sabato 5 aprile 2008

L'ecommerce in Italia frenato dalla mancanza di esperienza relazionale sui siti di ecommerce?

Nonostante la percentuale di navigatori italiani che fanno ecommerce sia inferiore al 10%, il 62% di essi visita almeno una volta al mese un sito di ecommerce. E' quanto afferma uno studio sugli acquisti online in Italia, intitolato Digital Payment e realizzato da Nielsen Online e CommStrategy, che ha analizzato le performance di 25 siti top merchant nelle categorie Travel, Electronics & Ict, Media, Insurance e di 2 gateway di pagamento online attraverso i comportamenti di un panel di circa 15.000 utenti Internet in Italia. Cosa c'è tra quel 10% e quel 62% che impedisce che il livello degli eshoppers italiani sia almeno al livello medio europeo? Il timore a usare la carta di credito e la mancanza di fiducia nei pagamenti online? Lo studio ritiene che questo ormai non sia più il principale ostacolo all'ecommerce, se si pensa che ormai sono più di 5 milioni gli italiani che fanno internet banking e sono abituati a movimentare denaro in rete. Oggi il vero freno sembra essere la mancanza di community experience sui siti di ecommerce, al fatto che i players dell'ecommerce non promuovano un'esperienza relazionale agli utenti che arrivano sui loro siti. Questo nonostante sia ormai chiaro che internet è già molto un canale di comunicazione e di acquisizione informazioni, un ambiente in cui le persone si scambiano molte informazioni, anche sui prodotti. In altre parole i siti di retail online non starebbero sfruttando il successo del Web come strumento di comunicazione e relazione per creare fiducia online negli utenti. Quale la cura allora? Lo studio suggerisce che un aiuto potrebbe venire dalla creazione sui siti stessi di ecommerce di ambienti di discussione, in cui venga favorito lo scambio di pareri e informazioni sui prodotti e di meccanismi che facilitino il meccanismo del passaparola e del suggerimenti sugli acquisti. Probabilmente questo funziona su siti no brand che fungono da rivenditori di tante marche diversi, mentre è in dubbio che questi meccanismi possano funzionare su un sito monomarca. Il passaparola forse è libero e si svolge dove vogliono gli utenti, non per forza sul sito che fa ecommerce.

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