mercoledì 28 aprile 2010

Rischi per la privacy nella cronologia web di Google?

Una ricerca condotta da Inria Planet Team, un centro che conduce ricerche sulla sicurezza in rete, ha dimostrato come i dati che Google raccoglie dagli utenti che fanno ricerche sul suo motore di ricerca attraverso un loro account personale non sono protetti come dovrebbero. Infatti il gruppo di ricercatori che ha effettuato la ricerca ha verificato la vulnerabilità in Google Web history, la Cronologia web degli utenti che accedono in Google con un loro account, e nel protocollo con cui vengono inviati al motore di ricerca i dati di autenticazione. Essi sono riusciti ad accedere ai suggerimenti di ricerca personalizzati offerti da Google ad utenti terzi e ad altri dati che hanno permesso di ricostruire la cronologia delle ricerche di quegli utenti, ottenendo cosi molte informazioni sul loro conto. Il "cavallo di Troia" per la raccolta di questi dati, che dovrebbero essere protetti e sicuri, è stato una falla nel sistema di cifratura di Google, che utilizzerebbe due differenti protocolli per comunicare con i browser degli utenti, uno protetto per dati sensibili e password (https), l'altro, quello utilizzato anche per le ricerche, è invece l'ordinario http che veicola le informazioni in chiaro. Il pericolo per la privacy degli utenti nasce perché, secondo i ricercatori di Inria Planet Team, i dati di accesso e di autenticazione dell'utente di alcuni servizi come la cronologia web e la stessa homepage del motore di ricerca dopo l'accesso verrebbero inviati in chiaro. I ricercatori hanno cosi visto tutti i tracciati di navigazione degli utenti usando semplicemente il servizio Cronologia web, in cui anche i cookie sono inviati in chiaro, oppure intercettando i cookie di autenticazione inviati nell'accedere al proprio account Google nella pagina di ricerca, impersonando l'utente nell'effettuare alcune ricerche in modo da dedurre quelle effettuate in passato attraverso l'analisi dei suggerimenti che gli vengono offerti dal motore di ricerca. Nonostante Google affermi di aver corretto i bugs, secondo l'Inria Planet Team permangono simili vulnerabilità nella versione mobile del servizio di ricerca. La ricerca dell'Inria Planet Team sarà presentata quest'estate al Privacy Enhancing Technologies Symposium di Berlino. Ricerche come queste sono importanti perché monitorano in continuazione lo stato della nostra privacy in rete e i pericoli che esistono per essa, e quindi aiutano diventare sempre più consapevoli del livello di privacy associato ai diversi siti e servizi da noi utilizzati. E' utile sapere, per chiunque volesse proteggere di più le proprie navigazioni su Google, che quando si fa un ricerca su Google con un proprio account, cliccando sul link "Visualizza personalizzazioni" che si trova in alto a destra nella pagina dei risultati di ricerca, è possibile accedere ad una pagina dove si trova il link "Interrompi la Cronologia web dal mio account Google"; cliccando su quel link e poi confermando nella pagina seguente con l'inserimento della propria password, si ferma l'acquisizione da parte di Google dei propri dati storici di ricerca e quindi si impedisce al motore di ricerca di raccogliere dati sulle nostre azioni fatte sul suo sito. A questa pagina invece si possono raccogliere altre informazioni sul servizio Cronologia web di Google.

mercoledì 21 aprile 2010

Gli sforzi per fare l'Europa anche a livello digitale

Si chiama Dichiarazione dell'agenda digitale di Granada ed è un documento che è stato approvato all'unanimità dai ministri delle telecomunicazioni dell'Unione Europea. Si tratta di un documento non vincolante il cui intendimento è quello di fornire un quadro di indicazioni unico per cercare di armonizzare e allineare le diverse normative dei paesi europei a proposito del mercato digitale. Al suo interno sono indicate delle strategie e delle indicazioni che riguardano la cybersicurezza, lo sviluppo dell'e-government, l'interoperabilità, la banda larga, e altri temi importanti per lo sviluppo del mercato digitale europeo. Alla Dichiarazione dell'agenda digitale di Granada dovranno fare seguito le azioni conrete dei diversi paesi membri dell'Unione e delle istituzioni europee per applicare le strategie contenute nel documento. Uno degli obiettivi più importanti approvati nel documento è la copertura totale della banda larga entro il 2013. All'elaborazione del documento ha contribuito anche Digital Europe, ente che raccoglie le aziende ICT europee, mentre agli intenti in esso contenuti è arrivato anche l'appoggio di Business Software Alliance (BSA). A questa pagina è possibile vedere gli highlights della conferenza stampa successiva all'approvazione del documento.

mercoledì 14 aprile 2010

Anche Twitter mette la pubblicità

La pubblicità fa il suo ingresso anche su Twitter. Dopo mesi e mesi di indiscrezioni, Twitter ha presentato la sua piattaforma per inserire annunci pubblicitari sul suo sito. Questi annunci si chiameranno Promoted Tweets, e inizialmente compariranno solo nelle pagine di ricerca del sito di social network. Inizialmente sarà un ristretto gruppo di inserzionisti a provare il nuovo sistema pubblicitario di Twitter, e poi con tutta probabilità, esso verrà allargato a chiunque voglia fare pubblicità su Twitter. Sembra che inizialmente il modello di pagamento per gli inserzionisti sia basato sul CPM. Gli annunci pubblicitari saranno dei semplici tweets che compariranno nella pagine di ricerca restituite dal sito per le keywords scelte dagli inserzionisti. Se l'esperimento avrà successo e se il feedback degli utenti non sarà troppo negativo, allora i promoted tweets potranno essere anche estesi alle altre pagine del social network e alle applicazioni esterne usate su Twitter, magari condividendo i profitti con gli sviluppatori di tali applicazioni. Per chi volesse raccogliere ulteriori informazioni sui nuovi Promoted Tweets di Twitter, è possibile leggere il post, in inglese, pubblicato sul blog di Twitter per annunciare la novità.

giovedì 8 aprile 2010

Twitter in italiano avrà il boom?

Da dicembre esiste ufficialmente anche la versione italiana di Twitter. Ci si chiede: succederà per Twitter quello che è un po' successo per Facebook, e cioé che con l'italiano il social network dei cinguettii faccia il boom e faccia impennare le sue pagine viste? Sarà in grado di insidiare nel nostro Paese il predominio di Facebook nel campo dei social network? La moda di Facebook e la tendenza ad atteggiamenti abitudinari di molti italiani certo non aiuteranno Twitter ad avere la stessa crescita di Facebook qui nel nostro Paese, anche se, guardando i dati di Google Ad Planner, si nota che da dicembre una piccola impennata c'è stata, dato che gli unique visitors giornalieri di Twitter in Italia sembrano essere passati da circa 100.000 a più di 140.000. Seppur si tratti di dati da prendere con le molle, essi segnalano comunque che un piccolo scossone la versione locale del famoso social network l'ha provocato. Per chi avessse un account Twitter e fosse interessato a passare dall'inglese all'italiano, ecco come fare: bisogna andare nella pagina settings (impostazioni) del proprio profilo, cambiare la lingua da inglese a italiano, reinserire la password e la conversione alla lingua nostrana sarà cosa fatta. Staremo a vedere questa localizzazione cosa provocherà nei prossimi mesi nel Bel Paese.

giovedì 1 aprile 2010

Internet e banda larga: Italia ancora in ritardo

L'indagine Istat che analizza il rapporto tra gli italiani e la tecnologia certifica anche per il 2009 il ritardo che il nostro Paese ha nei confronti degli altri paesi europei in fatto di connessione a Internet e diffusione della banda larga. Per quanto riguarda l'accesso a Internet infatti, esso interessa solo il 47,3% delle famiglie italiane; percentuale si in crescita, dal 42% del 2008, ma ancora troppo bassa per competere con la diffusione della rete nei paesi europei più avanzati; basti pensare che le media europea di uso della rete si attesta intorno al 65%. Sul dato relativo all'accesso a Internet spicca anche il divario generazionale presente nel nostro paese; infatti nelle famiglie dove è presente un minorenne, l'accesso a Internet sale dal 47,3% dal 68,1%, mentre per i nuclei famigliari composto solo da persone al di sopra dei 65 anni, questa percentuale scende al 5,9%. Venendo alla banda larga, dall'indagine emerge che solo il 39% delle famiglie italiane con componenti tra i 16 e i 64 anni possiede una connessione a banda larga. Dato che colloca il nostro Paese al quartultimo posto in Europa, davanti solo a Grecia, Bulgaria e Romania. La media europea di penetrazione della banda larga si attesta intorno al 56%.