mercoledì 2 giugno 2010
Fuga da Facebook?
Qualche giorno fa in Canada qualcuno ha lanciato, con un sito fatto per l'occasione, l'iniziativa QuitFacebookDay, ossia ha invitato tutti gli utenti che fanno uso del noto sito di social network a fuggire in massa, cancellando i propri account. Questo perché i promotori dell'iniziativa si dicono stanchi dei modi con cui Facebook tratta i dati personali degli utenti iscritti. Il numero degli utenti che hanno aderito all'iniziativa e hanno lasciato la piattaforma social è poca cosa rispetto all'enorme mole degli iscritti a Facebook in tutto il mondo: circa 35.000 "fuggiaschi" a oggi contro i più di 400 milioni di iscritti. Ma l'iniziativa è comunque interessante perché aiuta a prendere consapevolezza sull'uso disinvolto che i proprietari di Facebook hanno fatto e probabilmente stanno ancora facendo dei dati degli utenti. Uso disinvolto che riguarda non solo ciò che esplicitamente si può fare o non fare sul sito e le opzioni più o meno avanzate disponibili sul sito per proteggere la propria privacy, ma anche quello che molti temono Facebook faccia utilizzando i dati degli iscritti per fare soldi altrove, consegnando tali dati a terze parti, all'insaputa degli utenti che hanno lasciato quei dati. Per questo motivo i promotori dell'iniziativa sul loro sito parlano anche di "intenzioni" e non solo di "scelte concrete" fatte da Facebook, per spiegare la loro iniziativa. Se l'intenzione di fondo è fare business con i dati degli utenti, allora anche aggiungere opzioni per far circolare di meno, o cancellare, alcuni dati quando si elimina un account, può risultare inutile di fronte a ben più gravi violazioni della privacy e delle regole che dovrebbero governare l'uso di dati altrui sensibili. A questo proposito anche la Commissione Giustizia del Senato statunitense si sta muovendo ed ha mandato una lettera al fondatore di Facebook chiedendo di rendere conto dell'uso che Facebook ha fatto dei dati degli utenti con terze parti.
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