mercoledì 26 ottobre 2011

Skype poco sicuro?

Alcuni esperti di sicurezza informatica del Politecnico della New York University hanno condotto un esperimento che dimostrerebbe che è possibile, per hacker o utenti malintenzionati che conoscono bene i sistemi di protezioni usati in rete, di chiamare su Skype un utente qualsiasi anche senza essere tra i suoi contatti e quindi senza che questo utente sia in qualche modo avvertito, e acquisire i dati che questo utente usa su Skype e il suo indirizzo IP, andando a intercettare la trasmissione di alcuni pacchetti di dati con la possibilità di interrompere la chiamata prima che l'utente riceva alcun avviso su di essa; da qui sarebbe possibile poi ottenere altre informazioni su quell'utente, e più precisamente: la sua posizione geografica, con la possibilità eventualmente di seguirlo nei suoi spostamenti, e le sue abitudini di condivisione sui social network e di downloading su siti p2p; la prima informazione è acquisibile grazie all'indirizzo IP, mentre la seconda si potrebbe ricavare sfruttando l'abitudine diffusa tra gli utenti di usare gli stessi dati di accesso e di protezione su diversi siti e con diverse applicazioni. Quindi, attraverso una semplice chiamata Skype, si potrebbe venire a conoscenza dell'identità di un utente, della città in cui vive, di sue informazioni personali come l'età e la professione, e di informazioni sul suo uso della rete, come i file che scarica di più dalla rete o gli amici a cui è collegato sui social network; a proposito di download, gli esperti che hanno condotto la ricerca sono riusciti a collegare i top 50.000 files scaricati con BitTorrent a 400 utenti Skype. E' facile immaginare come malintenzionati possano utilizzare questo metodo per ottenere informazioni poi rivendibili per operazioni marketing di chi investe online; secondo gli esperti della New York University infatti con questo metodo si potrebbero acquisire i dati su circa 10.000 utenti al costo di meno di 500 dollari. Sebbene i risultati di questo test siano stati comunicati a Skype, che ora è di Microsoft, pare che dalla società non sia ancora arrivata nessuna risposta e ciò non è rassicurante.

mercoledì 19 ottobre 2011

L'anno prossimo il web supererà la carta stampata nella raccolta pubblicitaria?

Come del resto è anche naturale aspettarsi, sono previsioni abbastanza ottimistiche quelle annunciate settimana scorsa allo IAB Forum relativamente all'advertising online. Secondo queste previsioni infatti, l'anno prossimo ci potrebbe essere il sorpasso della raccolta pubblicitaria sul web sulla raccolta pubblicitaria sulla carta stampata, ipotizzando che la pubblicità online cresca l'anno prossimo di una percentuale che va dal 10% al 15%, e ipotizzando altresì che la pubblicità su carta stampata continui nel suo trend negativo che prosegue da anni. Infatti negli ultimi cinque anni, l'investimento pubblicitario delle aziende sui media cartacei è diminuito del 27,7%, mentre l'investimento pubblicitario sul web è salito del 46,1%. Cosi, se le previsioni di Iab si realizzeranno, a fine 2012, la pubblicità online, con il suo miliardo e mezzo circa di raccolta, salirà al secondo posto nella speciale classifica della racolta publicitaria in Italia per media, dietro solo alla TV, che pure negli ultimi 5 anni ha visto anch'essa una diminuzione degli investimenti pubblicitari dell'11,7%. Per il 2011, la pubblicità online dovrebbe arrivare a quota 1,2 miliardi di euro, che equivarrebbe al 14% del totale degli investimenti pubblicitari totali, 10 punti percentuali in più rispetto al 2006. Se la pubblicità online continuerà nel suo trend positivo anche nei prossimi anni, nel 2015 essa potrebbe costituire il 20% dell'intera raccolta pubblicitaria nel nostro Paese. Ma questa è un'altra previsione ottimistica tutta da verificare.

mercoledì 12 ottobre 2011

Chrome Zone, il primo punto vendita on the road di Google

Si chiama Chrome Zone, ed è il primo punto vendita fisico, non virtuale, di Google. Il punto vendita è stato aperto a Londra, all'interno di uno store Currys and PC World, in Tottenham Court Road, e in esso si vende solo un prodotto, il Samsung Chromebook, il nuovo notebook di Google, fatto in collaborazione con Samsung, con il sistema operativo realizzato dalla società di Mountain View che permette di usare programmi cloud, ossia online, senza necessità di installazione sul computer, e che consente di navigare in modo più veloce e più sicuro rispetto a quanto si può fare con gli altri portatili, stando a quello che dicono dal quartier generale di Google. Nel nuovo punto vendita di Google, risaltano ovviamente i colori del noto motore di ricerca, il desing è agile e innovativo, come promette di essere il prodotto venduto al suo interno, e gli acquirenti possono trovare personale specializzato pronto a spiegare le modalità di funzionamento e tutte le funzionalità offerte dal nuovo portatile made by Google. A questa pagina è possibile vedere anche qualche foto del nuovo Google store.

mercoledì 5 ottobre 2011

Smartphone e italiani, un rapporto sempre più stretto

Quanti sono e come vengono utilizzati gli smartphone in Italia? Per dare una risposta a questa domanda, è possibile prendere qualche dato contenuto in un articolo pubblicato da Il Sole 24 Ore settimana scorsa. Secondo quanto riportato in questo articolo, a fine marzo 2011 gli italiani che usavano uno smartphone, secondo dati Nielsen, erano circa 20 milioni, che significa un aumento del 52% rispetto al 2010; di tutti questi utenti, il 23% ha già effettuato un acquisto tramite il proprio dispositivo mobile, segno che il mobile commerce è una realtà con potenzialità interessanti, soprattutto per alcuni settori come il turismo, come delineato in quest'altro articolo; inoltre le ricerche online effettuate con gli smartphone sono aumentate del 224%. Altri dati interessanti sull'utilizzo degli smartphone in Italia, sempre contenuti in questo articolo, sono quelli contenuti in una ricerca del luglio 2011 realizzata da Ipsos MediaCT. Secondo questa ricerca, il 60% degli italiani che utilizzano lo smartphone, lo hanno quasi sempre con sé, e accompagnano l'utente anche durante la fruzione di altri media, come la televisione; il 45% degli utilizzatori di smartphone poi usa il proprio dispositivo mobile per cercare rapidamente informazioni utili sul web; altro dato interessante quello relativo alle applicazioni scaricate e usate dagli utenti italiani sugli smartphone: ogni utilizzatore di smartphone ne ha in media 19 sul suo dispositivo, di cui 4 acquistate e 7 usate spesso; infine, ben il 72% degli utilizzatori di smartphone ricorda almeno un annuncio pubblicitario visto sul proprio dispositivo mobile, segno che anche la mobile advertising potrebbe crescere a breve nel nostro paese.