie italiane, che hanno almeno un componente con un'età compresa tra i 16 e i 64 anni, solo il 59% possiede una connessione a internet in casa propria, contro una media europea del 70%, mentre per la connessione a banda larga, in Italia abbiamo un tasso di penetrazione del 49% rispetto al 61% di media europea. Altri dati rilevati sull'utilizzo del web da parte delle famiglie italiane ci dicono che i siti di social network sono utilizzati dal 45% degli utenti internet italiani, che il 26,4% degli utenti internet con età superiore ha 14 anni ordinato o acquistato qualcosa su internet per uso privato in un anno. Ma perché in Italia l'uso di internet da casa cresce, ma lentamente? Secondo gli intervistati da Istat, il 40,8% non usa internet per mancanza di capacità, il 23,2% perché considera il web inutile e non interessante, il 13,2% perché vi accede da altri luoghi, il 10,2% perchè considera costosi gli strumenti di connessione e l'8,2% perchè ritiene alto il costo della connessione.

mercoledì 22 dicembre 2010

Alcune previsioni non cosi ovvie per il mercato mobile del 2011

Jamie Hall, il co-fondatore di MocoSpace, il noto mobile social network, ha scritto quelli che secondo lui sono 5 eventi che accadranno nel mercato mobile del 2001, in controtendenza rispetto alle convinzioni più diffuse su questo mercato. Eccole queste previsioni:
1) Il mobile browser avrà più successo delle mobile apps, grazie all'html5, che permette di gestire e usare con facilità animazioni, video e altri elementi dinamici, ma che soprattutto, a differenza delle apps, è standard, e quindi da una parte permette una condivisione tra gli utenti mobile che hanno devices diversi, dall'altra semplifica il lavoro agli sviluppatori, che non devono più sviluppare le stesse cose con diversi sistemi di programmazione.
2) Legata alla prima previsione, se ne verificherà, secondo Jamie Hall, anche una seconda: la diffusione, nel 2011, del mobile social gaming, che è possibile appunto solo con il mobile browsing, in quanto solo con un sistema standard per tutti i mobile devices è possibile offrire agli utenti la possibilità di giocare insieme agli altri utenti, indipendentemente dal device mobile che essi hanno.
3) Si prevede l'ulteriore crescita dell'uso del mobile da parte dei Latinos, che sembrano essere i trascinatori dello sviluppo del mercato mobile.
4) La quarta previsione riguarda il mobile commerce, che secondo Jamie Hall, boosterà nel 2011.
5) Infine, il co-fondatore di MocoSpace prevede per l'anno prossimo la vittoria netta di Google Android su Apple, ma individua nella grande frammentazione tra diversi produttori il punto debole di Android, che potrebbe rivelarsi un ostacolo non indifferente alla sua crescita.
Staremo a vedere se e in che misura tutto questo accadrà.

mercoledì 15 dicembre 2010

I top 10 Twitter Trends del 2010

Twitter ha pubblicato la lista dei top 10 Twitter Trends del 2010. Prima di andare a vedere la lista una breve ma utile nota metodologica: i Twitter Trends non rappresentano gli argomenti più popolari o quelli di cui si è parlato o si parla di più in assoluto su Twitter, ma quelli per cui un algoritmo matematico ha rilevato i picchi di interesse più alti in un determinato momento dell'anno; difatti l'algoritmo dei Twitter Trends, come spiega bene questo post sul blog di Twitter, non registra tanto la quantità di tweets pubblicati su un argomento, ma il grado di novità che essi rappresentano quando se ne incomincia a parlare rispetto al periodo precedente; in poche parole i Twitter Trends registrano il differenziale tra il livello di popolarità di un determinato argomento prima e dopo che se ne incomincia a parlare. Dopo questa nota indispensabile per interpretare correttamente la lista, ecco i top 10 Twitter Trends:
1. Gulf Oil Spill
2. FIFA World Cup
3. Inception
4. Haiti Earthquake
5. Vuvuzela
6. Apple iPad
7. Google Android
8. Justin Bieber
9. Harry Potter & The Deathly Hallows
10. Pulpo Paul
Interessante anche il dato di tweets già pubblicati fino ad oggi nel 2010, circa 25 miliardi.

giovedì 9 dicembre 2010

Flattr, per dare direttamente soldi ai siti che si vuole sostenere

Si chiama Flattr ed è una delle ultime novità del web: un sistema di micro-pagamenti per dare piccole somme di denaro, semplicemente con un click su un bottone, ai siti che si ritiene meritevoli di essere supportati anche economicamente. Come funziona? Chi ha un sito e vuole ricevere donazioni, pubblica sulle pagine di questo sito un bottone Flattr; tutti gli utenti che visiteranno questo sito, vedranno questo bottone, e, se riterranno il sito di qualità, utile, bello, interessante o quant'altro, e decideranno di fare una piccola donazione per contribuire a finanziare quel sito, potranno cliccare sul bottone Flattr e il pagamento verrà effettuato a fine mese. Come? Basta avere un account Flattr, e caricare su di esso una piccola quota mensile di denaro, minimo 2 euro; ogni volta che si fa una donazione, il sistema di Flattr la registra, e cosi fa per tutte le altre donazioni fatte in quello stesso mese; alla fine del mese, Flattr divide la quota caricata sull'account per il numero di offerte fatte e assegna parti uguali di denaro a tutti i siti cui si è deciso di dare l'offerta. Flattr si prende il 10% delle donazioni e una parte del restante 90% va a coprire le spese per i pagamenti con i vari sistemi che vengono utilizzati. E' l'applicazione della logica dei social network a un nuovo possibile modello di business, e, più nello specifico, è la traduzione in denaro del concetto del bottone "Mi piace" di Facebook; premiare, ma questa volta anche dando soldi, i contenuti che si trovano nel web e che si valutano meritevoli; è anche forse una traduzione in chiave democratica e popolare del concetto di "donazione", che solitamente è appannaggio di grandi fondazioni, enti e banche. L'idea è interessante e prospetta davanti un modello in cui tutti possono diventare sostenitori economici di tutti e tutti possono ricevere sostegno economico da tutti, senza più necessariamente dover ricorrere a grandi benefattori, finanziatori, banche e quant'altro; una bella iniezione di democraticità anche nel modo di sostenere economicamente i progetti che vengono lanciati sul web, anche da utenti comuni che non hanno grandi budget da investire. Bisognerà vedere se si tratta di un'idea utopistica o di un modello che piano piano riesce a prendere piede, se gli utenti useranno questo bottone, magari non con la stessa frequenza del bottone "Mi piace" di Facebook, dato che in questo caso il click è sicuramente più "impegnativo", ma almeno con una frequenza tale da promuovere veramente un nuovo modello di business.

mercoledì 1 dicembre 2010

I nuovi web-magazines Twitter-based

Stanno venendo alla luce negli ultimi mesi e sono una delle ultime evoluzioni dell'uso di Twitter. Sono i Twitter-web-magazines, cioé piattaforme che permettono a ciascun utente che ha un proprio account su Twitter, di crearsi un web-magazine proprio con tutte le informazioni e i link pubblicati su Twitter da se stesso o dagli altri utenti Twitter seguiti, compresi i contenuti cui i link di Twitter rimandano. Due esempi di queste piattaforme sono Paper.li e MyTweetMag. Il concetto è semplice: su Twitter escono, spesso in rapida successione, notizie, commenti, riflessioni, con una rapidità simile a quella dei lanci di un'agenzia stampa. Ciascuno su Twitter è un potenziale editore di ciò che interessa a lui, e può seguire il flusso delle notizie e dei commenti sui temi a lui cari, fatti da altri utenti registrati su Twitter; e allora perché non dare una forma di giornale online a questa pubblicazione e condivisione di contenuto giudicato interessante dall'utente? Più che di giornali e magazines, forse in questo caso si dovrebbe parlare di aggregatori onlin di notizie provenienti da Twitter e da altre fonti citate su Twitter, ma l'idea è sempre quella: dare visibilità e organizzare informazioni ritenute interessanti. Rispetto a un normale account Twitter, sui Twitter-web-magazines si possono quindi creare ambienti di lettura e di condivisioni più simili a quelli di un giornale online, con una strutturazione delle informazioni forse più chiara e ordinata, con la possibilità di unirsi ad altri editori per formare insieme web-magazines tematici, e con la possibilità, talvolta, di condividere anche eventi speciali sul tema cui è dedicato il web-magazine. Staremo a vedere nei prossimi mesi il livello di interesse che queste applicazioni Twitter-based sapranno suscitare negli utenti di tutto il mondo.

mercoledì 24 novembre 2010

Amazon: buongiorno Italia

E' stato lanciato il sito italiano di Amazon, www.amazon.it. Sulla homepage del nuovo sito, oggi si può leggere il messaggio del fondatore del popolare sito di e-commerce, Jeff Bezos, a tutti gli utenti italiani. In questo messaggio Bezos annuncia che agli italiani che già comprano su Amazon o che lo vorranno fare in futuro per la prima volta, Amazon offrirà un'ampia offerta nelle categorie musica, libri, dvd, software, videogiochi ed elettronica, ma inizierà anche a proporre qualche articolo delle categorie più nuove di Amazon, come giocattoli, giochi e piccoli elettrodomestici. Su oltre 2 milioni di libri che saranno disponibili sul sito italiano, Amazon propone anche uno sconto del 30% in occasione del lancio del sito italiano. Nel messaggio si ricorda anche quando ci fu il primo acquisto di un italiano su Amazon: era il 3 agosto 1995 e l'acquirente era di Genova. Da allora gli utenti italiani che hanno comprato almeno un prodotto su Amazon sono diventati milioni, e adesso questi utenti avranno un sito tutto per loro, scritto nella loro lingua. In occasione del lancio italiano, Amazon, agli internauti del nostro paese, offre anche la promozione Amazon Prime, con cui, pagando un importo fisso di 9,99 euro all'anno, gli utenti possono avere tutte le spedizioni dei prodotti acquistati nell'anno senza ulteriori spese di spedizione, con consegna garantita in 2-3 giorni (4-5 giorni per le zone in cui la consegna più rapida non può essere garantita). Il lancio del sito italiano è una delle ultime mosse del colosso di e-commerce americano, che nel 2009 ha avuto un fatturato di 24,5 miliardi di dollari, e che ha più di 120 milioni di clienti in tutto il mondo.

mercoledì 17 novembre 2010

Si rafforza l'alleanza tra Facebook e Microsoft

Cresce la sinergia tra Facebook e Bing, il motore di ricerca di Microsoft. Da qualche mese è iniziato un processo di integrazione tra le 2 piattaforme che, mese dopo mese, sembra diventare sempre più significativo. A oggi su Facebook i risultati di ricerca relativi al web, i cosiddetti "risultati web", sono forniti da Bing, e su Bing sono state aggiunte diverse funzionalità social prese da Facebook. Infatti sul motore di ricerca della società di Redmond è possibile già oggi trovare, per una determinata ricerca con una certa parola chiave e nella sezione social del motore di ricerca, i link più condivisi su Facebook e gli ultimi aggiornamenti provenienti dalle pagine del social network. E presto sulle pagine social di Bing dovrebbe essere anche possibile effettuare ricerche tra i profili di Facebook e conoscere chi, tra i propri contatti su Facebook, ha espresso una preferenza, con il famoso bottone Mi Piace, su un sito, un prodotto o un evento, quando questo viene cercato dall'utente su Bing. Sembra quindi sempre più chiara la scelta strategica delle due società di allearsi in ottica anti-Google, un'alleanza che ha coinvolto anche Twitter, per cui Bing ha riservato una sezione dedicata sul suo motore di ricerca per visualizzare i tweets più recenti per una determinata ricerca effettuata. Questa triplice alleanza sembra intenda evitare che lo strapotere di Google si estenda anche al cosiddetto web sociale, dove Google sta cercando di entrare e di fornire servizi che facciano concorrenza a Facebook e Twitter, ma, fino ad oggi, con scarsi risultati.

giovedì 11 novembre 2010

Diaspora, il social network p2p più attento alla privacy

Si chiama Diaspora ed è un progetto di social network open source, decentrato e più rispettoso della privacy delle persone, ideato da 4 studenti universitari della New York University: Maxwell Salzberg, Daniel Grippi, Raphael Sofaer e Ilya Zhitomirskiy. Qualcuno l'ha ribattezzato l'anti-Facebook, in quanto l'idea nasce proprio dall'intenzione di costruire una piattaforma social che permetta agli utenti di mantenere nelle proprie mani il controllo dei dati condivisi con altri utenti e non lasciarli nelle mani di un'unica azienda senza poter sapere cosa quest'azienda ne fa e ne farà in futuro. Diaspora, per ora disponibile solo per i programmatori che vogliono testarlo e solo in lingua inglese, ha ricevuto in principio grande attenzione, sia dai media, che da sviluppatori e utenti in generale. Tanto che, avendo richiesto inizialmente qualche migliaio di dollari per iniziare la costruzione della piattaforma, i 4 studenti americani si sono visti recapitare in pochi mesi circa 200.000 dollari; segno che l'idea è piaciuta e che c'è gente che ci crede. In realtà dai primi feedback che trapelano tra gli sviluppatori che hanno provato la versione beta di Diaspora, sembra che ci sia ancora molto lavoro da fare per arrivare a una piattaforma utilizzabile in modo immediato dagli utenti comuni, sicura ed efficiente. Rispetto a Facebook, la grossa novità proposta da Diaspora è quella di permettere agli utenti di conservare sul proprio pc i dati condivisi con gli altri utenti, in quanto Diaspora è un software p2p che si deve scaricare sul proprio computer; in questo modo i dati non vengono raccolti su uno o più server esterni e consegnati a terzi, ma vengono trattenuti sul proprio pc. Inoltre Diaspora è open source e consente agli sviluppatori di partecipare alla sua evoluzione. A livello di funzionalità, Diaspora dovrebbe consentire all'incirca le medesime funzionalità di Facebook. Sul sito del progetto è possibile raccogliere altre informazioni.

mercoledì 3 novembre 2010

La diffusione di Groupon

Groupon, il sito nord-americano specializzato nelle offerte del giorno, si sta espandendo sempre di più. Dopo la sua nascita nel 2008, Groupon è cresciuto progressivamente spinto dal suo modello, che sembra piacere agli utenti internet. Ogni giorno sul sito vengono lanciate delle offerte speciali geo-localizzate, con cui si offrono a prezzi molto competitivi cene, trattamenti benessere, momenti di svago, e altro ancora, gli utenti sono invitati ad iscriversi e a "prenotarsi" per l'offerta, e, se il numero di iscritti a una determinata offerta raggiunge il quorum sufficiente, allora tutti coloro che si sono iscritti possono accaparrarsi il prodotto in offerta con lo sconto promesso. Si tratta di un modello che punta sulle quantità vendute, e che rassicura i merchant, che cosi non corrono rischi di dover fare sconti su quantitativi piccoli. Ultimamente Groupon ha fatto un po' di accordi in giro per il mondo, con cui si sta proponendo come importante player mondiale nell'ecommerce geolocalizzato. Tra questi accordi, quello con eBay, quello con Ning, e quello con Yahoo. In Italia Groupon è presente dal maggio di quest'anno, dopo aver acquisito CityDeal, un sito europeo fondato in Germania che offriva un servizio simile a quello di Groupon. Ad oggi, secondo i dati pubblicati sul loro sito, Groupon ha fatto risparmiare agli utenti quasi 700 milioni di dollari, facendo chiudere più di 15 milioni di affari.

mercoledì 27 ottobre 2010

Boost, nuova pubblicità locale di Google?

Google starebbe sperimentando una nuova forma di pubblicità legata ad AdWords specifica per le aziende che operano localmente sul territorio. Questo nuovo servizio si chiamerebbe Boost e consisterebbe in un annuncio simile a quelli soliti di AdWords ma con le informazioni dell'azienda che solitamente vengono inserite in Google Places, e che solitamente appaiono sulla mappa di Google, svincolate da una logica pubblicitaria. Quindi la grossa novità, starebbe nella possibilità, per chi ha siti con un attività da pubblicizzare localmente, di poter gestire come una campagna pubblicitaria mirata sul territorio, la propria presenza sulla mappa di Google e tra i suoi risultati di ricerca, per le parole chiave considerate rilevanti. La scelta di far visualizzare sulla mappa di Google e tra gli annunci pubblicitari le proprie informazioni "locali" con il link al sito, e la scelta delle parole chiavi per cui questo deve succedere passerebbe nelle mani del titolare dell'attività, e non sarebbe più a sola discrezione di Google, come avviene oggi con Google Places. Negli annunci mostrati, Google prevederebbe di inserire anche eventuali commenti e voti degli utenti, proprio come avviene già in Google Places. L'esperimento dovrebbe svolgersi in alcune città statunitensi, e l'implementazione di questo nuovo servizio pubblicitario anche fuori da queste città in US, ed eventualmente anche in altri paesi, sarebbe legato all'esito di questi test.

mercoledì 20 ottobre 2010

Internet mobile: la Cina supera gli Stati Uniti

Secondo il rapporto Mobile Insight di Nielsen Mobile Media relativo alla diffusione e all'uso dei cellulari nei vari paesi del mondo, l'internet mobile cinese ha superato quello statunitense in termini di utenti che ne fanno uso. In Cina gli abbonati alla telefonia mobile sono 755 milioni, più della metà dell'intera popolazione cinese. Il 38% di questi abbonati utilizza il proprio cellulare anche per navigare in internet, contro il 27% degli abbonati americani e il 16% di quelli italiani. Sono diverse le cause di questa rapida diffusione dell'internet mobile in Cina; tra queste v'è sicuramente l'aumento del numero di persone che crescono nel loro benessere e che oggi hanno più soldi rispetto a qualche anno fa, che possono spendere anche per i loro servizi mobile; ma v'è anche la situazione peculiare delle connessioni a internet in Cina: in questo paese infatti molte case sono ancora sprovviste di linee telefoniche, connessioni a internet e reti cablate; fino a qualche anno fa, molti cinesi per navigare andavano negli internet cafè; l'assenza delle connessioni casalinghe ha sicuramente aiutato la crescita della navigazione in rete tramite cellulare. Oltre all'internet mobile, altre attività in cui gli utenti cinesi superano quelli statunitensi, e quelli italiani, sono l'invio di sms, il download di suonerie, l'utilizzo di giochi pre-installati e i servizi di instant messaging.

mercoledì 13 ottobre 2010

Livestation, per vedere le tv di tutto il mondo online

Livestation è una nuova piattaforma di online tv che permette di vedere in diretta molti canali televisivi internazionali, che di solito vengono visti con il satellite o con il decoder digitale. Livestation ha due soluzioni, una gratuita e l'altra a pagamento. Quella gratuita è a sua volta duplice. E' possibile sia vedere direttamente online all'indirizzo www.livestation.com la programmazione in diretta di alcuni canali quali, per esempio, BBC World News, Al Arabiya, i canali in arabo e in inglese di Al Jazeera e Euronews, sia scaricare sul proprio pc un'applicazione, il Free Desktop Player, con cui è possibile non solo vedere sul proprio desktop queste televisioni, ma anche chattare con gli altri webtelespettatori mentre si guardano le trasmissioni televisive, e usare Twitter e Twitpic per interagire con essi durante la visione; inoltre è possibile anche suggerire altre trasmissioni in streaming, non previste nel bouquet dell'offerta iniziale, e vederne di altre suggerite dagli altri utenti. Il servizio a pagamento di Livestation invece consente di vedere canali non disponibili nella versione gratuita, come CNN International e Bloomberg Television, oppure di vedere i canali fruibili anche gratuitamente con una qualità superiore; si tratta di pagare un abbonamento mensile di qualche euro per ogni singolo canale scelto. Sul sito di Livestation si possono acquisire tutte le informazioni sui servizi offerti.

mercoledì 6 ottobre 2010

Gli utenti internet attivi in Italia sono quasi 24 milioni

Secondo gli ultimi dati pubblicati da Audiweb sull'utenza internet italiana, ad agosto di quest'anno gli italiani che si sono connessi alla rete almeno una volta nel corso del mese sono stati 23,8 milioni, 13,9% in più rispetto allo stesso mese del 2009. Chi sono e da dove navigano questi italiani? Sempre secondo le rilevazioni Audiweb, la fascia più numerosa di utenti internet è quella costituita dalle persone di età compresa tra i 35 e i 54 anni, che costituiscono quasi la metà degli utenti attivi nel giorno medio, seguiti dagli utenti che hanno un'età compresa tra i 25 e i 34 anni. Gli utenti online italiani che usano di più la rete sono quelli del Nord, che costituiscono il 38,7% del totale degli utenti, mentre gli utenti internet del Centro Italia sono il 17,9% del totale, e quelli del Sud Italia costituiscono il 15,5% del totale. A livello di giorni di navigazione, i giorni lavorativi si rivelano ancora quelli in cui gli utenti internet italiani passano più tempo online; essi infatti risultano essere 10,4 milioni in un giorno lavorativo medio, e 8,5 milioni in un giorno festivo medio. Per quanto riguarda infine le fasce orarie, non si notano grandi differenze, anche se le ore diurne registrano ovviamente più traffico internet rispetto a quelle notturne.

mercoledì 29 settembre 2010

E-government: Italia al 38° posto nel mondo

Secondo il rapporto 2010 dello United Nations Public Administration Network sullo stato dell'e-government nel mondo, il 2010 Global E-Government Survey, l'Italia non rientra tra i primi paesi nella speciale classifica dell'indice di sviluppo dell'e-government. Il nostro paese è passato dal 27° posto del 2008 al 38° posto di quest'anno, con un indice di sviluppo pari a 0,58. Per capire il divario dell'Italia con i paesi che occupano i primi posti in questa classifica sull'e-government, basti dire che la Corea del Sud, gli Stati Uniti e il Canada, che occupano rispettivamente primo, secondo e terzo posto in classifica, hanno un indice di sviluppo dell'e-government pari a, nell'ordine, 0,88, 0,85 e 0,84. L'indice è calcolato sulla base di 95 domande che interrogano i governi locali sull'utilizzo dei new media e del mobile per comunicare con i cittadini e per offrire loro i servizi della pubblica amministrazione, sulla quantità e utilità dei siti internet della pubblica amministrazione, sulla quantità e sull'importanza delle informazioni messe a disposizione dei cittadini, sulla possibilità di questi ultimi di interagire con la pubblica amministrazione, e altri parametri ancora. Per chi fosse interessato a consultare tutto il 2010 Global E-Government Survey, lo si può trovare a questa pagina.

mercoledì 22 settembre 2010

Facebook sta superando Google in U.S.?

Gli utenti statunitensi ad agosto hanno passato più tempo su Facebook che sui siti di Google, tra cui le pagine del motore di ricerca, YouTube e Gmail; questo è quanto dicono i dati di comScore sul tempo speso online dagli utenti in U.S. nel mese scorso. Nel dettaglio, tutti gli utenti online statunitensi avrebbero trascorso su Facebook un tempo totale di 41,1 miliardi di minuti, contro i 39,8 miliardi di minuti passati sui siti di Google. In percentuale sul tempo totale di navigazione, la permanenza su Facebook ha coperto il 9,9% del tempo totale passato online, quella sui siti Google il 9,6%. Dietro i 2 giganti, si sono piazzati i siti di Yahoo, su cui gli utenti statunitensi hanno speso circa il 9,3% del loro tempo online. Ma guardando al grafico che mostra il trend del tempo speso online in U.S., si nota che sia Google che Facebook stanno crescendo la loro percentuale di tempo contro gli altri top sites; quindi non stiamo assistendo tanto a un calo dell'utilizzo di Google, quanto a una crescita più rapida dell'utilizzo di Facebook. Un motivo della minore crescita di Google potrebbe essere la nuova funzione Google Instant, che velocizzerebbe i tempi delle ricerche sul motore di ricerca di Mountain View, facendo abbassare il valore del tempo trascorso sul motore di ricerca. Oltre al tempo speso online, Facebook starebbe insidiando il primato di Google anche in termini di utenti unici, stando a un report di Hitwise, dove si legge che nell'ultima settimana di settembre, Facebook avrebbe fatto registrare più utenti unici di Google.

mercoledì 15 settembre 2010

Google Instant, un turbo forse esagerato

Da poco anche in Italia è attivo il nuovo servizio di Google Instant, che mostra i risultati di ricerca sulle pagine di Google, organici e a pagamento, mentre ancora si sta digitando la parola chiave. Per le versioni locali di Google per ora, la nuova funzionalità è attiva o attivabile se si usa il motore di ricerca con un account Google. A ogni lettera digitata, Google prevede quale parola chiave l'utente sta digitando, con un calcolo delle probabilità che si basa su quello che hanno fatto gli utenti che hanno digitato le stesse lettere in passato, e fa visualizzare i risultati di ricerca per l'intera parola chiave prevista, prima che questa venga completamente digitata. Se la previsione non è corretta, a ogni lettera che si aggiunge alla parola chiave, Google aggiorna la sua previsione e modifica i suoi risultati. Secondo i calcoli di Google, questa innovazione porterà gli utenti a risparmiare dai 2 ai 5 secondi nelle loro ricerche. Il nuovo servizio si basa sulla constatazione che c'è una forte disparità tra il tempo impiegato a digitare una parola e quello per spostare lo sguardo da una sezione all'altra della pagina, 300 millisecondi contro 30 secondi. Con Google Instant, il motore di ricerca statunitense mira a ridurre questo divario. Come anche tanti altri servizi nuovi di Google, anche questo può essere disattivato, per chi vuole continuare a cercare nella vecchia maniera. Se lo si prova, un'impressione che può venire è che forse questa accellerazione nel fornire i risultati di ricerca sia un po' esagerata, e che ancora una volta la macchina Google voglia in qualche modo sostituirsi all'uomo "utente", dicendogli in anticipo quello che sta cercando e guidandolo, anche influenzandolo, nel processo di ricerca. Ad ognuno i suoi commenti.

mercoledì 8 settembre 2010

La posta prioritaria secondo Google, il postino che ti legge le email e sceglie per te

Da poco Google ha lanciato nei suoi account Gmail il servizio di Posta prioritaria, ancora in beta. Di cosa si tratta? Di un sistema con cui chi usa un account Gmail può dire a Google di scegliere per lui o per lei i messaggi più importanti da leggere, in modo che essi vengano messi in alto nella posta in arrivo tra i messaggi da leggere, e l'utente non debba più consultare e sfogliare tutta la posta in arrivo per andare a leggere quelli che reputa veramente da leggere. Ma come fa Google a decidere per l'utente quali sono le email importanti per lui? Lo fa in modo automatico registrando le email che l'utente apre, quelle cui risponde, e quelle che l'utente ha etichettato come speciali, e poi registrando le persone cui spesso l'utente invia messaggi e le parole chiave contenute nei messaggi scambiati, letti e scritti dall'utente. Per esempio se ai messaggi di una determinata persona si risponde sempre, allora Google farà trovare le email di quella persona sempre in alto nell'inbox. Inoltre l'utente può aiutare Google a perfezionare il meccanismo di scelta delle email prioritarie etichettando a mano, come più o meno importanti, email che magari Google non riesce a classificare in modo corretto con i suoi algoritmi. Servizio che può essere considerato utile certo, ma anche un'ulteriore conferma di quanto Google possieda e usi i dati privati degli utenti. Se Google riesce a decidere in modo automatico quali email sono più o meno importanti per gli utenti, vuol dire che legge e registra tutto, e su quei dati ci fa tutti i suoi calcoli per offrire un servizio migliore, per far usare di più i suoi account già esistenti e per averne di nuovi, e quindi per poter avere più pubblicità, che viene visualizzata in modo targhettizzato anche nelle caselle di posta elettronica Gmail. Una bella invasione nella privacy degli utenti... è come se un postino aprisse tutte le lettere di una persona e la consigliasse lui quali leggere o quali leggere per prime. Magari a qualcuno piace, per altri la risposta è: no grazie, non ne ho bisogno, lungi dalla mia vita privata.

mercoledì 1 settembre 2010

In USA e Canada ora Yahoo e Bing sono la stessa cosa

Adesso in USA e Canada i 2 motori di ricerca Yahoo e Bing, il motore di ricerca di Microsoft, che per anni si sono giocati la seconda posizione nel mercato delle ricerche alle spalle di Google, sono praticamente la stessa cosa. Qualche giorno fa infatti le 2 società hanno annunciato che è stata completata la migrazione delle funzioni di ricerca web, immagini e video dalla piattaforma di Yahoo a quella di Bing; in questo modo nei 2 paesi nordamericani, anche coloro che cercano su Yahoo già ora stanno utilizzando la piattaforma di Bing. L'integrazione vale sia per le ricerche che avvengono su pc sia per quelle che avvengono su device mobile, ed è prossima ad essere applicata anche in altri paesi. Questo processo di integrazione fa parte di quell'accordo siglato tra le 2 società qualche mese fa per meglio competere contro lo strapotere di Google. Le due società sottolineano come questa integrazione sarà utile sia agli utenti che agli inserzionisti. Questi ultimi in particolare potranno ora far girare le proprie campagne pay per click su entrambi i siti utilizzando un'unica piattaforma, con un risparmio di tempo e di energie non indifferente.

mercoledì 25 agosto 2010

Si rischia una rete a doppia velocità?

Si va verso una rete a doppia velocità? Una rete in cui i fornitori di contenuti che pagano i providers della connessione a Internet ad alta velocità possono recapitare i propri contenuti più velocemente sugli schermi degli utenti? Si tratta di un'ipotesi di cui si discute da anni, soprattutto negli USA. Protagonisti di questa discussione sono i grandi fornitori di servizi e contenuti sul web, come eBay e Google, i prinicipali fornitori di connessione alla rete che operano negli USA, e la Federal Communication Commission statunitense. Ma ultimamente si è diffusa la notizia che due di questi soggetti, Google e Verizon, a cui già la società di Mountain View fornisce il sistema operativo Android per molti dei dispositivi mobile Verizon, abbiano intrapreso anche contatti privati per dare un'accellerata alla discussione e per trovare una soluzione che poi possa fare da apri-pista per una nuova regolamentazione del web a banda larga. Nel mondo della rete è tuttavia diffusa la contrarietà a una soluzione di questo tipo, che andrebbe a favorire i grandi operatori che possono pagare di più per far girare più velocemente i propri contenuti sulla rete, andando a violare quel principio cosiddetto della net-neutrality, secondo cui i providers oggi garantiscono agli utenti la stessa velocità per tutti i contenuti indipendentemente da chi li fornisce. Molto contrari sono gli utenti in generale, che rischierebbero, tra l'altro, di veder aumentare i costi della connettività a banda larga, con il progressivo aumento dei costi per i fornitori di contenuto, ma contrari sono anche grandi operatori che credono ancora nella democraticità della rete. Vedremo come si evolverà nei prossimi mesi la discussione, ma intanto è importante conoscere la posizione dei diversi operatori su questo tema cosi delicato.

mercoledì 4 agosto 2010

Voto e commenti negli annunci pubblicitari di Facebook?

Sembra che Facebook stia lavorando a un sistema per introdurre negli annunci pubblicitari che girano sul suo sito le famose stelline che indicano il voto di gradimento di quell'annuncio e i commenti degli utenti all'annuncio, accompagnati dai nomi di chi li ha fatti. La funzionalità, che si andrebbe ad aggiungere al "mi piace" già presente negli spazi degli annunci, è ancora in fase di test e non si sa ancora con precisione se e come essa funzionerà, ma già di per sé l'idea di implementarla è significativa. Si tratterebbe di introdurre il meccanismo social legato alle reti di connessioni negli annunci pubblicitari, cercando cosi di richiamare il click delle persone "legate" a chi ha espresso un giudizio sull'annuncio. Un'operazione che consentirebbe forse a Facebook non solo di rendere la pubblicità sul proprio sito più efficace, ma anche di fornire agli inserzionisti feedback preziosi sulle loro campagne, se raccolti in una certa quantità. A questo punto ci si chiede quale utente spenda il proprio tempo a commentare brevi annunci pubblicitari o anche solo a votarli, e dove si fermerà Facebook, se mai si fermerà, nella raccolta di informazioni sugli utenti e sui loro comportamenti; questa nuova funzionalità infatti andrebbe ad aumentare ulteriormente la mole di informazioni sugli utenti in possesso di Facebook che, in fatto di privacy, si sa, non ha molti scrupoli.

mercoledì 28 luglio 2010

Nel mercato mondiale dell'online search advertising avanza Baidu

Secondo i dati di Strategy Analytics, nel secondo trimestre di quest'anno Google ha perso quote di mercato nel campo dell'online search advertising, passando in un trimestre dal 71,1% al 69,7% di marketshare, in un mercato che ha raggiunto quota 6,2 miliardi di dollari, e che ha fatto registrare nel secondo trimestre del 2010 un aumento del 2,7% rispetto ai primi 3 mesi dell'anno. Tutto questo nonostante il motore di ricerca di Mountain View abbia comunque fatto registrare, nel secondo trimestre 2010, un incremento dei ricavi pubblicitari rispetto al primo trimestre di quest'anno, incremento dovuto soprattutto all'aumento del cost per click medio a livello mondiale. Chi ha eroso quote di mercato a Google? Guardando i dati sembrerebbe che la risposta sia: Baidu, il motore di ricerca cinese più usato dagli utenti in Cina, che nell'arco di un solo trimestre ha visto aumentare il suo marketshare dal 3,3% al 4,6% del mercato mondiale, grazie un aumento del suo fatturato del 49% rispetto al primo trimestre 2010, e del 76% rispetto al valore del secondo trimestre 2009. Non è un caso che tutto ciò avvenga dopo l'abbandono, da parte di Google, del mercato cinese. Ora Baidu insidia gli altri due grandi operatori del search online a livello mondiale, Yahoo e Microsoft, appena davanti al motore di ricerca cinese, rispettivamente con il 5,3% e il 4,8% di marketshare.

mercoledì 21 luglio 2010

Amazon vende più libri digitali che cartacei

Se l'e-book da noi sembra ancora una realtà futura, per gli utenti di Amazon sembra invece essere un prodotto molto richiesto giù ora, nel presente. E' da qualche mese infatti che su Amazon capita che vengano venduti più libri digitali che cartacei. Prendendo i dati degli ultimi 3 mesi ogni 100 libri cartacei venduti, ne vengono venduti 148 elettronici; ma se prendiamo in considerazione l'ultimo mese il rapporto è ancora più sorprendente: 180 e-books venduti per ogni 100 libri tradizionali venduti. E dire che questi dati non comprendono i quasi 2 milioni di libri che Amazon offre in regalo sul suo lettore di e-book Kindle in quanto pubblicati prima del 1923 e quindi non coperti da diritto d'autore. Quelli comunicati da Amazon sono dati che, se da una parte segnalano il successo di Kindle, che tra l'altro, da quando è stato abbassato il suo prezzo a giugno, ha triplicato le sue vendite, dall'altra suggeriscono anche le potenzialità del formato del libro elettronico, che, soprattutto qui da noi, qualche dubbio e qualche perplessità la suscita.

mercoledì 14 luglio 2010

La crescita dell'online advertising nel mondo secondo eMarketer

Nel 2009 il fatturato mondiale dell'online advertising è stato di 55.2 miliardi di dollari, con una crescita del 2% rispetto all'anno precedente; una crescita molto limitata rispetto a quella avuta negli anni precedenti. Secondo la ricerca Worldwide Ad Spending, realizzata da Jared Jenks, di eMarketer, da quest'anno la crescita della pubblicità online a livello mondiale dovrebbe però tornare a crescere con percentuali a doppia cifra. Infatti il report prevede per il 2010 una crescita sul 2009 dell'11,9%, per un fatturato totale che arriverebbe a 61,8 miliardi di dollari; e per gli anni successivi, fino al 2014, vengono previsti tassi di crescita annuali che vanno dal 10% al 15%. Per quanto riguarda le diverse macro-aree del mondo, nel 2009 USA ed Europa occidentale hanno fatto registrare circa il 75% degli investimenti totali in online advertising, e quindi rimangono le aree più importanti per il giro d'affari della pubblicità su internet, ma negli anni prossimi i tassi di crescita che si avranno in Sud America, Sud-est asiatico e Europa dell'est saranno più significativi di quelli in USA ed Europa occidentale. Infine, le previsioni di eMarketer dicono che il peso dell'online advertising sul totale del fatturato pubblicitario mondiale passerà dall'11,9% del 2009 al 17,2% del 2014.

mercoledì 7 luglio 2010

Google vuole entrare nel mercato travel

Google cerca di entrare in un ulteriore mercato, quello del travel. E cerca di farlo con la via seguita anche in altri "ingressi" in nuovi mercati, ossia attraverso l'acquisizione di un'azienda importante di quel settore. In questo caso Google sta lavorando all'acquisizione della società ITA Software, che produce software per l'organizzazione di tutti i dati relativi ai voli aerei, e che viene usato già da diverse compagnie aeree, agenzie di viaggi e comparison sites relativi ai voli, tra cui Expedia e Kayak. E Google ha già annunciato che questo potrebbe essere solo il primo passo di una strategia che potrebbe portare la società di Mountain View a proporre agli utenti un giorno un motore di ricerca specifico per i voli aerei. Il costo per l'acquisto di ITA Software sarebbe di 700 milioni di dollari. Dato curioso è che ITA Software aveva già un accordo in essere, tra gli altri, anche con Bing, il motore di ricerca di Microsoft, per il servizio Bing Travel; accordo che si dice verrà rispetto, ma ovviamente lo scenario cambia. Quindi la mossa di Google forse è anche una risposta a Microsoft nel settore travel, anche se questa lettura è probabilmente riduttiva rispetto alle mire di Google. Certo che il rischio del profilarsi di una nuova posizione monopolistica di Google, questa volta nel settore travel, è molto concreto; anche perché la società di Mountain View ha confermato di lavorare ad un'operazione simile anche nell'ambito della ricerca degli hotel.

mercoledì 30 giugno 2010

Utilizzo dei browser nel mondo: avanza Chrome, indietreggia Internet Explorer

Secondo i dati che ci arrivano sul mercato dei browser, avanza con passo inarrestabile il nuovo browser di Google, Chrome, mentre perdono quote di market-share sia Internet Explorer sia Firefox. Secondo i dati di NetMarketShare.com infatti Internet Explorer è intorno a una fetta di mercato pari a circa il 60%, ma è da qualche mese che segue un percorso di lento ma continuo declino, con una perdita mensile di market-share che si aggira intorno al mezzo punto percentuale. Al secondo posto dei browser più utilizzati c'è Firefox, con una quota di mercato intorno al 24%; anche questo browser però piano piano sta perdeno piccole fette di mercato, e più precisamente circa mezzo punto percentuale di market-share da novembre 2009 a maggio 2010. Al terzo posto ora si piazza Chrome, che ha superato Safari e che ha una fetta di mercato che supera il 7%, con una crescita continua negli ultimi mesi. Seguono Safari, con quasi il 5% di market-share, e Opera, con poco più del 2%.

mercoledì 23 giugno 2010

Utenti internet attivi in Italia: più di 24 milioni ad aprile 2010

Secondo i dati Nielsen/Netratings, estrapolati da una presentazione di Microsoft Advertising, ad aprile di quest'anno gli utenti attivi italiani che hanno usato la rete sarebbero stati 24,3 milioni, e ciascuno di essi in media ha navigato per quasi 19 ore producendo un totale di quasi 900 milioni di visite e più di 48 miliardi di pagine viste. I siti che hanno avuto il più alto numero di utenti unici sono stati, in file, Google, con 21,8 milioni di utenti, Facebook, con 16,6 milioni di utenti, il network di siti e applicazioni di Microsoft, tra cui anche Msn Messenger, con 15,7 milioni. Ai piedi del podio, seguono i 3 portali: Virgilio, con 12,1 milioni di utenti, Yahoo!, con 11,9 milioni di utenti, e Libero, con 10,6 milioni di utenti. Al 7° posto Wikipedia, con 10,2 milioni di utenti unici. Il sito di blogs più frequentato è Blogger, con 7,3 milioni di utenti. Il sito di e-commerce più visitato è eBay, con 6,6 milioni di utenti. Il quotidiano online più letto è Repubblica.it con 6,2 milioni di utenti. Il numero medio di sessioni mensili per utenti è di 36, e il sito che registra il più alto numero di sessioni mensili per utenti è Google, con 20 sessioni circa al mese per ogni utente, seguito da Facebook, con 19 sessioni circa. Mentre sia per quanto riguarda il tempo medio per sessione che il numero medio di pagine viste per utente, Facebook sbaraglia la concorrenza, con 7 minuti di navigazione per utente e 812 pagine viste per utente, contro, rispettivamente, il minuto e 10 secondi di Google e le 182 pagine viste per utente sempre del motore di ricerca di Mountain View.

mercoledì 16 giugno 2010

Velocità connessione adsl a Internet: un test per misurare quella effettiva

Molto spesso, si sa, un conto è la velocità massima di download e di upload dichiarata dagli operatori che offrono la connessione adsl a Internet, e un conto è la velocità effettiva che si ha quando si naviga con quella connessione. Oggi c'è un nuovo strumento per capire di quanto è questa differenza. Si chiama Speed Test, ed è uno strumento gratuito messo a disposizione online dal sito sostariffe.it, con la collaborazione di Tom's Hardware. Qui lo si può provare subito. Basta selezionare il proprio provider, la provincia e la città da cui ci si collega e cliccare sul bottone per dare via al test. Nel giro di pochi secondi lo strumento restituisce le velocità effettive di download e di upload della propria connessione. C'è anche la possibilità di ricevere via email l'esito del test per conservarlo a "futura memoria". Quanto è affidabile questo strumento? Ovviamente da sostariffe.it si assicura che è molto affidabile, in quanto usa la tecnologia Ookla, azienda leader mondiale nel mercato delle applicazioni per la diagnostica della rete. Ciascuno darà il suo verdetto sull'affidabilità di questo test, ma sicuramente si tratta di un passo utile sulla strada della trasparenza. Il dato restituito è molto utile da confrontare sia con le velocità massime, ma anche con quelle minime garantite che alcuni operatori stanno iniziando a dire pubblicamente. Inoltre lo strumento sarà utile per sapere la differenze di velocità delle connessioni adsl nelle varie zone d'Italia.

mercoledì 9 giugno 2010

La censura dichiarata di Internet in Cina

Il governo cinese ha reso pubblico un documento ufficiale in cui spiega la sua visione e le sue intenzioni su Internet. Pur inneggiando alle potenzialità di Internet, in quanto generatore di sapere, il governo cinese afferma che Internet va controllato per impedire che i cinesi abbiano accesso a informazioni che possano nuocere alla sicurezza dello Stato, al pubblico interesse, e alle fasce più giovani della popolazione cinese. Con il pretesto quindi della sicurezza e della difesa dei cittadini, si giustifica apertamente la censura della rete. Nel documento si dice di più; che Internet, pur essendo una rete mondiale, in Cina deve essere soggetto alle leggi cinesi, e quindi si lascia intendere che ogni soggetto straniero che intenda operare su Internet dalla Cina deve sottostare alle regole censorie del governo cinese. La posizione di Pechino è chiara: celebrare Internet e dire di volerlo far crescere da una parte e continuare a controllarlo in modo stretto e severo dall'altra. Purtroppo è una posizione che tocca più di 400 milioni di esseri umani che si deve sperare non si abituino a pensare, anche sulla rete, come il loro governo.

mercoledì 2 giugno 2010

Fuga da Facebook?

Qualche giorno fa in Canada qualcuno ha lanciato, con un sito fatto per l'occasione, l'iniziativa QuitFacebookDay, ossia ha invitato tutti gli utenti che fanno uso del noto sito di social network a fuggire in massa, cancellando i propri account. Questo perché i promotori dell'iniziativa si dicono stanchi dei modi con cui Facebook tratta i dati personali degli utenti iscritti. Il numero degli utenti che hanno aderito all'iniziativa e hanno lasciato la piattaforma social è poca cosa rispetto all'enorme mole degli iscritti a Facebook in tutto il mondo: circa 35.000 "fuggiaschi" a oggi contro i più di 400 milioni di iscritti. Ma l'iniziativa è comunque interessante perché aiuta a prendere consapevolezza sull'uso disinvolto che i proprietari di Facebook hanno fatto e probabilmente stanno ancora facendo dei dati degli utenti. Uso disinvolto che riguarda non solo ciò che esplicitamente si può fare o non fare sul sito e le opzioni più o meno avanzate disponibili sul sito per proteggere la propria privacy, ma anche quello che molti temono Facebook faccia utilizzando i dati degli iscritti per fare soldi altrove, consegnando tali dati a terze parti, all'insaputa degli utenti che hanno lasciato quei dati. Per questo motivo i promotori dell'iniziativa sul loro sito parlano anche di "intenzioni" e non solo di "scelte concrete" fatte da Facebook, per spiegare la loro iniziativa. Se l'intenzione di fondo è fare business con i dati degli utenti, allora anche aggiungere opzioni per far circolare di meno, o cancellare, alcuni dati quando si elimina un account, può risultare inutile di fronte a ben più gravi violazioni della privacy e delle regole che dovrebbero governare l'uso di dati altrui sensibili. A questo proposito anche la Commissione Giustizia del Senato statunitense si sta muovendo ed ha mandato una lettera al fondatore di Facebook chiedendo di rendere conto dell'uso che Facebook ha fatto dei dati degli utenti con terze parti.

mercoledì 26 maggio 2010

Il ruolo di blogs e social networks nel consumo americano di news online

Il PEW Research Centre di Washington ha realizzato recentemente una ricerca, intitolata Project for Excellence in Journalism, per analizzare il consumo e e la diffusione di news online in USA. Lo studio, che ha esaminato milioni di blogs e di siti per un'anno circa, ha evidenziato in modo particolare il ruolo dei blogs e dei social networks nella pubblicazione e nella diffusione online delle notizie sul mercato statunitense. Ebbene, per esempio emerge che il 99% dei bloggers riportano sui loro blogs notizie prese da altre fonti di informazioni, e solo l'1% pubblica notizie inedite al mainstream informativo tradizionale. La fonte da cui i blogs traggono la notizie e che viene citata nei post è proprio uno dei fattori principali che determina il successo del post. E tra le fonti, esse sono ancora quelle del "vecchio" mondo dell'informazione basato su tv e giornali: BBC, CNN, New York Times, Washington Post costituiscono la fonte dell'80% delle news pubblicate dai blogs. Il ruolo dei blogs è più che altro di commentare e favorire la diffusione delle notizie. Ruolo che condivide con i social network, in particolare Twitter in USA. Nel mercato online statunitense Twitter si mostra meno legato ai media tradizionale rispetto ai blogs, in quanto su questo social network circa il 50% dei link che portano alle fonti delle news rimandano a siti che non appartengono ai grossi media. Sempre su Twitter, lo studio americano sottolinea anche la velocità con cui le notizie attirano e perdono l'interesse degli utenti; è stato stimato che il 53 per cento delle news lanciate su Twitter perde appeal dopo appena 24 ore dal primo cinguettio, e solo il 5% delle top stories di Twitter rimangono tra le topo stories per oltre una settimana.

mercoledì 19 maggio 2010

YouTube: 2 miliardi di visualizzazioni nel giorno del suo quinto compleanno

Nel giorno del suo quinto compleanno, qualche giorno fa, YouTube ha annunciato che ha avuto 2 miliardi circa di visualizzazioni dei suoi video in oltre 200 paesi diversi. L'occasione del compleanno è stata anche il pretesto per offrire al pubblico alcune informazioni sui progetti futuri di YouTube e su alcuni elementi su cui il sito sta lavorando. E cosi è stato annunciato che verrà perfezionato il motore di ricerca dei video, per renderlo ancora più efficace e per migliorare ulteriormente l'esperienza di navigazione degli utenti, che passano in media sul sito circa un quarto d'ora al giorno. Altri ambiti su cui il sito di video-sharing sta lavorando sono il collegamento con le piattaforme di web-tv e la possibilità di offrire suggerimenti sui video agli utenti sulla base dei comportamenti loro e dei loro amici tenuti sul sito. Anche una sempre più efficace monetizzazione dei video pubblicati sul sito è un ambito in cui si sta sempre lavorando; per il momento, secondo dati di Website-Monitoring, sembra che YouTube riesca a monetizzare circa 1 miliardo di video ogni settimana. In occasione del suo quinto compleanno, YouTube ha anche lanciato il gioco YouTube Five Years, con il quale si invitano gli utenti di YouTube a inviare video in cui essi raccontano una loro storia che ha a che fare con il sito, promettendo di dare visibilità ai video considerati più interessanti.

mercoledì 12 maggio 2010

Internet in Cina: superati i 400 milioni di utenti

Secondo quanto riportato sul sito Chinainternetwatch.com, gli utenti internet cinesi hanno superato i 400 milioni. Essi sarebbero oggi 404 milioni, per la precisione. Il tasso di penetrazione di Internet sulla popolazione cinese salirebbe cosi intorno al 29%, una percentuale ancora bassa se confrontata con i tassi dei paesi occidentali, ma non cosi bassa se si considera il numero degli abitanti cinesi. Guardando a dati che risalgono invece alla fine dell'anno scorso, si trova un altro dato che stupisce, e cioé il numero degli utenti che si connettono a Internet dalle aree rurali della Cina: circa il 20%, segno che l'espansione della rete sta procedendo anche nelle aree meno industrializzate del paese. Addirittura il 10% degli utenti internet non avrebbero neanche un'entrata fissa. A livello di connessione, sono circa 350 milioni gli utenti cinesi che navigano in rete con la banda larga, una percentuale che quindi si aggira intorno al 90%. Gli utenti che frequentano i social networks sono circa 124 milioni, quindi più di un quarto del totale, e di questi il 52% è costituito da giovani. Altri dati interessanti sul web cinese sono quelli relativi al numero dei bloggers, 221 milioni, e ai domini registrati, 17 milioni circa, di cui l'80% circa sono .cn. A livello di tipologia di contenuto fruito sul web cinese, la musica viene prima delle news e delle ricerche sui motori di ricerca, frequentati da circa 280 milioni di utenti, mentre a livello di servizi in crescita, gli e-services che stanno crescendo di più sono l'ecommerce, l'e-travel e l'e-finance. In particolare, gli utenti cinesi che fanno acquisti online sono 108 milioni. Abbastanza significativi anche i numeri dei cinesi che accedono al web tramite dispositivo mobile: 233 milioni di persone, quindi più della metà degli utenti internet.

mercoledì 5 maggio 2010

Pubblicità sui cellulari in crescita nel 2009 in Italia

Secondo l'Osservatorio Mobile Marketing & Service della School of Management del Politecnico di Milano, gli investimenti in pubblicità mobile fatti dalle aziende italiane nel 2009 ha fatto registrare una crescita del 20% rispetto all'anno precedente. Se si vanno a vedere i settori che hanno portato i maggiori investimenti, si trovano quelli legati all'intrattenimento, all'editoria e ai media, all'abbigliamento e all'automotive. Nonostante le dimensioni ancora ridotte di questo mercato, la tendenza è quindi quella di una crescita significativa, anche se per mercati cosi nuovi, legati ad uno strumento cosi utlizzato, soprattutto in Italia, come il cellulare, ci si potrebbe aspettare percentuali di crescita più rilevanti. L'altro aspetto importante che emerge da questo studio è che alcune aziende italiane non solo stanno investendo nel mobile advertising, ma stanno anche dedicando tempo ed energie a trovare e sperimentare nuove soluzioni per la pubblicità sui cellulari. Tra queste novità, v'è per esempio lo sviluppo di applicazioni branded per determinate categorie di cellulare, che gli utenti possono scaricare da quei cellulari.

mercoledì 28 aprile 2010

Rischi per la privacy nella cronologia web di Google?

Una ricerca condotta da Inria Planet Team, un centro che conduce ricerche sulla sicurezza in rete, ha dimostrato come i dati che Google raccoglie dagli utenti che fanno ricerche sul suo motore di ricerca attraverso un loro account personale non sono protetti come dovrebbero. Infatti il gruppo di ricercatori che ha effettuato la ricerca ha verificato la vulnerabilità in Google Web history, la Cronologia web degli utenti che accedono in Google con un loro account, e nel protocollo con cui vengono inviati al motore di ricerca i dati di autenticazione. Essi sono riusciti ad accedere ai suggerimenti di ricerca personalizzati offerti da Google ad utenti terzi e ad altri dati che hanno permesso di ricostruire la cronologia delle ricerche di quegli utenti, ottenendo cosi molte informazioni sul loro conto. Il "cavallo di Troia" per la raccolta di questi dati, che dovrebbero essere protetti e sicuri, è stato una falla nel sistema di cifratura di Google, che utilizzerebbe due differenti protocolli per comunicare con i browser degli utenti, uno protetto per dati sensibili e password (https), l'altro, quello utilizzato anche per le ricerche, è invece l'ordinario http che veicola le informazioni in chiaro. Il pericolo per la privacy degli utenti nasce perché, secondo i ricercatori di Inria Planet Team, i dati di accesso e di autenticazione dell'utente di alcuni servizi come la cronologia web e la stessa homepage del motore di ricerca dopo l'accesso verrebbero inviati in chiaro. I ricercatori hanno cosi visto tutti i tracciati di navigazione degli utenti usando semplicemente il servizio Cronologia web, in cui anche i cookie sono inviati in chiaro, oppure intercettando i cookie di autenticazione inviati nell'accedere al proprio account Google nella pagina di ricerca, impersonando l'utente nell'effettuare alcune ricerche in modo da dedurre quelle effettuate in passato attraverso l'analisi dei suggerimenti che gli vengono offerti dal motore di ricerca. Nonostante Google affermi di aver corretto i bugs, secondo l'Inria Planet Team permangono simili vulnerabilità nella versione mobile del servizio di ricerca. La ricerca dell'Inria Planet Team sarà presentata quest'estate al Privacy Enhancing Technologies Symposium di Berlino. Ricerche come queste sono importanti perché monitorano in continuazione lo stato della nostra privacy in rete e i pericoli che esistono per essa, e quindi aiutano diventare sempre più consapevoli del livello di privacy associato ai diversi siti e servizi da noi utilizzati. E' utile sapere, per chiunque volesse proteggere di più le proprie navigazioni su Google, che quando si fa un ricerca su Google con un proprio account, cliccando sul link "Visualizza personalizzazioni" che si trova in alto a destra nella pagina dei risultati di ricerca, è possibile accedere ad una pagina dove si trova il link "Interrompi la Cronologia web dal mio account Google"; cliccando su quel link e poi confermando nella pagina seguente con l'inserimento della propria password, si ferma l'acquisizione da parte di Google dei propri dati storici di ricerca e quindi si impedisce al motore di ricerca di raccogliere dati sulle nostre azioni fatte sul suo sito. A questa pagina invece si possono raccogliere altre informazioni sul servizio Cronologia web di Google.

mercoledì 21 aprile 2010

Gli sforzi per fare l'Europa anche a livello digitale

Si chiama Dichiarazione dell'agenda digitale di Granada ed è un documento che è stato approvato all'unanimità dai ministri delle telecomunicazioni dell'Unione Europea. Si tratta di un documento non vincolante il cui intendimento è quello di fornire un quadro di indicazioni unico per cercare di armonizzare e allineare le diverse normative dei paesi europei a proposito del mercato digitale. Al suo interno sono indicate delle strategie e delle indicazioni che riguardano la cybersicurezza, lo sviluppo dell'e-government, l'interoperabilità, la banda larga, e altri temi importanti per lo sviluppo del mercato digitale europeo. Alla Dichiarazione dell'agenda digitale di Granada dovranno fare seguito le azioni conrete dei diversi paesi membri dell'Unione e delle istituzioni europee per applicare le strategie contenute nel documento. Uno degli obiettivi più importanti approvati nel documento è la copertura totale della banda larga entro il 2013. All'elaborazione del documento ha contribuito anche Digital Europe, ente che raccoglie le aziende ICT europee, mentre agli intenti in esso contenuti è arrivato anche l'appoggio di Business Software Alliance (BSA). A questa pagina è possibile vedere gli highlights della conferenza stampa successiva all'approvazione del documento.

mercoledì 14 aprile 2010

Anche Twitter mette la pubblicità

La pubblicità fa il suo ingresso anche su Twitter. Dopo mesi e mesi di indiscrezioni, Twitter ha presentato la sua piattaforma per inserire annunci pubblicitari sul suo sito. Questi annunci si chiameranno Promoted Tweets, e inizialmente compariranno solo nelle pagine di ricerca del sito di social network. Inizialmente sarà un ristretto gruppo di inserzionisti a provare il nuovo sistema pubblicitario di Twitter, e poi con tutta probabilità, esso verrà allargato a chiunque voglia fare pubblicità su Twitter. Sembra che inizialmente il modello di pagamento per gli inserzionisti sia basato sul CPM. Gli annunci pubblicitari saranno dei semplici tweets che compariranno nella pagine di ricerca restituite dal sito per le keywords scelte dagli inserzionisti. Se l'esperimento avrà successo e se il feedback degli utenti non sarà troppo negativo, allora i promoted tweets potranno essere anche estesi alle altre pagine del social network e alle applicazioni esterne usate su Twitter, magari condividendo i profitti con gli sviluppatori di tali applicazioni. Per chi volesse raccogliere ulteriori informazioni sui nuovi Promoted Tweets di Twitter, è possibile leggere il post, in inglese, pubblicato sul blog di Twitter per annunciare la novità.

giovedì 8 aprile 2010

Twitter in italiano avrà il boom?

Da dicembre esiste ufficialmente anche la versione italiana di Twitter. Ci si chiede: succederà per Twitter quello che è un po' successo per Facebook, e cioé che con l'italiano il social network dei cinguettii faccia il boom e faccia impennare le sue pagine viste? Sarà in grado di insidiare nel nostro Paese il predominio di Facebook nel campo dei social network? La moda di Facebook e la tendenza ad atteggiamenti abitudinari di molti italiani certo non aiuteranno Twitter ad avere la stessa crescita di Facebook qui nel nostro Paese, anche se, guardando i dati di Google Ad Planner, si nota che da dicembre una piccola impennata c'è stata, dato che gli unique visitors giornalieri di Twitter in Italia sembrano essere passati da circa 100.000 a più di 140.000. Seppur si tratti di dati da prendere con le molle, essi segnalano comunque che un piccolo scossone la versione locale del famoso social network l'ha provocato. Per chi avessse un account Twitter e fosse interessato a passare dall'inglese all'italiano, ecco come fare: bisogna andare nella pagina settings (impostazioni) del proprio profilo, cambiare la lingua da inglese a italiano, reinserire la password e la conversione alla lingua nostrana sarà cosa fatta. Staremo a vedere questa localizzazione cosa provocherà nei prossimi mesi nel Bel Paese.

giovedì 1 aprile 2010

Internet e banda larga: Italia ancora in ritardo

L'indagine Istat che analizza il rapporto tra gli italiani e la tecnologia certifica anche per il 2009 il ritardo che il nostro Paese ha nei confronti degli altri paesi europei in fatto di connessione a Internet e diffusione della banda larga. Per quanto riguarda l'accesso a Internet infatti, esso interessa solo il 47,3% delle famiglie italiane; percentuale si in crescita, dal 42% del 2008, ma ancora troppo bassa per competere con la diffusione della rete nei paesi europei più avanzati; basti pensare che le media europea di uso della rete si attesta intorno al 65%. Sul dato relativo all'accesso a Internet spicca anche il divario generazionale presente nel nostro paese; infatti nelle famiglie dove è presente un minorenne, l'accesso a Internet sale dal 47,3% dal 68,1%, mentre per i nuclei famigliari composto solo da persone al di sopra dei 65 anni, questa percentuale scende al 5,9%. Venendo alla banda larga, dall'indagine emerge che solo il 39% delle famiglie italiane con componenti tra i 16 e i 64 anni possiede una connessione a banda larga. Dato che colloca il nostro Paese al quartultimo posto in Europa, davanti solo a Grecia, Bulgaria e Romania. La media europea di penetrazione della banda larga si attesta intorno al 56%.

mercoledì 24 marzo 2010

Facebook insidia il primato di Google in USA

Secondo i dati diffusi da Hitwise sul traffico internet in USA, per una settimana intera la homepage di Facebook ha avuto più utenti unici della homepage di Google. La differenza sarebbe stata: 7,07% di Facebook contro i 7,03% di Google, come percentuali sul totale degli utenti online statunitensi. E' la prima volta che per una settimana di fila la homepage di Facebook supera quella di Google. Questo non vuol dire che Facebook ha avuto più traffico di Google, in quanto le rilevazioni hanno interessato solo l'homepage dei due siti. A livello generale, se si considerano tutte le pagine di tutti i servizi offerti da Google, la società di Mountain View è ancora saldamente al comando. Tuttavia questi dati dimostrano da una parte la forte ascesa di Facebook, che dall'aprile 2009 al febbraio 2010 è passato da 200 milioni a 400 milioni di utenti, e dall'altra una possibile tendenza nuova nelle modalità di navigazione degli utenti. Questi adesso utilizzerebbero non più solo il motore di ricerca come incipit e ambiente naturale della loro navigazione online, ma anche i social network, Facebook in particolare. Questi dati fanno anche ipotizzare un possibile cambiamento della rete a livello globale, da strumento di ricerca ad ambiente sociale. In realtà è molto difficile scindere questi 2 aspetti nell'esperienza navigazionale di ciascuno, e anche i maggiori players, da una parte e dall'altra, cercano di mescolare i due aspetti, della socialità e della ricerca. A conferma di ciò c'è l'esempio del lancio di Google Buzz, per introdurre più socialità nel servizio di Gmail, e le voci secondo cui Facebook sta preparando una piattaforma di email concorrente a Gmail. Da soli Google e Facebook negli USA si portano via più del 14% del traffico web totale. Ciò che differenzia molto ancora i due siti sono i ricavi che riescono a generare con i loro business. Ricavi per Google sono di 23,7 miliardi di dollari, mentre per Facebook sono appena di circa 1-1,5 miliardi di dollari. Una differenza ancora siderale, che in parte ovviamente si spiega con la differente età ed esperienza dei due players.

mercoledì 17 marzo 2010

I social networks visti da aziende e agenzie

Econsultancy, community di professionisti esperti in digital marketing, ha condotto, alla fine dell'anno scorso, un'indagine online sul rapporto tra aziende e social network intervistando un campione di più di 1.000 responsabili della comunicazione di aziende, agenzie di marketing e PR in Europa e in USA. Scopo dell'indagine era di capire come e perché le aziende utilizzano i social networks nelle loro strategie di comunicazione. Dallo studio emerge che tra i vantaggi principali che le aziende pensano portino i social networks c'è l'aumento della brand awareness, per il 73% degli intervistati, un maggiore coinvolgimento dei clienti, per il 71%, il miglioramento della brand reputation, per il 66%, e l'opportunità di aumentare la comunicazione con gli influenzatori, per il 62%. Il 61% degli intervistati ritiene che i social media siano una grande opportunità di business, mentre il 12% teme i rischi che comporta una presenza aziendale nei social networks. Tra le modalità di presenza e comunicazione più frequenti sui social networks, al primo posto ci sono i tweets su Twitter con il 78& di aziende che lo fanno (molto usato nei paesi anglosassoni, meno negli altri paesi europei), al secondo posto, con il 74%, i microblogging, mentre al terzo posto, con il 65%, la creazione e gestione di profili sui social networks. In aumento l'uso di video, utilizzati dal 60% delle aziende coinvolte nell'indagine.

mercoledì 10 marzo 2010

Per la pubblicità online il 2010 parte bene

Parte bene il nuovo anno per il mercato della pubblicità online; secondo i dati FCP-Assointernet relativi agli investimenti in pubblicità online nel mese di gennaio 2010, il fatturato è stato del 4,7% superiore rispetto allo stesso mese del 2009. Gli investimenti hanno infatti sfiorato i 43 milioni di euro, contro i circa 41 del gennaio scorso. In crescita sia la display advertising, con un + 10,2% rispetto al gennaio 2009, e anche il search engine marketing, che ha registrato per il primo mese del 2010 un + 1,5%. A questo dato positivo degli investimenti si affianca un altro dato positivo relativo a questo inizio 2010, e cioé quello dell'aumento dell'audience online. Gli utenti internet in Italia infatti, nel gennaio di quest'anno, sono saliti a quota 24,4 milioni, cioé un + 3,7% rispetto al dicembre 2009 e un + 12% rispetto al gennaio 2009. Rispetto al gennaio 2009, nel primo mese del 2010 sono cresciute anche le sessioni, il tempo speso online e le pagine viste. Tutti dati che segnalano una probabile ripartenza dopo la frenata del 2009, anche se bisognerà aspettare diversi mesi per scorgere eventuali trends più significativi di medio e lungo periodo.

mercoledì 3 marzo 2010

Accordo Yahoo-Microsoft al via

E' arrivato l'ok, da parte delle autorità competenti, all'accordo Yahoo-Microsoft per unire le competenze delle due società in ambito search. Ora tale accordo dovrà concretizzarsi nelle implementazioni previste, che dovrebbero consentire migliore qualità nell'esperienza di ricerca degli utenti e maggiore efficienza delle campagne di search engine marketing degli inserzionisti. Grazie all'accordo infatti, Microsoft innoverà le tecnologie che stanno alla base dell'algoritmo del proprio motore di ricerca Bing e quelle che fanno funzionare i listings a pagamento sulle sue SERP. In cambio, Yahoo introdurrà nuove funzioni e innovazioni nelle pagine online, nei contenuti e nei prodotti web che ogni giorno vengono utilizzati da milioni di utenti che frequentano il suo portale. Per gli inserzionisti che fanno search engine marketing, sarà possibile gestire le campagne utilizzando un’unica piattaforma globale, Microsoft adCenter, raggiungendo cosi con un'unica azione integrata di keyword advertising, gli utenti di Yahoo, di Bing e di tutti i siti partner delle due società. Il periodo di implementazione delle nuove tecnologie avverrà in modo graduale e durerà molti mesi. Su questo sito è possibile trovare altre informazioni sui vari aspetti dell'accordo Yahoo-Microsoft.

mercoledì 24 febbraio 2010

DoubleClick for Publisher (DFP), la nuova piattaforma di ad-serving di Google

Google ha presentato sul mercato una nuova piattaforma di ad-serving. Si chiama DoubleClick for Publisher (DFP) ed è il frutto dell'unione delle due piattaforme già esistenti Google Ad Manager e DART di DoubleClick. Rispetto alle funzionalità delle due piattaforme precedenti, DoubleClick for Publisher offre diversi valori aggiunti. Tra questi un'interfaccia completamente nuova per risparmiare tempo e per ridurre gli errori, dati più dettagliati per riuscire a comprendere più velocemente e più facilmente quali spazi pubblicitari sono più redditizi, nuovi algoritmi per migliorare in automatico il rendimento delle pubblicità e un API pubblico con cui gli editori possono integrare le funzionalità di DoubleClick for Publisher con altre applicazioni già in uso sui loro siti. Poi vi sono altre novità più specifiche, che dovrebbero comunque potenziare l'efficacia e il rendimento della nuova piattaforma. La nuova piattaforma di ad-serving targata Google si declina in 2 differenti versioni: una per i grandi editori con grossi volumi di impression, la seconda, chiamata DFP Small Business, per gli editori piccoli, che dovrebbe essere gratuita. Chi sta usando attualmente Google Ad Manager e DART dovrebbe ricevere nei prossimi mesi automaticamente l'upgrade.

mercoledì 17 febbraio 2010

Google Buzz viola la privacy?

Google ha recentemente lanciato il suo servizio social Google Buzz, un servizio innestato su Gmail che permette, a tutti gli utenti che utilizzano l'email di google, di condividere con i propri contatti brevi post, commenti, immagini, video e altro ancora. Ma subito sono arrivate anche le prime critiche. Secondo alcuni infatti il nuovo servizio violerebbe le norme sulla privacy. Tra queste critiche, quelle dell'Electronic Privacy Information Center, un organismo americano per la tutela della privacy, che ha depositato alla Federal Trade Commission un documento dove si accusa Google Buzz di violazione delle norme federali sulla privacy e dove si chiede l'apertura di un'indagine. Le critiche erano dovute soprattutto al fatto che Google Buzz permetteva di condividere dati di terzi senza un previo consenso degli interessati. Dopo queste critiche iniziali Google ha già apportato delle modifiche al nuovo servizio, per esempio adesso vincola la condivisione alla libera e consapevole scelta degli utenti di Gmail, che quindi potranno condividere le proprie informazioni e propri dati solo con chi decidono loro. Google si difende anche dicendo che i meccanismi di Google Buzz sono stati pensati per permettere agli utenti di trovare sempre, e il più velocemente possibile, quello che loro vogliono. Ma è indubbio che questo si possa ottenere solo raccogliendo dati e dati sugli utenti e quindi entrando sempre di più nella sfera della loro privacy. Ancora una volta un servizio di social network provoca seri interrogativi sul rapporto tra il comportamento degli utenti in rete e il rispetto della loro privacy.

mercoledì 10 febbraio 2010

Safer Internet, consigli per una navigazione online dei ragazzi più sicura

S'è celebrato ieri, 9 febbraio, il Safer Internet Day, una giornata promossa da Insafe in cui, in Europa, e anche in altri paesi del mondo, si riflette e si sensibilizza tutti, e soprattutto tutti coloro che navigano in rete, sui rischi che il web presenta per la propria privacy, ma non solo, e per promuovere un uso più sicuro e più sereno della rete. Quest'anno l'attenzione viene rivolta soprattutto ai rischi che corrono gli adolescenti e i minorenni in generale, di cui il 50%, a livello europeo, diffonde su Internet, secondo uno studio UE, informazioni personali che possono rimanere online in modo definitivo e che possono essere accessibili a chiunque. Obiettivo dell'Unione Europea e di tutte le associazioni che promuovono l'iniziativa è quello di spingere gli adolescenti a pensarci molto bene prima di lasciare proprie informazioni e proprie foto in rete e ad avere sempre più consapevolezza degli strumenti che essi hanno a disposizione per proteggersi. Un invito particolare viene rivolto ai siti di social network che permettono anche ai minorenni di farsi un proprio profilo e di comunicare con gli altri utenti. Sembra che solo il 40% di questi siti garantiscano che i profili dei minori siano automaticamente visibili solo ai loro amici, e solo un terzo di questi siti ha risposto a segnalazioni di utenti che chiedevano aiuto. In un contesto del genere, si chiede ai siti di social network di fare di più per proteggere le informazioni dei minorenni in loro possesso. A oggi più di 20 siti di social network hanno sottoscritto un accordo europeo sulla socializzazione in rete più sicura, che prevede la pubblicazione sulle loro pagine di consigli sulla sicurezza specificamente destinati ai minorenni. Per maggiori informazioni sull'iniziativa Safer Internet, questa è la pagina della Commissione Europea che raccoglie info utili e documenti elaborati per la giornata di quest'anno, mentre il sito www.sicurinrete.it è un sito lanciato da Save the Children per aiutare i minorenni a capire come fare per navigare più sicuri.

mercoledì 3 febbraio 2010

La grande fuga da Internet Explorer 6

Si stanno moltiplicando le iniziative in giro per il mondo per promuovere una rapida dismissione del browser di Microsoft Internet Explorer 6 da uffici pubblici e privati. L'ultima di queste, riportata in un articolo sul sito della BBC, è una petizione fatta in UK per chiedere al governo britannico di non usare più nei propri uffici e nei propri dipartimenti il browser incriminato, lanciato nel 2001, perché utilizzerebbe una tecnologia vecchia e sarebbe insicuro. Negli USA una campagna chiamata ie6nomore con lo stesso scopo è stata promossa da più di 70 aziende che lavorano sul web. I governi di Francia e Germania hanno invitato i propri cittadini a non usare pià il browser di Microsoft dopo la denuncia di Google sulle presunte responsabilità del browser IE6 nell'attacco informatico subito in Cina. E la stessa società di Mountain View ha già annunciato che non si preoccuperà più di rendere compatibili le proprie applicazioni con questo browser. Intanto sembra che comunque IE6 stia perdendo quote nel mercato dei browser, e si stia attestando intorno al 20%, al secondo posto dietro a IE8, che, con una quota superiore al 22%, è diventato leader di mercato. Quanto in questa storia ci sia dietro lo zampino di Google per attaccare il predominio di Microsoft nel mercato dei browser, e quanto invece ci siano valutazioni approfondite sui reali pericoli derivabili dall'uso di IE6, beh, questa è una questione tutta da approfondire.

mercoledì 27 gennaio 2010

Su YouTube adesso anche i video a noleggio

Da pochi giorni su YouTube, oltre a vedere molti video gratuitamente, è possibile anche noleggiare altri video, fino a oggi visibili solo in tv: film, eventi sportivi e altre produzioni video. Questa una delle più importanti novità che la più grande e la più usata piattaforma di video sharing al mondo prevede per il 2010. I primi video che è possibile noleggiare direttamente su YouTube sono alcuni lungometraggi presentati al Sundance Film Festival e alcune partite di cricket della Indian Premier League. Il costo del noleggio è di 3,99 dollari per singolo video, fino al 31 gennaio. La scelta quindi è stata quella di partire dal cinema indipendente e da altri contenuti di nicchia per provare a vedere come va, prima di passare a contenuti più di massa. Ma questa nuova opzione, per ora limitata a un pubblico ristretto, potrebbe significare una nuova e importante direzione strategica di YouTube, e cioé quella dell'affiancamento del modello dei video on demand a pagamento a quello della fruizione gratuita dei video, o addirittura a una futura sostituzione del secondo modello con il primo. Alla novità del modello di business si affianca anche l'innovazione tecnologica, costituita dall'html 5, di cui si può vedere una presentazione, in inglese, in questo video. Per avere un assaggio della nuova funzionalità di videonoleggio su YouTube, è possibile visitare il canale della Indian Premier League su YouTube.

mercoledì 20 gennaio 2010

7 trend per il web marketing del 2010

Su ClikZ Heidi Cohen, la presidente di Riverside Marketing Strategies, un'agenzia di consulenza strategica sul marketing digitale, elenca quelli che a suo parere saranno i 7 trends principali nel campo del marketing digitale nel 2010. Eccoli:
1) Maggiore attenzione alla fidelizzazione del cliente.
2) Una più accentuata segmentazione del target con strategie di comunicazione ancora più differenziate e personalizzate.
3) Un affinamento e un potenziamento delle campagne di social media marketing.
4) Una spinta ad una maggiore creazione e condivisione del contenuto relativo all'offerta aziendale.
5) Prosecuzione della crescita del search engine marketing, non solo quello sui motori di ricerca tradizionale, Google in primis, dove cresceranno in particolare le ricerche locali, ma anche quello sulle piattaforme di video sharing come YouTube e quello sui social network.
6) Miglioramento e rafforzamento dei sistema di tracciamento e di analisi delle proprie azioni di marketing digitale.
7) Maggiore integrazione tra online e off line marketing.

mercoledì 13 gennaio 2010

Chi si informa sui blog in Italia?

Una recente indagine condotta da Human Highway, società che effettua ricerche utilizzando la rete, in collaborazione con Liquida, l'aggregatore di news che provengono dai blog, ha cercato di compilare un profilo di quegli utenti italiani che frequentano e leggono abitualmente i blog di informazione e attualità, e di comprendere che tipo di rapporto hanno questi utenti con l'informazione tradizionale. Ebbene, quello che viene fuori da questa ricerca, intitolata Blog e informazione on line e effettuata su un campione di 1.000 persone rappresentativo degli utenti abituali di Internet con più di 15 anni, è che i lettori abituali di blog di informazione e attualità sono circa 2,3 milioni, ossia il 10% degli internauti italiani. Essi sono soprattutto uomini, in particolar modo quelli che hanno un'età compresa tra i 35 e i 54 anni e quelli che abitano nel Nord-Ovest e nel Centro del nostro Paese. La maggior parte di essi, oltre a cercare informazioni sui blog, continua a fruire dell'informazione veicolata con i media tradizionali, ma circa il 30% ha dichiarato di informarsi solo attraverso i blog.