venerdì 30 maggio 2008

Quanti sono i click fraudolenti in una campagna ppc?

Il Click Fraud Index è un rapporto che si propone di misurare l'incidenza dei click fraudolenti sul totale di click che vengono fatti sulle campagne pay per click. I dati sono raccolti dal Click Fraud Network, cui aderiscono più di 4.000 tra investitori, agenzie e players di vario tipo che operano nel mercato della pubblicità online. Secondo l'ultimo rapporto, nel primo trimestre del 2008, la media dei click fraudolenti di pay-per-click sulla pubblicità è stata del 16,3%, leggermente più basso rispetto al 16,6% riportato nell'ultimo trimestre del 2007. Il 16,3% è, tuttavia, più alto rispetto al 14,8% calcolato nel 1 trimestre dello scorso anno. Se però si scorpora il dato agglomerato e si vanno a vedere i click fraudolenti fatti solo sugli annunci pubblicitari apparsi sui siti del content network dei motori di ricerca (ad esempio Google AdSense e Yahoo Publisher Network), essi risultano essere il 27.8% dei click totali, in leggero calo rispetto 28,3% dell'ultimo trimestre del 2007, ma anch'esso in aumento rispetto al primo trimestre dell'anno scorso, quando il dato era del 21,9%. Eccetto gli USA, la più alta percentuale di click fraudolenti vengono da Monaco, Ghana e Nuova Caledonia. I click fraudolenti non sembrano quindi diminuire, se si guardano i dati sull'anno intero, nonostante l'impegno, forse più annunciato che effettivo, per abbassarne il numero.

venerdì 23 maggio 2008

Microsoft lancia Live Search cashback

Microsoft, non essendo riuscita per ora nell'acquisizione di Yahoo, prova a fare un'altra mossa per cercare di arginare lo strapotere di Google nel campo dell'online advertising e, in modo particolare, del search advertising e del contextual advertising. La nuova iniziativa si chiama Live Search cashback e consiste in un programma che permette agli utenti che acquistano un prodotto selezionato grazie a ricerche effettuate con Live Search di essere rimborsati per una parte dell'importo totale del prodotto acquistato. Come funziona? Per gli utenti, basta andare sul sito di Live Search cashback, digitare la parola chiave relativa al prodotto che si vuole acquistare. Il motore di ricerca restituisce come risultati un elenco di prodotti con immagine, breve descrizione e range di prezzo tra i vari fornitori. Cliccando sul prodotto, l'utente può confrontare i prezzi dei diversi fornitori, e vedere quale percentuale dell'importo totale gli verrà restituita in caso di acquisto. Tale percentuale infatti varia da negozio a negozio a seconda dell'accordo stipulato da ogni negozio con Microsoft. Dal lato invece dei siti di ecommerce che vogliono pubblicizzare il loro prodotto su Live Search cashback, essi devono pagare la visibilità avuta sul sito solo nel caso di acquisto dei loro prodotti, con un modello di business a costo per acquisizione (CPA). Questa nuova piattaforma nasce grazie all'accordo con eBay, PayPal e altri importanti siti di ecommerce, che sono interessati ad avere una visibilità privilegiata tra i risultati di ricerca restituiti da Live Search per la ricerca di determinati prodotti. Live Search cashback è stato reso possibile anche dall'acquisizione, da parte di Microsoft, della tecnologia software della società Jellyfish, specializzata nella comparazione tra i prezzi dei prodotti di diverse categorie merceologiche. Con Live Search cashback Microsoft tenta di sottrarre a Google una parte degli utenti web, spingendoli a fare ricerche sul proprio motore, e una fetta degli investimenti pubblicitari fatti sulla rete, spingendo gli operatori di ecommerce a spostare budget da Google a Microsoft per avere visibilità sul sito di Live Search cashback.

venerdì 16 maggio 2008

Quanto viene letto di una pagina web?

Quando l'utente atterra su una pagina web, quanto legge di tutto quello che c'è scritto sopra? Secondo i risultati di una ricerca condotta dall'University of Hamburg la risposta è: il 28%. Il rimanente 72% del contenuto di una pagina l'utente non lo legge, ma ne fa una sorta di "scanning" rapido. Questa "percentuale di lettura" sembra non variare al cambiare della quantità di contenuto scritto all'interno della pagina. Se c'è più testo, o si saltano alcuni pezzi, o si leggono più velocemente quelle parti di testo su cui viene attirata l'attenzione dell'utente. I risultati di questa ricerca sembrano in linea di massima confermare quelli di una'analisi precedente effettuata nel 2004 dal team di Jakob Nielsen, anche se quest'ultimo sembra convinto che la percentuale di testo letto su una pagina web sia ancora inferiore, intorno al 20%. Lo studio condotto dall'University of Hamburg s'è basato sull'osservazione del comportamento sul web di 25 utenti durante una loro navigazione naturale, non guidata, e questi utenti probabilmente presentano una preparazione intellettuale e un'approccio culturale leggermente superiore alla media. Ma nonostante l'esiguo numero di utenti "analizzati" e la loro presunta "superiorità" rispetto all'utente medio, i risultati di questa ricerca possono risultare sicuramente utili per tutti gli editori, in quanto ricordano l'importanza della sintesi nella stesura dei contenuti per il web, e suggeriscono la regola del "poco ma importante". Laddove sono necessarie spiegazioni e approfondimenti, questi dati suggeriscono di strutturare il contenuto secondo un'impostazione "a cipolla" che partendo da un testo breve, va a sviluppare in step successivi alcuni singoli punti del testo iniziale. Struttura che riporta ancora al buon vecchio hyperlink, che rimane, a quanto pare, la struttura più adeguata alle dinamiche che si hanno sulla rete.

mercoledì 7 maggio 2008

Il quotidiano The Capital Times solo su Internet

L'editore del The New York Times Arthur Sulzberger lo aveva detto un po' di tempo fa: tra qualche anno i giornali cartacei spariranno e lasceranno il posto alle loro corrispettive versioni online. Per qualcuno questo sta già avvenendo. E' il caso del quotidiano progressista statunitense The Capital Times, che ha abolito la sua versione cartacea e sopravvive solo su internet. Ora la redazione del giornale produrrà su carta solo due settimanali: una guida gratuita agli spettacoli e una sezione di notizie che saranno distribuite dalla molto più conservatrice testata rivale The Wisconsin State Journal. La decisione è stata presa dopo che la tiratura del giornale s'era più che dimezzata negli ultimi 40 anni e stava registrando un trend in continua discesa. Questa decisione ha comportato una dolorosa riduzione del personale: più di 20 giornalisti che lavoravano per la testata sono stati lasciati a casa, di cui molti con il prepensionamento e altri con il licenziamento. I reporter che lavorano invece nella redazione online sono solo 7 e si occupano sia di web producing che di web design. L'aria che si respira in USA spinge a pensare che lo spostamento sul web è un destino cui prima o poi andranno incontro tutti gli editori, ed è facile credere che questo cambiamento prima o poi investirà anche l'Europa e il nostro paese.

venerdì 2 maggio 2008

Se si va sul mobile si ha il 13% in più di utenti

Secondo un recente studio di Nielsen, la presenza sul mobile aumenterebbe l'audience dei siti internet di una percentuale media del 13%. A questo risultato Nielsen è arrivata dopo aver condotto un'analisi su più di 200 siti, misurando sia il traffico generato dal pc di casa sia quello generato dal cellulare nel Q4 del 2007, distinguendo tra visite duplicate e non. Per alcune categorie di siti, come quelli riguardanti le previsioni del tempo e quelli che offrono vari servizi e prodotti di intrattenimento, questa percentuale questa percentuale sale al 22%. A seguire vi sono i siti di giochi e musica con il 15%. Interessante anche il dato relativo agli shopping sites, che dimostra che chi visita questi ultimi via mobile, quasi sempre li visita anche dal pc, al contrario dei siti che offrono le previsioni del tempo, visitati molto anche solo via mobile. Questa di Nielsen è una delle prime ricerche con cui si tenta di misurare l'impatto che può avere la presenza sul mobile sul reach raggiunto dai siti internet. E questo primo risultato dimostrerebbe che avere anche una presenza mobile aiuterebbe i siti internet ad aumentare la propria audience, e di una percentuale che non è da buttar via. Questi dati sono e saranno sempre più utili, sia agli editori per riuscire a monetizzare nel modo più corretto i propri spazi mobile, sia agli investitori che inizieranno ad avere informazioni più precise per indirizzare le loro decisioni relative agli investimenti in mobile marketing.