mercoledì 29 dicembre 2010

Uso di internet e banda larga in crescita nelle famiglie italiane

Secondo l'ultima indagine Istat sull'uso delle tecnologie da parte delle famiglie italiane, il nostro paese cresce nell'utilizzo di internet e della banda larga. La penetrazione di internet nelle famiglie del nostro paese ha raggiunto il 52,4% rispetto al 47,3% del 2009, mentre l'uso della banda larga ha fatto registrato un aumento del 24%, arrivando a quota 49%. Nonostante questa maggiore diffusione di internet e della banda larga nelle famiglie italiane, il nostro paese rimane indietro rispetto ai principali paesi europei, collocandosi solo al ventesimo posto in Europa. Delle famiglie italiane, che hanno almeno un componente con un'età compresa tra i 16 e i 64 anni, solo il 59% possiede una connessione a internet in casa propria, contro una media europea del 70%, mentre per la connessione a banda larga, in Italia abbiamo un tasso di penetrazione del 49% rispetto al 61% di media europea. Altri dati rilevati sull'utilizzo del web da parte delle famiglie italiane ci dicono che i siti di social network sono utilizzati dal 45% degli utenti internet italiani, che il 26,4% degli utenti internet con età superiore ha 14 anni ordinato o acquistato qualcosa su internet per uso privato in un anno. Ma perché in Italia l'uso di internet da casa cresce, ma lentamente? Secondo gli intervistati da Istat, il 40,8% non usa internet per mancanza di capacità, il 23,2% perché considera il web inutile e non interessante, il 13,2% perché vi accede da altri luoghi, il 10,2% perchè considera costosi gli strumenti di connessione e l'8,2% perchè ritiene alto il costo della connessione.

mercoledì 22 dicembre 2010

Alcune previsioni non cosi ovvie per il mercato mobile del 2011

Jamie Hall, il co-fondatore di MocoSpace, il noto mobile social network, ha scritto quelli che secondo lui sono 5 eventi che accadranno nel mercato mobile del 2001, in controtendenza rispetto alle convinzioni più diffuse su questo mercato. Eccole queste previsioni:
1) Il mobile browser avrà più successo delle mobile apps, grazie all'html5, che permette di gestire e usare con facilità animazioni, video e altri elementi dinamici, ma che soprattutto, a differenza delle apps, è standard, e quindi da una parte permette una condivisione tra gli utenti mobile che hanno devices diversi, dall'altra semplifica il lavoro agli sviluppatori, che non devono più sviluppare le stesse cose con diversi sistemi di programmazione.
2) Legata alla prima previsione, se ne verificherà, secondo Jamie Hall, anche una seconda: la diffusione, nel 2011, del mobile social gaming, che è possibile appunto solo con il mobile browsing, in quanto solo con un sistema standard per tutti i mobile devices è possibile offrire agli utenti la possibilità di giocare insieme agli altri utenti, indipendentemente dal device mobile che essi hanno.
3) Si prevede l'ulteriore crescita dell'uso del mobile da parte dei Latinos, che sembrano essere i trascinatori dello sviluppo del mercato mobile.
4) La quarta previsione riguarda il mobile commerce, che secondo Jamie Hall, boosterà nel 2011.
5) Infine, il co-fondatore di MocoSpace prevede per l'anno prossimo la vittoria netta di Google Android su Apple, ma individua nella grande frammentazione tra diversi produttori il punto debole di Android, che potrebbe rivelarsi un ostacolo non indifferente alla sua crescita.
Staremo a vedere se e in che misura tutto questo accadrà.

mercoledì 15 dicembre 2010

I top 10 Twitter Trends del 2010

Twitter ha pubblicato la lista dei top 10 Twitter Trends del 2010. Prima di andare a vedere la lista una breve ma utile nota metodologica: i Twitter Trends non rappresentano gli argomenti più popolari o quelli di cui si è parlato o si parla di più in assoluto su Twitter, ma quelli per cui un algoritmo matematico ha rilevato i picchi di interesse più alti in un determinato momento dell'anno; difatti l'algoritmo dei Twitter Trends, come spiega bene questo post sul blog di Twitter, non registra tanto la quantità di tweets pubblicati su un argomento, ma il grado di novità che essi rappresentano quando se ne incomincia a parlare rispetto al periodo precedente; in poche parole i Twitter Trends registrano il differenziale tra il livello di popolarità di un determinato argomento prima e dopo che se ne incomincia a parlare. Dopo questa nota indispensabile per interpretare correttamente la lista, ecco i top 10 Twitter Trends:
1. Gulf Oil Spill
2. FIFA World Cup
3. Inception
4. Haiti Earthquake
5. Vuvuzela
6. Apple iPad
7. Google Android
8. Justin Bieber
9. Harry Potter & The Deathly Hallows
10. Pulpo Paul
Interessante anche il dato di tweets già pubblicati fino ad oggi nel 2010, circa 25 miliardi.

giovedì 9 dicembre 2010

Flattr, per dare direttamente soldi ai siti che si vuole sostenere

Si chiama Flattr ed è una delle ultime novità del web: un sistema di micro-pagamenti per dare piccole somme di denaro, semplicemente con un click su un bottone, ai siti che si ritiene meritevoli di essere supportati anche economicamente. Come funziona? Chi ha un sito e vuole ricevere donazioni, pubblica sulle pagine di questo sito un bottone Flattr; tutti gli utenti che visiteranno questo sito, vedranno questo bottone, e, se riterranno il sito di qualità, utile, bello, interessante o quant'altro, e decideranno di fare una piccola donazione per contribuire a finanziare quel sito, potranno cliccare sul bottone Flattr e il pagamento verrà effettuato a fine mese. Come? Basta avere un account Flattr, e caricare su di esso una piccola quota mensile di denaro, minimo 2 euro; ogni volta che si fa una donazione, il sistema di Flattr la registra, e cosi fa per tutte le altre donazioni fatte in quello stesso mese; alla fine del mese, Flattr divide la quota caricata sull'account per il numero di offerte fatte e assegna parti uguali di denaro a tutti i siti cui si è deciso di dare l'offerta. Flattr si prende il 10% delle donazioni e una parte del restante 90% va a coprire le spese per i pagamenti con i vari sistemi che vengono utilizzati. E' l'applicazione della logica dei social network a un nuovo possibile modello di business, e, più nello specifico, è la traduzione in denaro del concetto del bottone "Mi piace" di Facebook; premiare, ma questa volta anche dando soldi, i contenuti che si trovano nel web e che si valutano meritevoli; è anche forse una traduzione in chiave democratica e popolare del concetto di "donazione", che solitamente è appannaggio di grandi fondazioni, enti e banche. L'idea è interessante e prospetta davanti un modello in cui tutti possono diventare sostenitori economici di tutti e tutti possono ricevere sostegno economico da tutti, senza più necessariamente dover ricorrere a grandi benefattori, finanziatori, banche e quant'altro; una bella iniezione di democraticità anche nel modo di sostenere economicamente i progetti che vengono lanciati sul web, anche da utenti comuni che non hanno grandi budget da investire. Bisognerà vedere se si tratta di un'idea utopistica o di un modello che piano piano riesce a prendere piede, se gli utenti useranno questo bottone, magari non con la stessa frequenza del bottone "Mi piace" di Facebook, dato che in questo caso il click è sicuramente più "impegnativo", ma almeno con una frequenza tale da promuovere veramente un nuovo modello di business.

mercoledì 1 dicembre 2010

I nuovi web-magazines Twitter-based

Stanno venendo alla luce negli ultimi mesi e sono una delle ultime evoluzioni dell'uso di Twitter. Sono i Twitter-web-magazines, cioé piattaforme che permettono a ciascun utente che ha un proprio account su Twitter, di crearsi un web-magazine proprio con tutte le informazioni e i link pubblicati su Twitter da se stesso o dagli altri utenti Twitter seguiti, compresi i contenuti cui i link di Twitter rimandano. Due esempi di queste piattaforme sono Paper.li e MyTweetMag. Il concetto è semplice: su Twitter escono, spesso in rapida successione, notizie, commenti, riflessioni, con una rapidità simile a quella dei lanci di un'agenzia stampa. Ciascuno su Twitter è un potenziale editore di ciò che interessa a lui, e può seguire il flusso delle notizie e dei commenti sui temi a lui cari, fatti da altri utenti registrati su Twitter; e allora perché non dare una forma di giornale online a questa pubblicazione e condivisione di contenuto giudicato interessante dall'utente? Più che di giornali e magazines, forse in questo caso si dovrebbe parlare di aggregatori onlin di notizie provenienti da Twitter e da altre fonti citate su Twitter, ma l'idea è sempre quella: dare visibilità e organizzare informazioni ritenute interessanti. Rispetto a un normale account Twitter, sui Twitter-web-magazines si possono quindi creare ambienti di lettura e di condivisioni più simili a quelli di un giornale online, con una strutturazione delle informazioni forse più chiara e ordinata, con la possibilità di unirsi ad altri editori per formare insieme web-magazines tematici, e con la possibilità, talvolta, di condividere anche eventi speciali sul tema cui è dedicato il web-magazine. Staremo a vedere nei prossimi mesi il livello di interesse che queste applicazioni Twitter-based sapranno suscitare negli utenti di tutto il mondo.