mercoledì 30 novembre 2011

Cisco dà i numeri sul cloud computing a livello mondiale

Quanti sono 130 exabyte di dati? 1 miliardo di gigabyte; con un esempio, che forse rende più comprensibile il tutto, 7,3 miliardi di ore di musica ascoltata in streaming. E cosa corrisponde a questa mole di dati? La quantità di dati che nel 2010 è stata scambiata tra gli utenti internet di tutto il mondo in modalità cloud, ossia rimanendo online, senza trasportare e immagazzinare tali dati su un device fisico. E' questa la stima elaborata da Cisco, che con il suo Cisco Cloud Index intende misurare in maniera precisa la diffusione e i dati relativi allo scambio di dati che avviene appunto in modalità cloud. E, tornando ai 130 exabyte iniziali, è interessante ricordare che essi equivalgono a circa l'11% di tutti i dati che sono stati scambiati nel mondo nel 2010, che sono stati pari a 1,1 zettabyte, ossia a poco più di mille miliardi di gigabyte. Quindi di tutto il traffico di dati che passano da una parte all'altra del mondo attraverso le nuove tecnologie, nel 2010 l'89% è avvenuto secondo le modalità più tradizionali, mentre l'11% in modalità cloud. Queste percentuali sembra siano destinate a cambiare, e anche in maniera significativa, nei prossimi anni, se si avvereranno le previsioni di Cisco. Secondo queste ultime infatti, nel 2015 il traffico di dati in modalità cloud arriverà a 1,6 settabyte, mentre quello in modalità tradizionale a 4,8 settabyte; questo ci fa dire che, secondo queste previsioni, nel 2015 il traffico dati in modalità cloud sarà il 34% del totale, contro il 10% dell'anno scorso. E appena un anno prima, nel 2014, sempre da previsioni Cisco, la modalità cloud supererà la modalità più tradizionale per tempo macchina/server speso, che vuol dire che in quell'anno i server saranno impegnati per il 51% del tempo a elaborare dati scambiati in modalità cloud. Oltre alle considerazioni che si possono fare sul rapporto tra i volumi di dati scambiati nelle due diverse modalità, è anche interessante guardare il quadro d'insieme; 1.100 miliardi di gugabyte di dati sono veramente tanti, e l'aumento previsto per i prossimi anni è davverso consistente; una considerazione che fa riflettere sull'aumento della mole di dati e di informazioni che circolano e circoleranno nel mondo con le nuove tecnologie. Un ultimo aspetto interessante dei dati Cisco è la localizzazione geografica dei dati scambiati in modalità cloud: il 27% di essi viene scambiato negli USA, il 26% in Europa, e il restante 47% se lo spartiscono gli altri paesi del mondo.

mercoledì 23 novembre 2011

Al via, negli USA, Google Music

Google ha lanciato, per ora negli USA, ma con la prospettiva di lancio anche negli altri mercati, Google Music, il nuovo servizio per l'ascolto, l'acquisto e la condivisione della musica online. Si tratta di un servizio che si trova sull'Android Market e che permette agli utenti di scegliere, immagazzinare e ascoltare gratis fino a 20.000 brani musicali, in modalità cloud, senza cioé doverli immagazzinare in una memoria fisica, e di acquistare brani musicali scegliendo all'interno di un catalogo che per ora conta circa 13 milioni di titoli, frutto dell'accordo tra Google e alcune grandi case discografiche tra cui Universal Music Group, Emi Records e Sony Music, ma anche di tanti artisti indipendenti; si, perché su Google Music anche gli artisti indipendenti possono caricare le proprie canzoni e venderle direttamente agli utenti, tenendosi il 70% degli introiti. I brani che si possono acquistare a pagamento costano tutti intorno a 1 dollaro; per ora il servizio mobile gira su tutti gli apparecchi, table e smartphone, che usano Android, dalla versione 2.2 in su. Oltre all'acquisto e all'ascolto della musica, con Google Music, è anche possibile condividere le canzoni scelte con i propri contatti di Google+, il social network di Google. A questa pagina è possibile vedere un breve video di presentazione di Google Music.

mercoledì 16 novembre 2011

Al via su Google+ le pagine aziendali

Settimana scorsa Google ha annunciato il lancio delle pagine aziendali anche sul suo social network, Google+. D'ora in poi quindi su Google+ non sarà possibile creare solo profili personali ma anche delle pagine dedicate ad aziende, negozi, band musicali, associazioni e a tutte quelle realtà pubbliche che operano su base collettiva. In questo modo Google probabilmente ha voluto colmare un gap, o una differenza percepita come tale, che ancora si faceva sentire rispetto al suo principale competitor, Facebook, che già da molto tempo offre a brands ed aziende questa opportunità. Per creare una pagina aziendale, o comunque collettiva, su Google+, basta registrarsi sul social network, inserire alcune informazioni basilari sull'azienda per cui si vuole creare la pagina, come il nome, il sito internet e la categoria merceologica di appartenenza, e il gioco è fatto. Come le aziende possono beneficiare da una loro presenza con una pagina dedicata su Google+? In un modo simile a quello che avviene già su Facebook. Come su Facebook le pagine aziendali possono collegare a sé decine, centinaia e migliaia di utenti con un semplice click sul bottone Mi piace, cosi anche su Google+, l'unica differenza è che sul social network di Google il bottone si chiama +1 e non Mi piace; ogni utente, collegandosi a una pagina aziendale, potrà poi inserire la pagina in uno dei suoi circle, i gruppi di Google+, e condividere cosi i contenuti di quella pagina con gli altri profili di Google+ appartenenti a quel circle. Ma non è tutto, a breve Google consentirà agli utenti dotati di un profilo Google+ di connettersi alle pagine aziendali direttamente dal suo motore di ricerca, e questo intende farlo in due modi. Il primo è indicizzando le pagine aziendali di Google+ nel proprio motore di ricerca; cliccando poi sul +1 di fianco al link alla pagina aziendale di Google+ trovato tra i risultati organici di ricerca su Google, gli utenti con profilo Google+ potranno collegarsi a quella pagina. Il secondo modo si chiamerà Direct Connect, e consisterà nella possibilità di cercare la pagina di Google+ di una determinata azienda o realtà collettiva digitando nel box di ricerca di Google il segno + seguito dal nome dell'azienda o della realtà collettiva di cui si vuole trovare la pagina; in questo modo, Google restituirà la pagina di quell'azienda su Google+ e, sempre cliccando sul +1, l'utente potrà connettersi a quella pagina. Per maggiori delucidazioni sulla creazione di pagine aziendali o collettive su Google+ e sui modi per cercarle e connettersi ad esse, o per provare a creare una pagina aziendale, si può visitare questa pagina del blog di Google, dove è anche possibile visionare alcune pagine aziendali già create.

mercoledì 9 novembre 2011

Utenti internet attivi in Italia: 27 milioni a settembre 2011

Secondo i dati di Audiweb, a settembre 2011 in Italia gli utenti internet attivi, ossia quelli che hanno usato Internet almeno una volta nel mese, sono stati 27 milioni; un numero che fa registrare una crescita del 12% rispetto allo stesso mese dell'anno scorso. Andando a ricavare da questi dati mensili, un dato medio giornaliero, sembrerebbe che a settembre in un giorno medio 12,9 milioni di italiani abbiano navigato online, stando sul web per 1 ora e 22 minuti e consultando ciascuno 171 pagine. Per quanto riguarda l'andamento orario dell'utilizzo della rete durante il giorno, la fascia oraria che ha registrato il maggior numero di utenti connessi sembrerebbe essere stata quella compresa tra le 15 e le 18, con un numero medio di utenti di 6,7 milioni, pari al 52,3% del totale degli utenti attivi nel giorno medio ricavato da Audiweb; anche le altre ore pomeridiane sembrano aver fatto registrare a settembre un uso significativo della rete, mentre nelle ore mattutine, tra le 9 e le 12, il numero di utenti attivi naviganti scendeva a 5,7 milioni. Forse da questi dati si può ricavare il dato ulteriore che in Italia, secondo i dati di settembre, ogni ora, circa 6 milioni di italiani sono connessi alla rete e utilizzano il web per vari scopi; un numero pari circa al 10% di tutta la popolazione del Belpaese.

giovedì 3 novembre 2011

5 società si prendono il 64% del budget mondiale della pubblicità online?

Secondo alcuni calcoli fatti da Darren Herman, a prendersi il 64% del budget mondiale della pubblicità online (motori di ricerca, banner, mobile, etc.) sarebbero solo 5 società: Google, Yahoo, Microsoft, Facebook e AOL. Certo, il punto di domanda nel titolo, e il condizionale nella frase precedente, sono d'obbligo, dal momento che questi calcoli non sono facili e non sempre si basano su dati completi, ma l'indicazione che emerge da questa analisi, che si basa sui dati relativi al 2010, è comunque interessante e fa riflettere. Su un fatturato mondiale della pubblicità online che nel 2010 sarebbe stato di circa 64 miliardi di dollari, circa 40 miliardi sarebbero stati intercettati dalle 5 società suddette. La parte del leone l'avrebbe fatta Google, che si sarebbe preso una bella fetta del budget totale, pari al 46%, quasi 30 miliardi di dollari, una cifra che è quasi il quintuplo della società che segue per quota del mercato totale, Yahoo, che avrebbe fatturato dalla pubblicità online poco più di 6 miliardi di dollari. A seguire, ci sarebbero Microsoft, con poco più di 2 miliardi di dollari, Facebook, con poco meno di 2 miliardi di dollari, e AOL, con poco più di 1 miliardo di dollari.