mercoledì 17 dicembre 2008

Il punto sui tempi di conservazione dei dati degli utenti da parte dei 3 giganti della rete

Dopo le pressioni esercitate dalle autorità per la protezione dei dati personali in Europa e in altri paesi per diminuire i rischi per la privacy degli utenti internet, Yahoo annuncia di voler ridurre a 3 mesi il tempo di conservazione dei dati acquisiti sugli utenti internet che usufruiscono dei suoi servizi. L'annuncio di Yahoo arriva dopo quello di Google, che è sceso da 18 a 9 mesi, e dopo quello di Microsoft, che s'è detta disponibile a scendere a 6 mesi se l'avessero fatto anche gli altri principali competitor. Quindi Yahoo decide di anticipare tutti e portarsi in testa in questa classifica virtuale che stabilisce chi è, almeno a parole, più attento e sensibile alla privacy degli internauti. Tuttavia la società di Sunnyvale pare che si riservi il diritto di conservare i dati degli utenti in caso di frodi o per salvaguardare la sicurezza del sistema. In questo modo Yahoo comunque sembra soddisfare la richiesta dell'Unione Europea che aveva invitato i players del settore a conservare i dati degli utenti per un periodo non superiore ai 6 mesi e li aveva spinti ad una decisione condivisa. Rimane da vedere e da verificare la corretta applicazione delle promesse fatte dai vari players e, soprattutto, che fine faranno i dati degli utenti dopo il tempo di esplicita conservazione da parte delle società interessate. Spariranno veramente?

mercoledì 10 dicembre 2008

L'ecommerce in frenata negli US

Secondo gli ultimi dati rilasciati da ComScore sul fatturato dell'ecommerce negli Stati Uniti emerge un chiaro rallentamento negli ultimi mesi di quest'anno, segno che anche l'ecommerce sta sentendo la crisi in atto. Negli ultimi 6 mesi del 2008 i tassi di crescita annuali rispetto ai rispettivi mesi del 2007 sono in caduta libera. Fino all'ottobre scorso, quando il fatturato ecommerce statunitense ha fatto registrare una crescita di solo l'1% rispetto all'ottobre 2007. Mentre l'anno scorso i tassi di crescita annuali erano stati intorno al 20%, da luglio a ottobre del 2008 sono scesi sotto il 10%. La frenata delle spese online cresce per gli spender che appartengono alla fascia medio-bassa della popolazione degli internet buyers. Si tratta di persone che hanno magari perso il proprio posto di lavoro o che rischiano di perderlo a breve a causa della crisi, e di persone che, anche se riescono a conservare il proprio posto di lavoro, devono far fronte al forte aumento dei prezzi avvenuto nei mesi scorsi. Ora che il prezzo del petrolio è sceso e, di conseguenza, altri prezzi scenderanno, forse questo rallentamento dell'ecommerce potrà essere superato, anche se la minaccia della disoccupazione purtroppo probabilmente rimarrà una costante anche per tutto il 2009. E chissà che forse, uno degli aspetti che ha sempre caratterizzato l'ecommerce, e cioé la possibilità di trovare stessi prodotti a prezzi più bassi, non dia una mano a tutte quelle persone che purtroppo sentiranno in modo più pesante gli effetti della crisi. A questo link è possibile leggere una sintesi dei risultati della ricerca di ComScore.

mercoledì 3 dicembre 2008

I video di MySpace anche sul cellulare

D'ora in poi gli utenti registrati a MySpace potranno guardare i video presenti sul sito di social network di News Corp. Tra i video disponibili su mobile ci saranno quelli presenti negli spazi web degli utenti e dei loro amici, ma anche quelli prodotti da TMZ, Time Warner Inc, National Hockey League, National Geographic e altri produttori ancora. I dispositivi mobili abilitati per la visualizzazione dei video di MySpace sono BlackBerry Bold, Palm Centro, Motorola Q9, LG Voyager, Nokia N95 e Samsung Instinct. Gli utenti di MySpace che possiedono uno di questi dispositivi mobili potranno vedere tutti i video gratuitamente grazie alla raccolta pubblicitaria che MySpace intende fare con i video. E' un segnale di fiducia che News Corp dà al giovanissimo mercato del mobile advertising, e in modo particolare a quello legato ai video. Si tratta di un settore ancora tutto da esplorare e da sperimentare, non solo su mobile, ma anche su internet, se è vero quello che ha sostenuto la Morgan Stanley in una sua ultima analisi sul rapporto tra crisi economica internazionale e trend del mercato pubblicitario, e cioé che i video online sono uno dei canali di advertising ancora sottostimati rispetto alle sue potenzialità. Come tale la mossa di MySpace appare anche come una scommessa coraggiosa, soprattutto se considerati i tempi di crisi che si stanno vivendo.