sabato 26 aprile 2008

Banda larga al 20% in Europa, al 17,1% in Italia

Secondo il Report on the Implementation of the Telecommunications Regulatory Package - 2007, redatto dalla commissione europea che si occupa di telecomunicazioni, alla fine dell'anno scorso il numero delle linee fisse per l'accesso alla banda larga superava i 99 milioni, contro gli 80 del gennaio 2007, e il tasso medio di penetrazione nell'UE è passato dal 16,3% al 20%. In testa alla classifica della penetrazione della banda larga ci sono i paesi del nord Europa, capitanati dalla Danimarca, che ha il 35,6% di connessioni a banda larga. Dietro alla Danimarca, vi sono Finlandia, Olanda e Svezia, rispettivamente con una penetrazione del 34,6%, 34,2% e 31,2%. In questi paesi il tasso di penetrazione della banda larga è addirittura superiore a quello che si ha in USA e Giappone. Dietro ai paesi del nord Europa, si piazzano Gran Bretagna, Belgio, Lussemburgo e Francia, con percentuali che vanno dal 21% al 26%, tutte superiori a quella che è la media europea, che si attesta sul 20%. Purtroppo l'Italia si trova al di sotto di questa media, con una penetrazione pari al 17,1%, in quindicesima posizione nella classifica europea. Fanalini di coda in Europa sono Polonia e Bulgaria, rispettivamente con l'8,4% e il 7,6%. Oltre ai numeri generali relativi alle penetrazioni nazionali, il rapporto della commissione europea porta a galla quello che sta dietro a questi numeri. In molti paesi europei per esempio c'è ancora molta differenza tra le zone urbane e quelle rurali, e l'italia è tra i paesi in cui questa differenza è più marcata. Uno dei fattori che frenano maggiormente la diffusione della banda larga, secondo il rapporto, è la presenza ancora predominante degli operatori storici, che hanno una quota di mercato che in media supera il 46% e sono ancora possessori di gran parte delle linee, con percentuali che arrivano in alcuni paesi al 95%. La liberalizzazione del mercato, insieme alla separazione tra proprietà delle reti e fornitura di servizi, vengono pertanto indicate come azioni che favorirebbero una maggiore diffusione della banda larga in Europa.

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