mercoledì 24 febbraio 2010

DoubleClick for Publisher (DFP), la nuova piattaforma di ad-serving di Google

Google ha presentato sul mercato una nuova piattaforma di ad-serving. Si chiama DoubleClick for Publisher (DFP) ed è il frutto dell'unione delle due piattaforme già esistenti Google Ad Manager e DART di DoubleClick. Rispetto alle funzionalità delle due piattaforme precedenti, DoubleClick for Publisher offre diversi valori aggiunti. Tra questi un'interfaccia completamente nuova per risparmiare tempo e per ridurre gli errori, dati più dettagliati per riuscire a comprendere più velocemente e più facilmente quali spazi pubblicitari sono più redditizi, nuovi algoritmi per migliorare in automatico il rendimento delle pubblicità e un API pubblico con cui gli editori possono integrare le funzionalità di DoubleClick for Publisher con altre applicazioni già in uso sui loro siti. Poi vi sono altre novità più specifiche, che dovrebbero comunque potenziare l'efficacia e il rendimento della nuova piattaforma. La nuova piattaforma di ad-serving targata Google si declina in 2 differenti versioni: una per i grandi editori con grossi volumi di impression, la seconda, chiamata DFP Small Business, per gli editori piccoli, che dovrebbe essere gratuita. Chi sta usando attualmente Google Ad Manager e DART dovrebbe ricevere nei prossimi mesi automaticamente l'upgrade.

mercoledì 17 febbraio 2010

Google Buzz viola la privacy?

Google ha recentemente lanciato il suo servizio social Google Buzz, un servizio innestato su Gmail che permette, a tutti gli utenti che utilizzano l'email di google, di condividere con i propri contatti brevi post, commenti, immagini, video e altro ancora. Ma subito sono arrivate anche le prime critiche. Secondo alcuni infatti il nuovo servizio violerebbe le norme sulla privacy. Tra queste critiche, quelle dell'Electronic Privacy Information Center, un organismo americano per la tutela della privacy, che ha depositato alla Federal Trade Commission un documento dove si accusa Google Buzz di violazione delle norme federali sulla privacy e dove si chiede l'apertura di un'indagine. Le critiche erano dovute soprattutto al fatto che Google Buzz permetteva di condividere dati di terzi senza un previo consenso degli interessati. Dopo queste critiche iniziali Google ha già apportato delle modifiche al nuovo servizio, per esempio adesso vincola la condivisione alla libera e consapevole scelta degli utenti di Gmail, che quindi potranno condividere le proprie informazioni e propri dati solo con chi decidono loro. Google si difende anche dicendo che i meccanismi di Google Buzz sono stati pensati per permettere agli utenti di trovare sempre, e il più velocemente possibile, quello che loro vogliono. Ma è indubbio che questo si possa ottenere solo raccogliendo dati e dati sugli utenti e quindi entrando sempre di più nella sfera della loro privacy. Ancora una volta un servizio di social network provoca seri interrogativi sul rapporto tra il comportamento degli utenti in rete e il rispetto della loro privacy.

mercoledì 10 febbraio 2010

Safer Internet, consigli per una navigazione online dei ragazzi più sicura

S'è celebrato ieri, 9 febbraio, il Safer Internet Day, una giornata promossa da Insafe in cui, in Europa, e anche in altri paesi del mondo, si riflette e si sensibilizza tutti, e soprattutto tutti coloro che navigano in rete, sui rischi che il web presenta per la propria privacy, ma non solo, e per promuovere un uso più sicuro e più sereno della rete. Quest'anno l'attenzione viene rivolta soprattutto ai rischi che corrono gli adolescenti e i minorenni in generale, di cui il 50%, a livello europeo, diffonde su Internet, secondo uno studio UE, informazioni personali che possono rimanere online in modo definitivo e che possono essere accessibili a chiunque. Obiettivo dell'Unione Europea e di tutte le associazioni che promuovono l'iniziativa è quello di spingere gli adolescenti a pensarci molto bene prima di lasciare proprie informazioni e proprie foto in rete e ad avere sempre più consapevolezza degli strumenti che essi hanno a disposizione per proteggersi. Un invito particolare viene rivolto ai siti di social network che permettono anche ai minorenni di farsi un proprio profilo e di comunicare con gli altri utenti. Sembra che solo il 40% di questi siti garantiscano che i profili dei minori siano automaticamente visibili solo ai loro amici, e solo un terzo di questi siti ha risposto a segnalazioni di utenti che chiedevano aiuto. In un contesto del genere, si chiede ai siti di social network di fare di più per proteggere le informazioni dei minorenni in loro possesso. A oggi più di 20 siti di social network hanno sottoscritto un accordo europeo sulla socializzazione in rete più sicura, che prevede la pubblicazione sulle loro pagine di consigli sulla sicurezza specificamente destinati ai minorenni. Per maggiori informazioni sull'iniziativa Safer Internet, questa è la pagina della Commissione Europea che raccoglie info utili e documenti elaborati per la giornata di quest'anno, mentre il sito www.sicurinrete.it è un sito lanciato da Save the Children per aiutare i minorenni a capire come fare per navigare più sicuri.

mercoledì 3 febbraio 2010

La grande fuga da Internet Explorer 6

Si stanno moltiplicando le iniziative in giro per il mondo per promuovere una rapida dismissione del browser di Microsoft Internet Explorer 6 da uffici pubblici e privati. L'ultima di queste, riportata in un articolo sul sito della BBC, è una petizione fatta in UK per chiedere al governo britannico di non usare più nei propri uffici e nei propri dipartimenti il browser incriminato, lanciato nel 2001, perché utilizzerebbe una tecnologia vecchia e sarebbe insicuro. Negli USA una campagna chiamata ie6nomore con lo stesso scopo è stata promossa da più di 70 aziende che lavorano sul web. I governi di Francia e Germania hanno invitato i propri cittadini a non usare pià il browser di Microsoft dopo la denuncia di Google sulle presunte responsabilità del browser IE6 nell'attacco informatico subito in Cina. E la stessa società di Mountain View ha già annunciato che non si preoccuperà più di rendere compatibili le proprie applicazioni con questo browser. Intanto sembra che comunque IE6 stia perdendo quote nel mercato dei browser, e si stia attestando intorno al 20%, al secondo posto dietro a IE8, che, con una quota superiore al 22%, è diventato leader di mercato. Quanto in questa storia ci sia dietro lo zampino di Google per attaccare il predominio di Microsoft nel mercato dei browser, e quanto invece ci siano valutazioni approfondite sui reali pericoli derivabili dall'uso di IE6, beh, questa è una questione tutta da approfondire.