mercoledì 29 settembre 2010

E-government: Italia al 38° posto nel mondo

Secondo il rapporto 2010 dello United Nations Public Administration Network sullo stato dell'e-government nel mondo, il 2010 Global E-Government Survey, l'Italia non rientra tra i primi paesi nella speciale classifica dell'indice di sviluppo dell'e-government. Il nostro paese è passato dal 27° posto del 2008 al 38° posto di quest'anno, con un indice di sviluppo pari a 0,58. Per capire il divario dell'Italia con i paesi che occupano i primi posti in questa classifica sull'e-government, basti dire che la Corea del Sud, gli Stati Uniti e il Canada, che occupano rispettivamente primo, secondo e terzo posto in classifica, hanno un indice di sviluppo dell'e-government pari a, nell'ordine, 0,88, 0,85 e 0,84. L'indice è calcolato sulla base di 95 domande che interrogano i governi locali sull'utilizzo dei new media e del mobile per comunicare con i cittadini e per offrire loro i servizi della pubblica amministrazione, sulla quantità e utilità dei siti internet della pubblica amministrazione, sulla quantità e sull'importanza delle informazioni messe a disposizione dei cittadini, sulla possibilità di questi ultimi di interagire con la pubblica amministrazione, e altri parametri ancora. Per chi fosse interessato a consultare tutto il 2010 Global E-Government Survey, lo si può trovare a questa pagina.

mercoledì 22 settembre 2010

Facebook sta superando Google in U.S.?

Gli utenti statunitensi ad agosto hanno passato più tempo su Facebook che sui siti di Google, tra cui le pagine del motore di ricerca, YouTube e Gmail; questo è quanto dicono i dati di comScore sul tempo speso online dagli utenti in U.S. nel mese scorso. Nel dettaglio, tutti gli utenti online statunitensi avrebbero trascorso su Facebook un tempo totale di 41,1 miliardi di minuti, contro i 39,8 miliardi di minuti passati sui siti di Google. In percentuale sul tempo totale di navigazione, la permanenza su Facebook ha coperto il 9,9% del tempo totale passato online, quella sui siti Google il 9,6%. Dietro i 2 giganti, si sono piazzati i siti di Yahoo, su cui gli utenti statunitensi hanno speso circa il 9,3% del loro tempo online. Ma guardando al grafico che mostra il trend del tempo speso online in U.S., si nota che sia Google che Facebook stanno crescendo la loro percentuale di tempo contro gli altri top sites; quindi non stiamo assistendo tanto a un calo dell'utilizzo di Google, quanto a una crescita più rapida dell'utilizzo di Facebook. Un motivo della minore crescita di Google potrebbe essere la nuova funzione Google Instant, che velocizzerebbe i tempi delle ricerche sul motore di ricerca di Mountain View, facendo abbassare il valore del tempo trascorso sul motore di ricerca. Oltre al tempo speso online, Facebook starebbe insidiando il primato di Google anche in termini di utenti unici, stando a un report di Hitwise, dove si legge che nell'ultima settimana di settembre, Facebook avrebbe fatto registrare più utenti unici di Google.

mercoledì 15 settembre 2010

Google Instant, un turbo forse esagerato

Da poco anche in Italia è attivo il nuovo servizio di Google Instant, che mostra i risultati di ricerca sulle pagine di Google, organici e a pagamento, mentre ancora si sta digitando la parola chiave. Per le versioni locali di Google per ora, la nuova funzionalità è attiva o attivabile se si usa il motore di ricerca con un account Google. A ogni lettera digitata, Google prevede quale parola chiave l'utente sta digitando, con un calcolo delle probabilità che si basa su quello che hanno fatto gli utenti che hanno digitato le stesse lettere in passato, e fa visualizzare i risultati di ricerca per l'intera parola chiave prevista, prima che questa venga completamente digitata. Se la previsione non è corretta, a ogni lettera che si aggiunge alla parola chiave, Google aggiorna la sua previsione e modifica i suoi risultati. Secondo i calcoli di Google, questa innovazione porterà gli utenti a risparmiare dai 2 ai 5 secondi nelle loro ricerche. Il nuovo servizio si basa sulla constatazione che c'è una forte disparità tra il tempo impiegato a digitare una parola e quello per spostare lo sguardo da una sezione all'altra della pagina, 300 millisecondi contro 30 secondi. Con Google Instant, il motore di ricerca statunitense mira a ridurre questo divario. Come anche tanti altri servizi nuovi di Google, anche questo può essere disattivato, per chi vuole continuare a cercare nella vecchia maniera. Se lo si prova, un'impressione che può venire è che forse questa accellerazione nel fornire i risultati di ricerca sia un po' esagerata, e che ancora una volta la macchina Google voglia in qualche modo sostituirsi all'uomo "utente", dicendogli in anticipo quello che sta cercando e guidandolo, anche influenzandolo, nel processo di ricerca. Ad ognuno i suoi commenti.

mercoledì 8 settembre 2010

La posta prioritaria secondo Google, il postino che ti legge le email e sceglie per te

Da poco Google ha lanciato nei suoi account Gmail il servizio di Posta prioritaria, ancora in beta. Di cosa si tratta? Di un sistema con cui chi usa un account Gmail può dire a Google di scegliere per lui o per lei i messaggi più importanti da leggere, in modo che essi vengano messi in alto nella posta in arrivo tra i messaggi da leggere, e l'utente non debba più consultare e sfogliare tutta la posta in arrivo per andare a leggere quelli che reputa veramente da leggere. Ma come fa Google a decidere per l'utente quali sono le email importanti per lui? Lo fa in modo automatico registrando le email che l'utente apre, quelle cui risponde, e quelle che l'utente ha etichettato come speciali, e poi registrando le persone cui spesso l'utente invia messaggi e le parole chiave contenute nei messaggi scambiati, letti e scritti dall'utente. Per esempio se ai messaggi di una determinata persona si risponde sempre, allora Google farà trovare le email di quella persona sempre in alto nell'inbox. Inoltre l'utente può aiutare Google a perfezionare il meccanismo di scelta delle email prioritarie etichettando a mano, come più o meno importanti, email che magari Google non riesce a classificare in modo corretto con i suoi algoritmi. Servizio che può essere considerato utile certo, ma anche un'ulteriore conferma di quanto Google possieda e usi i dati privati degli utenti. Se Google riesce a decidere in modo automatico quali email sono più o meno importanti per gli utenti, vuol dire che legge e registra tutto, e su quei dati ci fa tutti i suoi calcoli per offrire un servizio migliore, per far usare di più i suoi account già esistenti e per averne di nuovi, e quindi per poter avere più pubblicità, che viene visualizzata in modo targhettizzato anche nelle caselle di posta elettronica Gmail. Una bella invasione nella privacy degli utenti... è come se un postino aprisse tutte le lettere di una persona e la consigliasse lui quali leggere o quali leggere per prime. Magari a qualcuno piace, per altri la risposta è: no grazie, non ne ho bisogno, lungi dalla mia vita privata.

mercoledì 1 settembre 2010

In USA e Canada ora Yahoo e Bing sono la stessa cosa

Adesso in USA e Canada i 2 motori di ricerca Yahoo e Bing, il motore di ricerca di Microsoft, che per anni si sono giocati la seconda posizione nel mercato delle ricerche alle spalle di Google, sono praticamente la stessa cosa. Qualche giorno fa infatti le 2 società hanno annunciato che è stata completata la migrazione delle funzioni di ricerca web, immagini e video dalla piattaforma di Yahoo a quella di Bing; in questo modo nei 2 paesi nordamericani, anche coloro che cercano su Yahoo già ora stanno utilizzando la piattaforma di Bing. L'integrazione vale sia per le ricerche che avvengono su pc sia per quelle che avvengono su device mobile, ed è prossima ad essere applicata anche in altri paesi. Questo processo di integrazione fa parte di quell'accordo siglato tra le 2 società qualche mese fa per meglio competere contro lo strapotere di Google. Le due società sottolineano come questa integrazione sarà utile sia agli utenti che agli inserzionisti. Questi ultimi in particolare potranno ora far girare le proprie campagne pay per click su entrambi i siti utilizzando un'unica piattaforma, con un risparmio di tempo e di energie non indifferente.