mercoledì 23 dicembre 2009

La corsa all'url shortener

I tempi e la comunicazione sul web diventano sempre più veloci e sintetici, ed ecco che allora i players più importanti della rete cercano nuove soluzioni per stare dietro ai nuovi tempi e ai nuovi spazi degli utenti. Si chiama url shortener ed è un servizio che permette di avere degli url più brevi per una pagina web in modo da poterla comunicare e condividere più facilmente. Google, Facebook e Youtube hanno lanciato già un proprio servizio di url shortener. Quello di Google, che si chiama goo.gl, si trova nella sua Toolbar e nel servizio Feedburner RSS e il suo uso è strettamente legato all'uso di questi altri servizi Google, una soluzione che probabilmente mira ad evitare che terze parti ottengano liberamente url sintetizzati per poi utilizzarli nei propri servizi. L'url shortener di Facebook, fb.me, è per ora disponibile su piattaforma mobile e non restringe solo i links condivisi, ma anche gli username, per abbreviare e semplificare le varie attività da profilo in rete. E poi c'è l'url shortener, appena nato, di Youtube, youtu.be, riservato ai video della piattaforma. Quest'ultimo permette di accorciare l'url di un video mantenendo l'ID assegnato a quel video e, oltre a ridurre la lunghezza dei link dei video, apre agli sviluppatori prospettive interessanti, come la possibilità di mostrare anteprime o tracciare la circolazione in rete di un video. Oltre a questi 3 giganti del web, esistono anche altri siti che offrono il servizio di url shortener, come TinyURL e Bit.ly. L'url shortener pare quindi destinato a diventare uno dei nuovi protagonisti della rete, sia su web che su mobile, in quanto permette di comunicare links con meno caratteri, rientrando più facilmente nelle limitazioni di caratteri che alcuni social network impongono quando si compongono dei messaggi da condividere, e sembra anche che garantisca maggiore stabilità e sicurezza nella navigazione, proteggendo gli utenti da malware e phishing.

mercoledì 16 dicembre 2009

Una carta dei diritti di Internet scritta da tutti gli utenti della rete?

La proposta è di quelle forti. Scrivere, con il contributo di tutti gli utenti internet, una carta dei diritti di Internet. A proporre questa sfida è stato Christian Engström, rappresentante nel Parlamento Europeo del Piratpartiet, il Partito Pirata, entrato nel consesso politico europeo grazie alle ultime elezioni europee in Svezia. L'idea di una carta dei diritti di Internet, che pare abbia il pieno appoggio dei partito europeo dei Verdi, nasce dalle idee e dall'esperienza di Engström sulla rete e probabilmente anche dai continui tentativi, in diversi paesi europei, di regolare l'uso della rete, tra l'altro con modalità e approcci diversi da paese a paese. E allora perché, in pieno spirito europeo, non elaborare un documento unico europeo che possa valere per tutti i cittadini europei della rete e che ripari la rete dai tentativi di controllo e di manipolazione? Innovativo in questa proposta è il modo con cui il PiratPartiet e il partito dei Verdi vogliono arrivare al documento finale: attraverso il contributo di tutti gli utenti internet che vogliono partecipare, in modo che la scrittura della carta dei diritti di Internet non sia elaborato da pochi esperti racchiusi in una stanza, ma sia frutto di un'opera collettiva, aperta e trasparente. Per aiutare gli utenti a iniziare a dare il proprio contributo Engström ha lanciato due primi argomenti di discussione. Il primo riguarda il che cosa dovrebbe essere inserito in questa carta, ossia quali dovrebbero essere i principi fondamentali su cui il documento dovrebbe vertere. Di questi principi Engström ne suggerisce 3. Uno che ribadisca il rispetto della Convenzione Europea sui Diritti dell'Uomo, soprattutto nell'articolo 8, quello sulla privacy, e nell'articolo 10, quello sulla libera informazione; un secondo che iimponga agli operatori della rete di fornire una connettività trasparente e non discriminatoria, senza distinzione di contenuti, siti e piattaforme, secondo il cosidetto principio di neutralità della rete; il terzo principio proposto da Engström è quello del mere conduit, per non far ricadere sui providers la responsabilità di eventuali azioni illecite perpetrate dagli utenti. Il secondo argomento di discussione lanciato da Engström sul suo blog è l'individuazione di documenti già esistenti che potrebbero entrare nella nuova carta dei diritti di Internet, tra cui lui propone la Convenzione Europea sui Diritti dell'Uomo e i principi della Net Neutrality proposti dalla FCC (Federal Communications Commission). L'intera proposta di Engström è consultabile per intero sul suo blog, dove si può anche iniziare a dare il proprio contributo.

mercoledì 9 dicembre 2009

Più tempo e più soldi sui social networks in USA

Secondo una recente ricerca di Nielsen, il 17% del tempo che gli utenti americani passano su Internet, lo passano sui social networks. Si tratta di un dato che, anche se apparantemente può sembrare ancora basso, rappresenta un + 300% anno su anno, cioé rispetto alla parcentuale di tempo dedicata dagli utenti internet ai social network l'anno scorso. Sembra che questo dato faccia emergere anche un iniziale cambiamento nelle abitudini navigazionali degli utenti, in quanto adesso alcuni utenti che prima iniziavano la loro navigazione sui motori di ricerca o sui grandi portali, ora la iniziano sui siti social quando vogliono trovare qualche informazione o qualche contenuto online. Parallelamente all'aumento del tempo passato sui siti social, si riscontra su questi siti anche un aumento degli investimenti in pubblicità. Nielsen stima una crescita del 119% anno su anno, che coincide anche con un raddoppio della percentuale di investimenti che i social networks si prendono sul fatturato totale della pubblicità online, percentuale che passa dal 7% al 15%. Gli aumenti più significativi di investimento sui social networks sono stati registrati nei settori dell'intrattenimento e del travel.

mercoledì 2 dicembre 2009

eBay vende il 70% di Skype

eBay e Skype hanno raggiunto l'accordo per la cessione, da parte del sito di aste online, del 70% delle quote del software VoIP più famoso al mondo. Gli acquirenti saranno un gruppo di fondi di investimenti composto dalla società Joltid ltd, di proprietà dei 2 fondatori del software, Niklas Zennstrom e Janus Friis, dal gruppo di investimenti Silver Lake, dall'ufficio di investimenti delle pensioni del Canada e da Andreesen Horowitz. In questo modo coloro che avevano fondato e diffuso in tutto il mondo Skype ritornano azionisti della loro creatura per il 14% del suo valore totale. Skype oggi vale 2,75 miliardi di euro, e, secondo quanto dicono i fondatori, viene scaricato nel mondo da 6 utenti ogni secondo. eBay, che incasserà per la vendita 1,34 miliardi di euro, rimarrà con una quota del 30% di Skype. L'accordo ha posto fine al conflitto giuridico che era sorto nei mesi scorsi tra eBay e la Joltid ltd, che accusava il sito di aste online di aver violato gli accordi di licenza.