In Egitto esistono circa 5.000 blog su una popolazione di oltre 70 milioni di persone, e stanno anche li diventando un media alternativo, che favoriscono la discussione per le minoranze religiose e sociali, argomenti raramente trattati dai media tradizionali.
Agli inizi del mese, Abdel-Karim Suleiman, ex studente in giurisprudenza di 22 anni dell'università islamica di al-Azhar, è diventato il primo egiziano a finire in carcere per un blog. In cella dovrà scontare quattro anni. Il processo contro Suleiman, un musulmano liberale che si firma come Kareem Amer sul suo blog, era nato da una denuncia dell'Università di al-Azhar relativa a otto articoli scritti dal 2004. Suleiman accusava un'istituzione conservatrice sunnita di promuovere un pensiero estremista e aveva anche paragonato il presidente Mubarak ai faraoni dell'antico Egitto.
Ma questo di Suleiman non è stato il primo episodio ecclatante sul rapporto tra blogger e libertà di espressione. A novembre infatti un altro gruppo di blogger ha ricevuto una grande pubblicità dopo aver pubblicato un filmato e delle foto di un'aggressione a danno di un conducente di autobus egiziano, che si ritiene sia stato sodomizzato presso una stazione di polizia. In quel caso le immagini avevano portato all'arresto di due poliziotti che ora sono sotto processo per tortura.
Da allora molte immagini di tortura sono affiorate su Internet.
L'ultima clip pubblicata dal blog di Wael Abbas mostra un agente in uniforme che insulta e picchia due civili. L'autenticità del filmato però, visto quasi 26.000 volte, non è stata ancora verificata.
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